Un andamento che rispecchia – in buona parte – l’andamento altalenante del settore a livello nazionale, complicata da eventi meteorologici e, in qualche caso, da problematiche fitosanitarie: la stagione olearia 2024 in provincia di Frosinone – in particolare nell’area nord – è infatti segnata come un’annata di “scarico” nel ciclo produttivo biennale, in cui la produzione tende fisiologicamente a calare, un fenomeno amplificato dalle sfide climatiche di questa annata.
Le temperature elevate e il caldo prolungato in estate hanno comportato stress per le piante e un’ulteriore diminuzione dei frutti, in particolare nelle varietà più sensibili. Alcuni produttori hanno anche riportato problemi di resa: la quantità di olio estratto dalle olive è risultata ridotta, con percentuali medie che variano intorno al 13-15% nel territorio, valore inferiore rispetto a stagioni più abbondanti.
Nonostante le difficoltà, i frantoi locali hanno evidenziato l’alta qualità dell’olio, anche se con una minore disponibilità. La resa in termini di sapore e caratteristiche organolettiche è rimasta elevata grazie alla maturazione concentrata in poche settimane, permettendo di ottenere un olio dalle note intense e aromatiche. Per alcune aziende, ciò ha rappresentato un vantaggio per mantenere la competitività sul mercato dell’olio extravergine d’oliva di alta gamma, nonostante la scarsa quantità disponibile, come spiega il presidente del frantoio “AgriPiglio” di Piglio Maurizio Ricci: “la stagione di raccolta è iniziata in anticipo rispetto al solito, e la quantità di olive è stata maggiore rispetto agli anni passati. Tuttavia, le rese sono risultate significativamente più basse rispetto all’anno scorso e agli anni precedenti“.
“Questo – ha aggiunto Maurizio Ricci – è dovuto alla siccità che ha caratterizzato il periodo estivo, seguita dalle piogge degli ultimi mesi, che hanno avuto un impatto sulle piante. Di conseguenza, le olive hanno assorbito più acqua, ma la quantità di olio all’interno di ciascun frutto è rimasta invariata. Con l’aumento del peso complessivo delle olive, la resa in olio è quindi diminuita. Anche il prezzo dell’olio – ha concluso il presidente di “AgriPiglio” – è aumentato, dato che la produzione è stata inferiore: meno olio disponibile porta a un incremento del prezzo sul mercato.
Un trend, quello illustrato da Maurizio Ricci che viene confermato anche da Michela Sbarzella Cesari, co-titolare del Frantoio “F.lli Cesari – Anagni”, sito in località San Filippo: “le condizioni climatiche in questa campagna olearia hanno portato a una quantità di olive particolarmente abbondante, garantendo anche una qualità dell’olio eccezionale rispetto agli anni passati. Questo risultato è dovuto soprattutto all’estate molto secca, che ha favorito lo sviluppo di olive sane e prive di attacchi di parassiti, come la mosca dell’olivo, mantenendo elevata la qualità del prodotto“.
La raccolta è stata anticipata di circa una settimana: solitamente ad Anagni si inizia intorno al 15 ottobre, mentre quest’anno è iniziata il 7-8 ottobre. Questa anticipazione – spiega Michela ad anagnia.com – è dovuta alla secchezza estiva che ha reso le olive piccole; tuttavia, le piogge di settembre ne hanno favorito l’ingrossamento, accelerando la maturazione. Nonostante l’olio di quest’anno sia di qualità elevatissima, la resa per quintale è stata significativamente più bassa rispetto al solito. Ad Anagni, dove normalmente si ottengono 13-14 litri di olio per quintale di olive, quest’anno la resa si è ridotta a circa 7-8 litri per quintale.
A raccontare l’andamento di questa stagione olivicola ad anagnia.com è anche Valter Cecilia, piccolo produttore locale con un uliveto in località San Filippo, periferia di Anagni: “insieme a mio fratello possediamo circa 120 olivi. Quest’anno, inizialmente, gli alberi hanno fruttificato bene, ma le condizioni meteo di luglio e agosto, con temperature roventi, hanno compromesso in parte la fruttificazione delle piante. Nonostante il mese di piogge intense, che ha contribuito solo all’ingrossamento del frutto, abbiamo comunque proceduto alla raccolta. Abbiamo raccolto circa 5 quintali di olive, con una resa molto bassa di soli 40 litri di olio, pari a circa l’8% per quintale, ben al di sotto delle aspettative“.
In futuro, molti coltivatori della provincia di Frosinone stanno considerando di adottare tecniche più resistenti e di sviluppare metodi per valorizzare anche i sottoprodotti della lavorazione, come sansa e foglie, seguendo le nuove tendenze di sostenibilità del settore olivicolo.