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    Home » Sciopero ferroviario dopo l’aggressione a Genova: migliaia di pendolari nel Lazio bloccati e costretti a trovare soluzioni alternative
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    Sciopero ferroviario dopo l’aggressione a Genova: migliaia di pendolari nel Lazio bloccati e costretti a trovare soluzioni alternative

    viaggiatori in difficoltà anche sulla tratta Roma-Cassino; richiesta maggiore sicurezza per il personale ferroviario
    6 Novembre 20245 Mins Read
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    foto di Luigi Ciangola, che ringraziamo
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    Lazio – La giornata di ieri è stata segnata da pesanti disagi per migliaia di pendolari del Lazio, in particolare per coloro che percorrono quotidianamente la tratta ferroviaria Roma-Cassino. Lo sciopero nazionale dei trasporti ferroviari, indetto a seguito dell’accoltellamento di un controllore avvenuto nei giorni scorsi a Genova, ha paralizzato la circolazione dei treni, costringendo studenti e lavoratori a fronteggiare enormi difficoltà negli spostamenti e obbligandoli a trovare soluzioni alternative per raggiungere le proprie destinazioni.

    per questo video ringraziamo il nostro affezionato lettore Luigi Ciangola

    L’astensione dal lavoro dei dipendenti delle ferrovie, organizzata dai principali sindacati del settore, è stata una risposta alla crescente richiesta di maggiore sicurezza per il personale ferroviario, spesso esposto a situazioni di rischio durante il servizio. L’accoltellamento del controllore a Genova, episodio tragico che ha visto il lavoratore aggredito durante il normale svolgimento delle proprie mansioni, ha acceso il dibattito nazionale sulla tutela della sicurezza degli operatori pubblici e ha portato alla proclamazione di una mobilitazione sindacale su scala nazionale.

    Sciopero e conseguenze per i pendolari

    L’impatto dello sciopero è stato particolarmente gravoso per la tratta ferroviaria Roma-Cassino, utilizzata quotidianamente da migliaia di pendolari del Lazio. I treni regionali, che rappresentano un servizio essenziale per numerosi studenti universitari, impiegati e lavoratori, sono stati quasi del tutto sospesi. Le fasce orarie normalmente garantite sono state anch’esse interrotte o operate con forti limitazioni, lasciando i viaggiatori privi di collegamenti affidabili per gran parte della giornata.

    Le stazioni principali e secondarie del percorso Roma-Cassino, da Ciampino fino a Cassino, sono diventate il teatro di scene di forte disappunto e scoramento, con lunghe attese, comunicazioni frammentarie e informazioni spesso insufficienti. Molti pendolari, ignari della portata dello sciopero, si sono presentati in stazione nelle prime ore del mattino, sperando di poter raggiungere le loro mete abituali. Tuttavia, la ridotta disponibilità di treni e i ritardi che si sono accumulati hanno portato a un generale senso di frustrazione, costringendo gli utenti a cercare mezzi di trasporto alternativi, come autobus e taxi, con ovvi aumenti nei costi e nei tempi di percorrenza.

    Difficoltà e testimonianze dei viaggiatori

    L’attesa nei principali nodi ferroviari della regione ha lasciato emergere il malcontento dei pendolari, molti dei quali si sono trovati obbligati a prendere giorni di permesso o ferie per impossibilità di raggiungere il posto di lavoro, mentre gli studenti hanno dovuto rinunciare a partecipare alle lezioni o a sostenere esami. “Ogni giorno prendo il treno per andare a Roma, e oggi sono rimasta bloccata in stazione per più di due ore senza informazioni certe su se e quando sarebbero ripresi i servizi,” racconta una giovane studentessa universitaria. “È già difficile conciliare studio e spostamenti lunghi, ma queste situazioni diventano ingestibili e mi mettono in crisi con le scadenze accademiche.”

    Alcuni lavoratori hanno lamentato come la mobilitazione, pur condivisibile nelle sue ragioni, abbia lasciato i pendolari in balìa degli eventi, senza un adeguato sistema di comunicazione che potesse informarli per tempo delle cancellazioni e dei ritardi. “Lo sciopero è un diritto legittimo, ma un servizio pubblico così importante non può fermarsi del tutto senza un piano di emergenza,” ha dichiarato un impiegato che lavora nel centro di Roma. “Sono riuscito a trovare un autobus, ma la durata del viaggio è triplicata.”

    Le ragioni dello sciopero e le richieste dei sindacati

    La mobilitazione, che ha coinvolto tutto il settore ferroviario nazionale, è stata promossa dai sindacati Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sulla crescente preoccupazione per la sicurezza del personale ferroviario. Gli atti di violenza contro il personale di controllo, infatti, sono in aumento, e i sindacati hanno denunciato una mancanza di misure adeguate per prevenire e contrastare tali episodi.

    “La sicurezza dei lavoratori è una priorità non negoziabile,” ha dichiarato in una nota il segretario regionale della Filt-Cgil, ricordando come l’aggressione subita dal controllore di Genova sia soltanto l’ultimo di una serie di episodi di violenza. “Gli operatori dei servizi pubblici sono troppo spesso esposti a rischi, e le aziende devono intervenire per tutelare chi, quotidianamente, è a contatto con situazioni potenzialmente pericolose.”

    Gli sviluppi futuri e le misure richieste

    Lo sciopero ha posto l’accento su una questione che riguarda non solo la sicurezza dei lavoratori ma anche la qualità del servizio offerto ai cittadini. I sindacati hanno richiesto l’introduzione di maggiori tutele per il personale, come l’installazione di telecamere di sorveglianza, l’assunzione di personale di sicurezza dedicato sui treni e un coordinamento più stretto con le forze dell’ordine. La proposta prevede anche l’introduzione di formazione specifica per il personale in servizio, affinché possa gestire in maniera più adeguata situazioni di potenziale pericolo.

    Le trattative con le aziende ferroviarie e il Ministero dei Trasporti sono attese nei prossimi giorni, ma non si esclude la possibilità di ulteriori mobilitazioni qualora le richieste di sicurezza dei lavoratori non venissero accolte in modo soddisfacente.

    Un appello alla tutela dei diritti di tutti

    L’episodio dell’aggressione e i conseguenti disagi per i pendolari hanno evidenziato come la questione della sicurezza sui mezzi pubblici sia cruciale per garantire sia i diritti dei lavoratori che quelli degli utenti. La necessità di un equilibrio tra il diritto allo sciopero e il diritto alla mobilità è un tema che ora si impone con urgenza, e molti pendolari sperano che dalle proteste possano derivare soluzioni concrete e migliorative.

    In attesa di risposte dalle autorità, i viaggiatori restano in apprensione per il futuro dei servizi, sperando che si possa giungere presto a un accordo che garantisca la sicurezza e la qualità della rete ferroviaria, da cui dipendono quotidianamente migliaia di persone nel Lazio e in tutta Italia.

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