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    “Vivo, quindi posso”: Silvia Calcavecchia e l’arte di reinventarsi oltre la disabilità

    “sono nata con la Paralisi cerebrale infantile ma questo non mi ha fermata. Io vivo, quindi posso”
    11 Febbraio 20255 Mins Read
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    Silvia Calcavecchia
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    di Silvia Scarselletta

    “Vivo, quindi posso”; sono queste le parole con cui Silvia Calcavecchia, in arte “Sissiland”, dà forza a se stessa e agli altri. Un motto, una legge morale, un atto di resilienza. A 35 anni, Silvia può affermare che la sua missione nel mondo è quella di dimostrare, con il proprio esempio, che nella vita si può tutto, anche quando il destino sembra porre dei limiti. E ce ne può raccontare tanto di limiti lei, che sempre ironizza sui propri ostacoli, prendendo però puntualmente il lato positivo: nata con una paralisi cerebrale infantile, ha poi scoperto, negli ultimi anni, di avere una malattia degenerativa che le ha ridotto la vista all’1%: “diciamo che non sono nata proprio con il piede giusto, ma guardo sempre il lato positivo; ad esempio, ho sempre il parcheggio gratis“, afferma scherzosamente Silvia.

    La Paralisi cerebrale infantile può essere causata da una serie di fattori, spesso legati a danni al cervello, che si verificano durante lo sviluppo prenatale, al momento della nascita o subito dopo; in questo caso il fatto che sua madre non sia stata assistita tempestivamente durante il parto ha comportato una mancanza di ossigeno nel cervello di Silvia al momento della nascita.

    Una tenacia e un’ironia incredibile, la sua, da lasciare senza fiato qualsiasi mente umana che banalmente lamenta le proprie catastrofi personali: “la vita è una – continua Silvia – ed è un dono incredibile! Quando sono nata, sembrava che il mio destino fosse già scritto, che ruotasse intorno a quelle tre parole: paralisi-cerebrale-infantile. La PCI è un disturbo neurologico che compromette i muscoli del corpo in modo irreversibile, ma questo non mi ha fermata. Io vivo, quindi posso. Io non sono la mia disabilità, io sono semplicemente Silvia, una ragazza piena di sogni, che vuole solo nutrirsi di tutte le bellezze che esistono al mondo. Io voglio vivere, vivere e vivere!”

    Silvia insegna, anche solo con il suo sorriso. Ci insegna che la forza di volontà fa muovere le montagne, che se il mondo cade, noi possiamo semplicemente spostarci un po’ più in là. Ci insegna che non dobbiamo mai smettere di credere in noi stessi e nelle nostre potenzialità, che per ogni problema c’è sempre una soluzione, che per ogni ostacolo c’è una scorciatoia, che per ogni limite c’è una prova di coraggio. Silvia viaggia, ama, scopre il mondo, coltiva passioni, costruisce castelli. Ha lottato per essere la donna che è oggi, per raggiungere i propri sogni. Si è trasferita, ha vissuto l’amore, il viaggio, la scoperta, lo studio, nonostante secondo alcuni medici non avrebbe mai potuto parlare o camminare. Molto spesso ha dovuto lottare con persone che cercavano di metterle dei limiti – anche quando questi non c’erano – o con persone che credevano di avere il diritto di decidere cosa lei potesse o non potesse fare: “perché studi, se tanto questo lavoro non lo puoi fare?”. Ma proprio quelle parole le hanno dato la forza di impegnarsi ancora di più e di ottenere il successo: oggi è una divulgatrice, scrittrice, giornalista, content creator, blogger, moglie e viaggiatrice.

    Silvia ha vissuto molti momenti difficili: “quando mi guardavo allo specchio – racconta – odiavo ogni centimetro del mio corpo, mi sentivo totalmente inadeguata. Mi chiedevo: perché proprio a me? Quando ho scoperto di avere una malattia degenerativa agli occhi, mi sono promessa che neanche in questo caso mi sarei fatta limitare. Ho così imparato a guardare il mondo con occhi diversi. Se nella vita non puoi cambiare una situazione, puoi almeno cambiare il modo in cui decidi di rispondere a quella situazione“.

    Avere percezione di noi stessi è fondamentale. Consolidare il rapporto con il nostro corpo e la nostra anima è la prima prerogativa per non permettere agli altri di tarparci le ali, e questo perché non bisogna lasciare che le insicurezze e i limiti che ci vengono posti diventino i nostri, poiché solo e unicamente noi siamo consapevoli di ciò che possiamo o non possiamo fare.

    Attraverso il suo blog “Sissiland” – la cui missione è “sensibilizzare, ispirare, condividere” – e la sua pagina Instagram Silvia si impegna a rendere consapevoli le persone promuovendo così anche un messaggio di inclusione e resilienza; condividendo le sue esperienze di vita, essa vuole abbattere qualsiasi pregiudizio o tabù legato alla disabilità e sradicare la classica narrazione che vede le persone con disabilità incasellate solo in due estremi opposti: da un lato il malato-bisognoso, dall’altro l’eroe che supera ogni ostacolo: “la realtà è che siamo persone tutte diverse, con caratteri e passioni uniche”; il suo blog, infatti, non parla prettamente di disabilità, ma racconta delle passioni e dei sogni che vanno oltre i limiti imposti da essa: le persone non sono solo la loro disabilità e con le sue parole Silvia vuole trasmettere un potente messaggio di speranza e di libertà, che va oltre ogni limite e pregiudizio; il suo è un inno alla vita.

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