di Giorgio Stirpe
Chiudere il girone d’andata fuori dalla zona retrocessione diretta, per la prima volta in stagione, può rappresentare un punto di svolta vero per il Frosinone. La vittoria “all’inglese” contro la Salernitana (2-0) ha consentito finalmente ai giallazzurri di tornare a respirare oltre il livello dell’acqua che ora è sotto la bocca.
Tanti cambi rispetto alla precedente gara, non solo negli uomini ma anche e soprattutto nell’assetto tattico con Greco che ha voluto dare una nuova veste soprattutto al reparto avanzato dove con l’impiego di Partipilo e Begic sulla trequarti, si è vista maggiore qualità e talento. I due si sono cercati, hanno dialogato galleggiando tra le linee, si sono scambiati la posizione cercando di stressare la terza linea della Salernitana. Una mossa che ha dato pericolosità all’attacco, con l’unico neo di non essere mai riusciti a servire Pecorino, titolare per la seconda volta in stagione (la prima l’1 settembre scorso contro la Juve Stabia), al quale va riconosciuto l’impegno a fare a sportellate con i centrali amaranto.
Gelli e Darboe in mezzo e i due gemelli Oyono sulle fasce hanno retto bene il peso del centrocampo nel doppio e ingrato obbligo di difendere la linea difensiva composta da Monterisi, Biraschi e Lusuardi (davanti a Cerofolini) e sostenere contemporaneamente la manovra offensiva.
E’ piaciuto molto l’atteggiamento della squadra che sin dal 1’ ha operato un pressing molto alto sugli avversari, nel chiaro intento di mettere da parte la prestazione sottotono di Mantova e tornare alla caccia delle posizioni più comode della classifica.
La Salernitana dell’ex Colantuono è stata così costretta a vivere “al minuto”, nell’attesa che il Frosinone mollasse per qualche istante la presa. Speranza risultata vana perché alla fine del primo tempo, dopo il palo clamoroso colpito da Anthony Oyono al 40’, gli amaranto, in stato confusionale, sono rimasti in dieci per l’espulsione (45’) di Ghiglione per un brutto quanto ingenuo fallo su Begic in una zona del campo dove non poteva esserci grosso pericolo per la retroguardia campana.
A quel punto i giallazzurri hanno svoltato definitivamente. Bravo è stato Greco ad inserire ulteriore peso in attacco ad inizio ripresa, gettando nella mischia Kvernadze al posto di Jeremy Oyono. Il georgiano ha spaccato letteralmente la partita incendiando la fascia destra della Salernitana, sprigionando tutto il proprio talento cristallino, quello che fin qui non si era ancora visto.
E’ stato suo il gol che ha sbloccato la partita al 63’ (il primo della carriera in Italia), suo l’assist per la rete messa a segno da Ambrosino che ha chiuso i conti al 84’, sue tante altre giocate di qualità. Se il georgiano sarà sempre questo per i giallazzurri salvarsi sarà più semplice.
Per chiudere bene anche l’annus horribilis, sarebbe importante replicare l’ottima prestazione domenica contro la Juve Stabia. Le qualità ci sono per rendere meno amaro un 2024 da dimenticare.
LE PAROLE DEL TECNICO LEANDRO GRECO
Non sono stati giorni semplici da gestire dal punto di vista emotivo. La partita di Mantova ci ha lasciato grande amaro, perché poi il risultato sposta i giudizi di tutti. Basta poco per perdere quello che stai costruendo, i ragazzi questa settimana e anche oggi sono stati top in tutto ciò in cui abbiamo lavorato. La gente ha capito che è un percorso lungo, ringrazio il pubblico che oggi è stato davvero eccezionale. Dobbiamo lavorare su un percorso lungo su un equilibrio emotivo importante. Tutti i meriti sono dei ragazzi che hanno qualità al di sopra dell’attuale classifica. La squadra ha ampi margini di miglioramento, ma per stare sempre sui livelli di oggi occorrono energie e per questo cerco di spronarli. A volte siamo superficiali perché cala la pressione e la sconfitta di Mantova l’ho sentita addosso.
LE PAROLE DI STEFANO COLANTUONO
Mi dispiace molto per i tifosi, siamo in una situazione nella quale non volevamo trovarci. Posso parlare di un pezzo di stagione, ma è un’annata che è nata così. Ci sono stati momenti buoni e meno buoni, ora abbiamo anche qualche infortunio ma il dispiacere più grande è proprio per loro. Come squadra dobbiamo soltanto pensare a lavorare, non ci sono altre soluzioni.