Un centro di eccellenza a rischio chiusura e decine di operatori sanitari che temono per il proprio futuro lavorativo: è questa la drammatica situazione del Polo Riabilitativo di Anagni, una struttura nata due anni fa nel nord della Ciociaria per rispondere alle esigenze di bambini affetti da autismo e altre patologie neurologiche. Senza interventi immediati da parte della Asl di Frosinone, il prossimo 2 gennaio i proprietari sono pronti a chiudere le porte, privando il territorio di un servizio fondamentale.
Un centro che dà lavoro e risposte sanitarie
Attualmente, il Polo occupa una quindicina di operatori, tra personale amministrativo, logopediste, neuropsicomotriciste, fisioterapisti e psicologhe. Tuttavia, il potenziale occupazionale della struttura è molto più ampio: a pieno regime, il centro potrebbe dare lavoro a circa quaranta professionisti, offrendo al contempo un’assistenza più completa e tempestiva ai pazienti.
La riduzione del personale, legata al budget esiguo assegnato dalla Asl di Frosinone, non consente però alla struttura di operare al massimo delle sue capacità. Nonostante questo limite, i proprietari, nelle persone dell’amministratore delegato Niki Dragonetti e del dottor Marco Pittiglio, hanno continuato ad assicurare i servizi essenziali, investendo di tasca propria per garantire la continuità dell’assistenza ai pazienti.
L’impatto devastante sulla comunità e sui pazienti
Ad oggi, il Polo Riabilitativo di Anagni segue 60 bambini autistici, metà dei quali in convenzione con la Asl, e ha una lista d’attesa di oltre 100 piccoli pazienti che aspettano disperatamente di poter accedere a cure specialistiche. Se la struttura dovesse chiudere, per queste famiglie si aprirebbe un vuoto drammatico: nel territorio non ci sono altre realtà in grado di accogliere questi bambini, che rischiano di restare senza assistenza.
“La chiusura del centro significherebbe comunicare agli utenti affetti da autismo, ritardo mentale, tetraparesi e altre gravi patologie che non ci sarà più nessuno a prendersi cura di loro,” ha dichiarato il dottor Pittiglio. “Non parliamo di raffreddori, ma di malattie che richiedono un supporto costante e qualificato.”
Disparità di trattamento e mancanza di risposte
Nonostante le ripetute richieste di supporto economico da parte della dirigenza del centro, la Asl di Frosinone ha finora ignorato i solleciti. “Abbiamo inviato una PEC a settembre per chiedere fondi aggiuntivi per smaltire la lista d’attesa, ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta. È la prima volta in 35 anni di carriera che un direttore generale rifiuta persino un confronto,” ha sottolineato Pittiglio.
La situazione diventa ancora più difficile da accettare se si considera che, nello stesso periodo, la Asl ha assegnato un extra-budget di 180 mila euro ad altre strutture riabilitative della provincia. “Noi abbiamo investito personalmente 100 mila euro ciascuno, ma non possiamo più continuare a rimetterci,” ha aggiunto.
Una chiamata all’azione per salvare il Polo
Il Polo Riabilitativo di Anagni non è solo un luogo di lavoro per quindici professionisti, ma un punto di riferimento per decine di famiglie che dipendono dai suoi servizi. La chiusura del centro rappresenterebbe una sconfitta per tutta la comunità e un drammatico passo indietro nell’assistenza ai più fragili.
Lo staff del centro, i pazienti e le loro famiglie lanciano un accorato appello alla Asl di Frosinone affinché venga riconosciuto il valore del lavoro svolto e vengano assegnate le risorse necessarie per salvare questa realtà d’eccellenza.
L’articolo è stato redatto sulla base delle informazioni pubblicate dal quotidiano online leggocassino.it, diretto dal collega dott. Alberto Simone, che ringraziamo.