di Antonio Pompeo, consigliere comunale di Ferentino, già sindaco di Ferentino e già presidente della Provincia di Frosinone
La stagione congressuale deve necessariamente rappresentare l’occasione per un rilancio del Pd in provincia di Frosinone. Per fare questo è necessario un dialogo aperto, franco e a 360 gradi. E se alla fine non sarà possibile una soluzione unitaria e condivisa, meglio un confronto alla luce del sole per la segreteria e per l’intera governance del partito.
Non sarò certo io a meravigliarmi del fatto che esiste pure un livello regionale e romano e che quindi ci saranno dinamiche di questo tipo. Però stavolta la classe dirigente locale dovrà far sentire il proprio peso, altrimenti non saremmo più credibili nel sostenere la mancata considerazione del territorio quando si tratta di definire le candidature eleggibili alla Camera, al Senato, alle Europee.
C’è un altro aspetto sul quale la futura segreteria dovrà lavorare per evitare che riaccada quello che è accaduto negli ultimi anni. A tal proposito non posso non portare come esempio la mia città dove alle ultime amministrative il Partito si è diviso, con una parte che si è alleata con l’intero centrodestra osteggiando il candidato sindaco sostenuto dalla lista del Partito Democratico. Tutto questo ha disorientato gli elettori e giorno dopo giorno stanno emergendo i tanti limiti e incongruenze di un’operazione che sta ridando linfa ad un centrodestra fino ad oggi inesistente in città. Allora riconoscere la nostra segretaria vuol dire riconoscere anche la sua linea politica che certamente non è questa. E lo dice uno che non ha mai fatto mistero di aver sostenuto alle primarie Stefano Bonaccini. Ritengo però che terminata la fase congressuale, pur nel rispetto delle sensibilità, si debba lavorare per la crescita del partito che certamente non è solo quella di occupare posti nei consigli di amministrazione o nei vari enti.
In provincia di Frosinone il Pd deve recuperare la sua dimensione di partito fulcro di un’alternativa di centrosinistra alle destre. Per fare questo servono scelte nette, coraggiose, coerenti e rivolte alle esigenze dei cittadini e dei territori.
Oggi il Pd in provincia di Frosinone non può non occuparsi della questione Stellantis, che rischia di mettere in ginocchio l’economia provinciale, così come dovrà battersi per la realizzazione di una Stazione Tav, perché è l’unica infrastruttura che può davvero determinare un rilancio dell’intero territorio. Il Pd deve stare in piazza su tematiche come la sanità e la disoccupazione. La Destra al governo sta fallendo, sia a livello nazionale che regionale. Non possiamo non stare dalla parte dei lavoratori, dei più deboli, dei giovani, delle donne.
Non possiamo non porci il problema delle alleanze, perché è sulla base di quelle che negli anni passati vincevamo le elezioni e governavamo. La stagione congressuale deve servire a ritrovare determinazione, coraggio, entusiasmo e valori. Perciò alle soluzioni costruite a tavolino è preferibile un congresso di confronto per non sacrificare ancora l’identità del partito.
Per quello che riguarda il sottoscritto e tutti gli amici che si riconoscono in un’area precisa, valuteremo le proposte politiche in campo. Con l’ambizione di essere protagonisti. Al centro deve tornare la Politica. Oggi il Pd a differenza di un recente passato non occupa più postazioni di governo in enti, partecipate così come in Regione e allora è da qui che si capirà quando questo gruppo dirigente sarà davvero bravo nell’aggregare, coalizzare e sostenere l’azione politica. Insomma è arrivato il momento della verità.