Unico rappresentante della minoranza, tra coerenza e determinazione
Se la maggior parte degli eletti nelle file della minoranza si è progressivamente unita alla maggioranza del sindaco Daniele Natalia, lui rimane fermo al suo posto, rappresentando l’unica voce critica nel governo cittadino.
Luca Santovincenzo, 49 anni, avvocato, sposato con Roberta e padre di due splendidi ragazzi: la sua attività politica – da quando siede tra gli scranni della minoranza – si distingue per puntualità, preparazione e determinazione, rendendolo un punto di riferimento per tutti coloro che ancora credono in un’opposizione autentica e costruttiva e per quanto la scena politica di Anagni abbia vissuto, negli ultimi anni, una trasformazione significativa.
Eletti come Danilo Tuffi, ex candidato sindaco della coalizione Anagni Futura, hanno recentemente abbandonato la minoranza per aderire alla maggioranza, scatenando critiche, frecciate velenose, sarcasmo e scarnificanti polemiche. Questo fenomeno, che Santovincenzo definisce come “gattopardismo allo stato puro”, evidenzia un progressivo allontanamento dal mandato ricevuto dagli elettori, preferendo un comodo allineamento con il potere.
Anche l’avvocato Giuseppe De Luca, formalmente ancora tra le fila della minoranza, ha da tempo interrotto la sua partecipazione alle sedute consiliari, lasciando di fatto Santovincenzo solo a rappresentare l’opposizione.
Quella di Santovincenzo è una posizione chiara e intransigente, radicata nella convinzione che un’opposizione attiva e vigile sia l’essenza stessa della democrazia.
anagnia.com l’ha incontrato e lo ha intervistato, a quasi un anno dall’ultima intervista.
Allora, Avvocato: anche Lei ha in programma di passare prossimamente in maggioranza?
No, di certo. Il popolo è sovrano e il popolo nel 2023 ha deciso che avremmo svolto il ruolo di opposizione. Come ho già detto più volte, l’opposizione è fondamentale in democrazia perché garantisce il controllo e la prospettiva di un’alternanza, ancora di più oggi ad Anagni dove tutte le altre forze politiche cittadine sono salite sul carro del vincitore. Pertanto, il nostro dovere è restare in minoranza e lavorare con coerenza.
Come interpreta il recente passaggio in maggioranza di alcuni suoi ex colleghi dell’opposizione? Ritiene che questa scelta sia stata dettata da motivazioni ideologiche, personali o da altre dinamiche politiche?
Sarò diretto. Sono nati politicamente insieme, sono cresciuti insieme e per restare a galla devono stare insieme. Noi lo abbiamo sempre detto ed i fatti lo hanno solo confermato. Mi dispiace profondamente per la Città e per le migliaia di cittadini ingannati dai teatrini della campagna elettorale. Proprio per questo, credo che la domanda vada fatta direttamente agli anagnini. Suggerisco un bel sondaggio alla vostra testata.
In particolare, quale valutazione dà dell’entrata in maggioranza del candidato a sindaco della coalizione “Anagni Futura”, Danilo Tuffi?
Più che una valutazione la mia è una constatazione. La constatazione che è stata gettata via l’ultima maschera e tutti coloro che si mostrano compiaciuti per essersi riuniti, per primo il Sindaco Natalia, si stanno facendo beffe del volere di quei cittadini che, con il loro voto, avevano espresso tutt’altro scenario. Da ciò non si può non ricavare una considerazione: mancano essenzialmente i valori. L’ho detto con il passaggio in maggioranza della coalizione Siamo Anagni nel 2023 e lo ripeto oggi. Senza valori puoi anche amministrare ma non amministri bene. Tutto questo purtroppo lo paga la Città, ferma al palo da decenni. È gattopardismo allo stato puro.
L’adesione di Danilo Tuffi alla maggioranza ha suscitato critiche e polemiche. Alla luce anche dell’assenza prolungata di Giuseppe De Luca dalle sedute consiliari, ritiene che l’opposizione sia stata privata di una rappresentanza adeguata sia in Consiglio Comunale che nelle commissioni consiliari?
Sicuramente più membri in minoranza sarebbero serviti. Però rispetto a giugno 2023 non è cambiato granché, perché già allora gli altri consiglieri di opposizione si limitavano al compitino della presenza in Consiglio e in Commissione, nemmeno troppo assidua. La vera opposizione non si concretizza solo con la discussione ed il voto in Consiglio. Serve costanza e servono anche atti formali. Il nostro gruppo consiliare ha protocollato e illustrato decine di atti di controllo e proposta, chiedendo in più occasioni le riunioni delle commissioni. Tutto questo lavoro non risulta svolto dalle altre forze politiche.
Quali strategie intende adottare per garantire un’efficace attività di controllo e di proposta, nonostante il quadro attuale di isolamento politico all’interno dell’opposizione?
Non parlerei di strategie ma di lavoro. Vengo dal mondo del lavoro e per me la cultura del lavoro è fondamentale. Per questo continueremo a lavorare per onorare gli impegni. Come dicevo, a livello di atti amministrativi quali interrogazioni, ordini del giorno, mozioni e sindacati ispettivi, il lavoro svolto finora è stato tanto. Tutte cose che non si sono viste nelle sedute della passata consiliatura, dove invece c’erano diversi consiglieri all’opposizione. I numeri occorrenti su alcune iniziative consiliari sono certamente importanti, però si trova il modo di sopperire, come ad esempio sui numeri per la convocazione della seduta consiliare a cui si ovvia con la richiesta di ordini del giorno. Anche qui non posso che guardare al passato e non mi risulta che certe iniziative siano state mai prese né che Natalia sia stato mai messo in minoranza. Anzi, quando nel 2022 era chiaro che c’erano i numeri per metterlo definitivamente all’angolo con una mozione di sfiducia, è stato proprio qualcuno dell’opposizione a fargli da stampella e nessuno ha preso iniziativa, segno che già allora erano in atto forme dissimulate di consociativismo.
Come descrive il rapporto di LiberAnagni con il Partito Democratico e le altre forze politiche di centrosinistra presenti ad Anagni? Ritiene possibili sinergie o collaborazioni in futuro? A suo avviso, quali sono i punti di forza e le principali divergenze tra la sua visione politica e quella degli altri gruppi di centrosinistra?
I rapporti sono complessi, e per fare chiarezza è necessaria una premessa.
Siamo sempre stati e siamo tuttora aperti al dialogo con chiunque condivida il nostro manifesto di valori. Vorrei ricordare che, a ottobre 2022, abbiamo presentato la coalizione LiberAnagni partendo praticamente da zero, a maggio 2023 oltre 2.200 cittadini ci hanno dato fiducia e, da allora, il progetto è cresciuto ulteriormente. Oggi, con tutte le altre forze politiche cittadine riunite in maggioranza, rappresentiamo per la cittadinanza l’unica alternativa credibile per il futuro governo della città. Questo ruolo, però, comporta impegno, serietà e il coraggio di affrontare anche dinamiche scomode, rimettendo sempre ai cittadini il giudizio finale.
Per trasparenza e correttezza verso di loro ritengo quindi doveroso esporre diversi fatti. A marzo 2023 con PD e M5S abbiamo stretto un patto di “coalizione civica”, un impegno con i cittadini che pone al centro, per l’appunto, il bene della nostra Città. Come coalizione, stiamo onorando quell’impegno con il lavoro consiliare, ma non posso nascondere qualche problema con i partiti a livello di sezioni locali.
Dopo il voto, la lista M5S non si è concretizzata in un gruppo territoriale cittadino e questo problema, purtroppo, appare oggi esteso anche ad altre sigle del centrosinistra anagnino, eccezion fatta per il PD. Tuttavia, il circolo locale PD ha sospeso le sue attività dopo le elezioni per le dimissioni improvvise del segretario Proietti.
A fine 2023 c’è stata la nomina del Francesco Sordo ed il nuovo segretario del circolo, in concreto, ha inspiegabilmente osteggiato l’azione politica di coalizione: ha rinnegato gli impegni presi dal partito, si è disinteressato del lavoro consiliare ed ha chiuso al dialogo con la componente civica. Inoltre, ha promosso azioni scollegate dal programma condiviso, che diverse volte hanno anche ostacolato il nostro ruolo e lavoro di opposizione. Alcune sue iniziative, infatti, si sono manifestate nei momenti di maggiore difficoltà dell’amministrazione o di più incisiva azione da parte nostra in sede consiliare, facendo apparire il circolo da lui rappresentato come una sorta di “opposizione all’opposizione”. Emblematici sono i comunicati stesi, a nostra totale insaputa, insieme a sigle estranee alla coalizione, come lo sono le sue ultime esternazioni in una intervista, dove invece che sottolineare gli errori evidenti dell’amministrazione nella seduta del Consiglio di fine anno ha preferito rivolgere giudizi sprezzanti sulla nostra azione politica. Addirittura, ha anche colpevolizzato per la vittoria elettorale di Natalia chi ha sostenuto la nostra coalizione, incluso quindi il suo stesso partito.
Questo atteggiamento è lo spiacevole strascico di un problema radicato nel passato. Ricordo che nel 2023 la consigliera Tagliaboschi, candidata sindaco del circolo quando segretario era proprio Sordo, insieme ad alcuni iscritti a lei vicini hanno seguito Cardinali per schierarsi contro il PD nella coalizione SiAmo Anagni, che dopo pochi mesi si è collocata stabilmente in maggioranza con Natalia. In campagna elettorale con loro, ho appreso da lui stesso che c’era anche Sordo, il quale tuttavia non ha mai chiarito pubblicamente certe ambiguità; analogo discorso vale per i suoi trascorsi da segretario nel circolo, dove non mi risulta che abbia mai ammesso responsabilità per quelle scelte cruciali che hanno spianato la strada ai due mandati di Natalia.
Nonostante questo problema nel circolo, non siamo preoccupati, perché i vertici dei partiti sono stati messi al corrente della situazione e la loro fiducia non è mai venuta meno. In questo perimetro, quindi, possiamo dire che c’è convergenza. Del resto, lavoriamo insieme a molti iscritti, candidati e simpatizzanti sia del PD che del M5s, tra cui segnalo una realtà consistente costituita dalla componente “Rinnovamento tesserati PD” di Angela Manunza, Baldassarre Sansoni e gli altri. Oggi, a livello cittadino, questo gruppo rappresenta un punto di riferimento leale e coerente per tutti gli elettori del PD e di area.
In diverse occasioni ha evidenziato criticità relative alla legalità e alla trasparenza amministrativa nella gestione del Comune di Anagni. Ritiene che ci siano stati miglioramenti significativi o che la situazione resti invariata?
La situazione, purtroppo, non mi risulta migliorata. Le criticità che ho evidenziato riguardano la mancanza di trasparenza amministrativa, l’insufficiente partecipazione dei cittadini ai processi decisionali e alcune vicende che continuano a sollevare dubbi in termini di rispetto delle norme e del buon governo. Mi riferisco, ad esempio, alla gestione degli impianti sportivi, all’esternalizzazione del servizio tributi, alla gestione di diversi servizi e ad alcune opere pubbliche come il viadotto su Via Calzatora, il progetto in Via Cangiano ed anche allo stesso progetto di parco a San Filippo, elaborato in gran segreto. Questi casi rappresentano emblematicamente un approccio che, a mio avviso, non tiene conto né degli interessi collettivi né del rispetto delle regole. Inoltre, non va dimenticata la problematica della commistione tra ruoli di controllo e di governo, con un sistema di deleghe a tappeto contrario al principio di separazione dei poteri. Siamo nell’anno del Giubileo della Speranza. La mia speranza è che un maggiore controllo pubblico e la nostra pressione costruttiva come opposizione possano contribuire a cambiare questa tendenza.
Come valuta la trasparenza e l’efficienza dell’attuale amministrazione nella gestione delle risorse pubbliche?
La domanda anche qui la farei agli anagnini. Anzi, ne farei tante. È efficiente la spesa di milioni di euro per opere tuttora incompiute da anni, e cito a caso il museo, il rotone e via Calzatora? È efficiente la spesa in manifestazioni che non attraggono visitatori? È efficiente la spesa per le politiche commerciali viste le tante attività che hanno chiuso e ancora chiudono? È efficiente la spesa per le infrastrutture e per le manutenzioni quando con i 20 giorni di lavori per il G7 tutti si sono accorti che la Città era stata trascurata per decenni? È efficiente la gestione delle aree verdi lasciate al degrado e poi sistemate con grande dispendio di risorse come quelle di Tufano, San Bartolomeo e De Magistris? È trasparente la gestione dei vari servizi se il sito non è aggiornato e nemmeno a un consigliere comunale vengono consegnati gli atti richiesti? E’ trasparente la gestione degli eventi culturali assegnati spesso senza procedure ad evidenza pubblica? E’ trasparente la gestione degli impianti sportivi e dei progetti PNRR, su cui nessuno risponde in Consiglio? E, soprattutto, quali sono i danni alla Città ed all’erario di tutto questo? Potrei continuare per parecchio, accennando ad esempio ai finanziamenti persi, ai disservizi sui rifiuti e così via.
Qual è la sua opinione sulla gestione della sanità locale? Ritiene che l’attuale amministrazione stia facendo abbastanza per garantire servizi sanitari pubblici di qualità?
Qui il discorso deve farsi più articolato e devo dilungarmi un pò. Il dramma della carenza dei servizi sanitari, purtroppo ben noto a tutti, si intreccia con un altro tema fondamentale: l’inquinamento ambientale. Anagni e il territorio circostante registrano un’incidenza di malattie oncologiche altissima. Questi dati non sono casuali, ma legati ad un inquinamento diffuso che ha portato alla dichiarazione del nostro territorio come Sito di Interesse Nazionale (SIN). Tuttavia, Natalia e la sua maggioranza, per far passare il nostro territorio come una sorta di Far West che attrae investimenti, costantemente minimizzano o addirittura negano l’esistenza di un problema ambientale. Questo negazionismo, chiaramente improntato alla logica del profitto che prevale sulla salute, è tanto irresponsabile quanto pericoloso.
Tornando alla sanità, quindi, vediamo la coerenza dell’amministrazione con quanto appena detto, fatta di negazionismo misto a promesse da marinaio e falsi annunci. I fatti non si possono negare: i locali dell’ex ospedale oggi ospitano servizi più carenti di prima, ben lontani dalle reali necessità di quasi 90.000 cittadini del circondario che sono costretti a rivolgersi alle strutture di Frosinone e Colleferro, già congestionate di loro.
Natalia, che nel 2018 aveva vinto le elezioni promettendo di far riaprire l’ospedale di Anagni, nel 2023 le ha rivinte spacciando per grande risultato molto meno: la promessa di un reparto oncologico ed un punto di primo intervento. Per non perdere la faccia a luglio 2024 hanno inaugurato in pompa magna nell’ex ospedale un locale con insegna “reparto oncologico”, che in concreto è soltanto un ambulatorio con un infermiere addetto. Inoltre, del punto di primo intervento nemmeno se ne parla più e, al contrario, c’è stato persino un tentativo, nel febbraio 2024, di chiudere il PAT notturno, sventato solo grazie ad una nostra durissima diffida.
La vera svolta era ben altro: era spingere sulla Regione per implementare i servizi esistenti e, soprattutto, per programmare un nuovo ospedale per l’intero circondario, puntando nel territorio comunale sull’area dell’ex Polveriera, la cui riqualificazione avrebbe potuto sfruttare fondi europei specifici e coinvolgere le Università. Questa proposta, coerente con il nostro programma elettorale e bollata come “utopia” dalla maggioranza a luglio 2023, nel marzo 2024 l’abbiamo tradotta in una mozione poi approvata all’unanimità dal Consiglio Comunale con la delibera n. 5 del 16 maggio. Il sindaco, invece che coinvolgere gli altri sindaci e andare compatti in Regione per attuare quella delibera, a fine 2024, in modo gravissimo, ha fatto capire a tutti di non voler importunare il Presidente Rocca.
Come giudica la gestione dei rifiuti e la politica di raccolta differenziata nel comune di Anagni?
La gestione dei rifiuti è stata bocciata da tempo dai cittadini e non risultano atti ufficiali dell’ente per agire in danno del gestore. Ricordo che lo stesso Sindaco ha dichiarato più volte nel 2023 che avrebbe risolto tutto con il nuovo appalto. Stiamo nel 2025 e tutto è come prima. Questo già basterebbe per spiegare. Però, purtroppo non è tutto. Siamo forse l’unica città ormai rimasta senza isola ecologica e la responsabilità è tutta dell’Amministrazione. Hanno avuto sette anni per individuare l’area e farla realizzare al gestore. Qualcuno l’ha vista?
Quali sono, a suo avviso, le principali priorità ambientali che dovrebbero essere affrontate per il miglioramento del territorio?
Innanzitutto serve programmazione, cosa che è sempre mancata. Serve programmare l’implementazione del verde urbano, il recupero del patrimonio naturale e la piantumazione di nuove alberature, anche solo osservando la normativa vigente, come da noi ottenuto con emendamenti ad hoc della programmazione ma ancora non realizzato della giunta. In secondo luogo, va cambiata la prospettiva sul SIN. Va abbandonata la prospettiva negazionista, deleteria ed anche utopistica. Per ammaliare qualche imprenditore si generano false illusioni che si trascinano ormai da anni, perché i principi fondamentali della normativa nazionale e comunitaria in materia sono un ostacolo invalicabile. La prospettiva corretta è quella di intercettare fondi europei per non gravare le opere di caratterizzazione e bonifica sui proprietari. Promuovere un consorzio tra privati ed enti pubblici in tal senso potrebbe essere il primo passo. In terzo luogo, va rivisto il piano del traffico nella parte alta della città ed in genere implementato un sistema di mobilità alternativa, che per questa amministrazione è arabo. Lo stesso andrebbe fatto anche nelle periferie, ma l’amministrazione ha dimostrato di andare in direzione contraria basti pensare alle loro esternazioni sul traffico nelle discussioni sui progetti di biodigestore e logistica in prossimità di aree densamente abitate. Ricordo a tutti che gli studi epidemiologici correlano i tumori alle polveri sottili e all’inquinamento dell’aria. Vogliamo negare anche questo? Ci sarebbe poi altro da dire, ma mi limito ad accennare alla necessità prioritaria di intervenire sulle carenze e perdite del sistema fognario, sulla dispersione idrica, sul consumo di suolo e sul monitoraggio ambientale.
Può illustrarci le proposte concrete che intende portare in Consiglio Comunale nei prossimi mesi?
In poco più di un anno e mezzo abbiamo dimostrato quanto sia importante il ruolo di una minoranza attiva nel promuovere il cambiamento. La nostra proposta di Parco a San Filippo, ad esempio, ha fatto emergere un bisogno reale e condiviso, costringendo l’amministrazione ad ampliare la visione rispetto a quella dei 28 posti auto. Lo stesso è avvenuto anche su altri temi importanti: cito, tra i tanti, la sanità con la delibera del nuovo ospedale, la sicurezza con due mozioni ed altre iniziative, il sociale con i centri di aggregazione nell’ambito della rigenerazione urbana, il biodigestore con la deliberazione popolare del 2021, la tutela del verde urbano con gli emendamenti accennati, le politiche giovanili con la consulta e i tavoli aperti sul disagio giovanile. Con queste azioni ci siamo concentrati sulle priorità. Per il futuro siamo orientati a portare avanti il programma con proposte sull’efficienza della gestione delle risorse e sull’implemento dei servizi essenziali ai cittadini, come quello idrico e fognario ad esempio. Non tralasceremo però l’azione di controllo, che è il nostro primo dovere. Per questo stiamo lavorando per tradurla, per le tante anomalie e criticità ravvisate, nella stesura di esposti dettagliati all’ANAC, alla Corte dei Conti ed alla Prefettura.
Quali sono state le maggiori sfide che ha affrontato nel suo percorso politico ad Anagni? Come le ha superate?
Non parlerei di sfide ma proprio di un percorso. È un percorso di crescita costante e questo ci fa ben sperare per il futuro. La sfida è sostenere le responsabilità, che crescono di pari passo. Essere l’unico gruppo consiliare di opposizione è la responsabilità più grande, fermo restando che il giudizio lo daranno sempre i cittadini. Saranno loro a dire se la sfida è stata superata.
Quali sono le sue aspirazioni politiche per il futuro? Ha obiettivi specifici che desidera raggiungere per il bene della comunità anagnina?
L’obiettivo non è solo il mio ma di tutti i gruppi e i cittadini che rappresento in Consiglio, tra i quali mi sento di includere tanti tra coloro che non ci hanno votato nel 2023, i quali hanno acquisito una consapevolezza diversa dopo che le coalizioni di Natalia, Cardinali e Tuffi hanno gettato la maschera. È quello di dare a questa Città un governo davvero nuovo, che sappia valorizzarla e farla crescere.