di Silvia Scarselletta
“Reato universale”: queste sono le due parole al centro dei maggiori dibattiti in ogni canale social e televisivo degli ultimi giorni; “Gestazione per altri”, “Maternità surrogata”, “Utero in affitto” sono termini che piombano in ogni circostanza e gran parte dell’Italia guarda nell’abisso di una legge che si impegna a distruggere quello che si potrebbe semplicemente definire un atto d’amore.
Ma partiamo dal principio.
Che cosa è la “Gestazione per altri”, nota anche come “Maternità surrogata”?
È una forma di procreazione medicalmente assistita in cui una donna – definita madre surrogata o gestante per altri – porta avanti una gravidanza per conto di una persona che – chiaramente – non ha la possibilità di avere figli.
Che cosa è il “Reato universale”? È un crimine gravissimo percepito a livello mondiale, che in quanto tale può essere perseguito in qualsiasi stato del mondo; genocidio o pedofilia ne sono un esempio concreto.
Ora sorge il dubbio: come è possibile che un reato quale la GPA – un atto che dona la vita – venga messo al pari del genocidio, un atto che toglie la vita, o della pedofilia, un atto che dilania la vita?
Come è possibile che i termini “Gestazione per altri” e “Reato universale” confluiscano nella stessa frase?
Facciamo chiarezza. La gestazione per altri era già illegale in Italia da venti anni, con il divieto contenuto nell’articolo 12 della legge 40 del 2004. In Italia, però.
Ciò significava che i cittadini italiani non potevano “usufruire” della GPA nel proprio Paese, ma potevano recarsi all’estero – con un grande dispendio economico e un sacrificio non indifferente – e poi rientrare in Patria. Ora, però, non è più possibile a causa del via libera definitivo arrivato dal Senato; il 16 ottobre 2024 è stata definitivamente approvata la proposta di legge presentata da Fratelli d’Italia per rendere la GPA un “reato universale”, pertanto “[…] se i fatti di cui al periodo precedente sono commessi all’estero, il cittadino italiano è punito secondo la legge italiana”. Le sanzioni per chi prova a compiere tale atto prevedono la reclusione da tre mesi a due anni e una multa da 600mila a un milione di euro.
Ma qualcosa non torna, però: sarebbe per caso sufficiente punire un pedofilo con semplicemente due anni di reclusione? No, certo; allora che senso ha rendere la GPA un reato universale se poi la pena è pari a quella del furto? (Un furto semplice, in Italia, prevede dai 6 mesi ai 3 anni di galera, per dire).
Allora che senso ha la dicitura “Reato Universale”? Nasconde un fatto ideologico?
Molte sono le critiche e le accuse mosse dagli italiani contrari alla legge in questi giorni; la senatrice Elisa Pirro, infatti, afferma che la norma sia un ulteriore colpo alle coppie LGBT+: “[…] quando una coppia eterosessuale arriva all’anagrafe ad iscrivere un figlio nato all’estero nessuno può sapere come sia nato questo bambino, il dubbio viene solo se la coppia dinanzi all’ufficiale giudiziario è omosessuale”.
Ma se fosse così, significherebbe che il Governo non ha fatto bene i conti, poiché questa legge è una sconfitta per tutti, omosessuali ed eterosessuali. Sì, anche perché è risaputo che la maggior parte delle coppie che hanno giovato della gestazione per altri all’estero erano eterosessuali, madri e padri disposti ad andare anche dall’altra parte del mondo pur di poter dar vita a una famiglia; tuttavia, le coppie eterosessuali potranno ancora avere accesso alle pratiche di adozione, che contrariamente non sono consentite alle coppie omosessuali. Una legge disegnata per “salvaguardare i bambini”, che invece saranno i primi a pagarne la pena, perché è di vita che parliamo, e fra qualche anno questi bambini potrebbero essere definiti “figli di un reato” o “bambini di serie B”, solo perché lo ha stabilito una legge meschina.
Giorni dopo l’approvazione della legge la ministra Roccella ha invocato il presunto dovere dei medici di “segnalare i casi di sospetta violazione della legge sulla maternità surrogata alla Procura”, ma è stata immediata la replica del presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli: «Il medico ha il dovere di curare. Che il medico sia esonerato dall’obbligo di denuncia nei confronti del proprio paziente lo si desume anche dal capoverso dell’articolo 365 del Codice penale. Il medico non deve, è vero, ostacolare la giustizia ma non deve, soprattutto, porre in essere atti che mettano a rischio la relazione di cura, limitando la tutela della salute dei cittadini”.
Incuriositi, abbiamo chiesto il parere di un medico specializzato nel settore della fecondazione assistita, il dott. Leonardo Rinaldi, responsabile del Centro One Day a Roma: “per quel che riguarda il presunto dovere di segnalare i casi di sospetta violazione della nuova norma, sono pienamente d’accordo col Presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici. Riguardo all’inasprimento del divieto relativo alla GPA, per esperienza, nel mondo di oggi, vietare una pratica medica ha poco senso, avrebbe più senso cercare di stabilire delle norme comuni almeno a tutta l’Unione Europea: certo la delicatezza della materia trattata, che coinvolge i diritti e le aspettative di più soggetti (candidati genitori, figli concepiti con la tecnica, donne destinate a portare la gravidanza, in alcuni casi donatrici/donatori di gameti) rende estremamente complesso il quadro.”
Sempre la ministra Eugenia Maria Roccella ha parlato di “interessi economici” e “guadagno”: “[…] Questa nuova maternità è un fatto contrattuale. Diventi padre o madre per contratto, pagando. È terribile.” Eppure siamo abbastanza sicuri che all’interno dell’Unione Europea esista “La Convenzione di Oviedo”, ratificata da 30 Paesi, che proibisce la GPA a pagamento. L’articolo 21, infatti, stabilisce il “Divieto di lucro” e specifica che “Il corpo umano e le sue parti non devono, in quanto tali, dare origine a lucro”. In Europa, dunque, i Paesi che hanno reso legale la GPA l’hanno fatto solo nella versione gratuita e solidale.
Il 16 ottobre, dunque, è stata approvata una legge colma di arretratezza, una legge che ci ha fatto guadagnare una prima pagina sul New York Times: “Italy Criminalizes Surrogacy From Abroad, a Blow to Gay and Infertile Couples”, cioè “L’Italia criminalizza la maternità surrogata all’estero, un attacco alle coppie gay e a quelle che hanno problemi di fertilità”.
Negli USA la GPA raramente è gratuita, ma perlomeno viene data la possibilità alle famiglie di scegliere se investire o no per una nuova vita…
La gestazione per altri diventa reato universale, così l’evoluzione e la speranza muoiono in silenzio, e l’Italia retrograda compie l’ennesimo passo indietro.