Una riforma che cambia tutto
A partire da luglio 2025, il trasporto pubblico locale nel Lazio entrerà in una fase completamente nuova. La riforma, fortemente voluta dal Partito Democratico e dall’ex presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, prevede il passaggio della gestione dei trasporti dai singoli Comuni a un livello regionale, con un sistema basato sulle Unità di Rete.
Non saranno più le amministrazioni locali a organizzare il servizio, ma la Regione, attraverso un modello centralizzato in cui l’ente ASTRAL avrà un ruolo cruciale. Questo cambiamento, stabilito con la Legge Regionale 28/2019 e successivamente regolamentato dalle DGR 912 e 617 del 2020, ridisegna il sistema di trasporto urbano e interurbano. Tuttavia, le perplessità non mancano, come spiega in una nota Giuseppe Pizzuti, membro della segreteria provinciale Lega-Salvini Premier e responsabile Dipartimento Trasporti.
Comuni privati del controllo
Secondo Pizzuti, la riforma era stata annunciata come un’opportunità per migliorare l’efficienza del trasporto pubblico, ma in realtà ha finito per privare i Comuni di un’importante funzione. Inizialmente, la legge prevedeva il coinvolgimento delle amministrazioni locali nella progettazione dei servizi minimi e nella determinazione del costo standard. Tuttavia, il confronto con gli enti locali è stato ridotto al minimo.
Le comunicazioni della Regione Lazio sono arrivate in piena emergenza COVID-19, rendendo impossibile un approfondimento adeguato della questione. La transizione, dunque, avviene senza una reale concertazione con chi, fino a oggi, ha gestito direttamente il servizio.
L’impatto sugli utenti
La creazione delle nuove Unità di Rete comporterà inevitabili cambiamenti per chi utilizza quotidianamente il servizio. In particolare, la provincia di Frosinone sarà suddivisa in tre aree: Ciociaria, Terra di Lavoro e Valle del Sacco. Tuttavia, la riforma non sembra tener conto delle esigenze delle zone più remote, dove le linee intercomunali finora gestite da Cotral potrebbero essere ridotte o eliminate.
Questo rischia di penalizzare in particolare studenti e lavoratori che vivono in campagna e che ogni giorno dipendono dal trasporto pubblico per raggiungere le scuole o il posto di lavoro. Il timore diffuso è che le modifiche finiscano per ridurre l’accessibilità al servizio, anziché migliorarla.
L’azione della Lega e il futuro della riforma
Nella giornata del 13 febbraio 2025, il tema è stato affrontato in un incontro con l’Assessore ai Trasporti Fabrizio Ghera e con l’Assessore Pasquale Ciacciarelli. Il Consigliere Giuseppe Pizzuti, in rappresentanza della Lega, ha espresso le preoccupazioni dei cittadini e ha ringraziato gli assessori per la loro disponibilità al confronto.
Tuttavia, la situazione appare ormai definita: la riforma è in fase avanzata e difficilmente potrà essere bloccata. La Lega ha promesso di monitorare con attenzione gli sviluppi, per garantire che il nuovo sistema non penalizzi gli utenti e i territori più fragili.
L’incertezza resta alta: il passaggio a un modello regionale potrebbe rappresentare una grande opportunità, ma anche un rischio concreto per la tenuta del trasporto pubblico locale. Le prossime settimane saranno decisive per capire quale sarà l’impatto reale di questa trasformazione sulla vita quotidiana dei cittadini.