La condanna in Corte d’Appello
Lo psichiatra Stefano Maria Cogliati Dezza, 72 anni, è stato condannato dalla Corte d’Appello a due anni e dieci mesi di reclusione per violenza sessuale ai danni di una sua paziente di 27 anni. Secondo l’accusa, il medico avrebbe sfruttato la fragilità della giovane, sottoponendola a pratiche sessuali estreme, tra cui frustate e l’applicazione di cera calda sul corpo, durante le sedute terapeutiche.
Il percorso giudiziario
In primo grado, il GUP aveva inflitto a Cogliati Dezza una pena di quattro anni e sei mesi. La riduzione della pena in appello è avvenuta grazie alla concessione delle attenuanti generiche. Tuttavia, poiché l’accusa di violenza sessuale impedisce l’accesso a misure alternative al carcere per condanne superiori ai due anni, se la Cassazione confermerà la sentenza, lo psichiatra dovrà scontare la pena in carcere.
La vicenda della paziente
Nel 2019, Carlotta si era rivolta a Cogliati Dezza per affrontare un improvviso aumento di peso, passando da 60 a 85 chilogrammi in poche settimane. La giovane, laureata e con una promettente carriera professionale, cercava supporto per superare le sue difficoltà personali. Secondo l’accusa, lo psichiatra avrebbe instaurato un legame di dipendenza, approfittando della vulnerabilità della paziente per coinvolgerla in rapporti sessuali estremi.
Il legame con la famiglia della vittima
La famiglia di Carlotta conosceva già Cogliati Dezza, poiché in passato aveva avuto in cura la sorella maggiore della giovane. Purtroppo, nel 2007, la sorella si era suicidata, evento che aveva segnato profondamente la famiglia. Nonostante ciò, Carlotta decise di affidarsi allo psichiatra, confidando nella sua professionalità e sperando di ricevere l’aiuto necessario.
La revoca del premio Bonifacio VIII
A seguito della notizia diffusa dalla stampa nazionale relativa alla condanna a due anni e dieci mesi per violenza sessuale inflitta allo psichiatra dei “vip”, il dottor Stefano Maria Cogliati Dezza, gli organi direttivi dell’Accademia Bonifaciana hanno deciso di intervenire con fermezza. Con decreto prot. 11/25 del 22 gennaio 2025, il Rettore Presidente Sante De Angelis, d’intesa con il Consiglio Direttivo, il Direttore Artistico Cesare Marinacci e il Presidente del Comitato Scientifico monsignor Enrico dal Covolo, ha revocato “con effetto immediato” sia il Premio Nazionale Bonifacio VIII, assegnato nel 2021, sia il titolo di Accademico Onorario conferito al medico.
La revoca si riferisce al riconoscimento concesso a Cogliati Dezza il 5 novembre 2021, durante una cerimonia ufficiale presso la Sala della Ragione del Comune di Anagni, in qualità di Direttore Sanitario della Clinica “Villa Giuseppina” e medico accreditato FAS (Fondo Assistenza Sanitaria) del Vaticano.
Una decisione conforme allo Statuto
La revoca è stata motivata nel rispetto dell’articolo 14 dello Statuto dell’Accademia, che disciplina i casi in cui emergano “informazioni certe e negative sulla condotta morale, cristiana o penale” di un premiato. Tale articolo prevede che, qualora simili informazioni siano ricevute prima o dopo la consegna del premio, gli organi accademici abbiano il dovere di emettere un provvedimento ufficiale di diniego o revoca del riconoscimento.
In questo caso, la decisione è stata assunta alla luce della condanna pronunciata dalla Corte di Appello, confermata sia in primo che in secondo grado, benché ancora in attesa di giudizio da parte della Corte di Cassazione.
“In questo caso non c’è alcun bisogno di emettere un provvedimento di biasimo – spiegano il Rettore Presidente Sante De Angelis, il Vice Presidente e Direttore Artistico Cesare Marinacci e il Presidente del Comitato Scientifico monsignor Enrico Dal Covolo – ma ci sono tutti gli estremi per la revoca immediata del nostro Premio Nazionale Bonifacio VIII. Abbiamo conferito il premio al dottor Cogliati Dezza nell’edizione 2021, su segnalazione di un autorevole membro del Comitato Scientifico, corredato da un curriculum professionale e accademico di primo livello, che fu approvato dal Comitato stesso. Naturalmente siamo rimasti senza parole e allibiti nell’apprendere questa infausta notizia, e abbiamo applicato alla lettera, per la prima volta in ventitré anni di vita accademica, l’articolo dello Statuto che disciplina questi casi”.
L’Accademia Bonifaciana, con questa decisione, riafferma il suo impegno nel garantire che i valori morali e cristiani, pilastri fondamentali dell’istituzione, siano rispettati da tutti i destinatari dei suoi riconoscimenti. La scelta di revocare il premio conferma la serietà e il rigore con cui l’Accademia tutela la propria immagine e i propri principi fondanti.