di Giorgio Stirpe
Un altro tabù sfatato per il Frosinone: la vittoria contro il Cosenza è la seconda consecutiva, qualcosa di mai accaduto in questa stagione. Sono arrivati così tre punti molto pesanti perché raccolti su un campo difficile e contro una diretta concorrente per la salvezza. Va sottolineato, soprattutto, come sono stati conquistati, l’aspetto più importante. La vittoria, infatti, è stata più che mai meritata per quanto visto in campo.
I giallazzurri hanno infatti giocato con autorevolezza, sapendo soffrire, rendendosi pericoloso in attacco al tempo stesso. La vittoria per 1-0 è risicata rispetto a quanto prodotto dal Frosinone che ha colpito un palo e tre traverse, avvicinandosi, o forse superando, il record di legni colpi in un’unica gara.
Il malato sta guarendo, ci sono ancora diversi aspetti su cui lavorare ma la strada indicata da mister Greco è quella giusta.
La novità di formazione ha riguardato soprattutto il centrocampo dove è tornato dal 1’ Darboe, affiancato da Begic e Barcella e dove Anthony Oyono ha preso il posto del gemello Jeremy sulla fascia destra. Confermato Marchizza a sinistra così come il terzetto di centrali davanti a Cerofolini, formato dai soliti Biraschi, Monterisi e Bracaglia. In avanti spazio per la seconda gara consecutiva alla coppia Ambrosino – Canotto.
Gli avversari hanno iniziato la gara in maniera convinta cercando subito di aggredire l’area del Frosinone che ha tenuto restando sempre in ordine e concentrato.
I giallazzurri hanno aspettato con pazienza di trovare qualche spazio nel quale affondare, spazio che il Cosenza ha concesso al 13’. Il Frosinone bravo e fortunato ad approfittarne inducendo, al termine di un’azione confusa, il difensore avversario Martino a scaraventare il pallone di testa nella propria rete regalando così ai canarini il vantaggio.
Da quel momento i giallazzurri sono stati chiamati a soffrire per arginare gli attacchi furibondi dei calabresi, un esame importante per confermare la solidità del gruppo, non solo in termini tecnico-tattici, ma anche sotto il profilo mentale.
Ebbene, la risposta ai quesiti è stata positiva: nonostante l’affannoso tentativo di pareggiare la partita, il Cosenza ha sbattuto contro il muro ciociaro senza creare limpide occasioni di rete, se non tanti corner e qualche calcio piazzato dalla distanza.
Quando il Frosinone è riuscito ad affacciarsi di nuovo dalle parti del portiere Micai, lo ha fatto con grande pericolosità e, se in precedenza la squadra di Greco era stata baciata dalla fortuna, non si può dire altrettanto al 46’ quando Ambrosino, con un piattone preciso, ha colpito il palo sfiorando il raddoppio.
Ad inizio ripresa Greco ha mandato in campo Kvernadze al posto di Canotto, sapendo che il tema della gara sarebbe rimasto lo stesso, con il Cosenza proteso in avanti alla ricerca del pareggio e il Frosinone nella propria metà campo aspettando l’occasione giusta per colpire ancora.
E al 60’ proprio i ciociari si sono resi protagonisti di un’azione che difficilmente si vede sui campi di calcio: nel giro di pochissimi secondi, due traverse colpite da Ambrosino e Oyono e una parata strepitosa di Micai, hanno negato alla squadra di Greco il gol dello 0-2.
Ancora più clamorosa la traversa colpita da Garritano al 76’ a porta vuota dopo l’ottimo assist che gli era stato servito da Kvernadze. Una leggerezza del centrocampista che è costata ulteriore sofferenza perché il Cosenza ha continuato ad attaccare, seppur con meno lucidità, con l’allenatore dei calabresi Alvini che ha messo dentro tutta la forza offensiva a disposizione che, grazie ad un Frosinone granitico, non ha sortito effetti.
Altra nota lieta, da sottolineare, l’ingresso in campo di Ghedjemis, tornato a buoni livelli e spina nel fianco della difesa calabrese. Potrà finalmente tornare ad essere protagonista e rappresentare, per Greco, una freccia in più nel proprio arco.
Il Frosinone è dunque ripartito, rinato. E’ solido e convinto, la strada è lunga ma nulla è precluso ai giallazzurri.