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    Home » Serie B. Frosinone, il cuore e l’anima ci sono. A mancare è tutto il resto
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    Serie B. Frosinone, il cuore e l’anima ci sono. A mancare è tutto il resto

    giallazzurri fermati sul pareggio dalla Reggiana. Gli ospiti in vantaggio al 42’ con Sersanti, pareggio di Koutsoupis al 92’
    16 Febbraio 20255 Mins Read
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    di Giorgio Stirpe

    Il cuore c’è, un’anima anche, manca tutto il resto.

    Così si può riassumere la gara che il Frosinone ha giocato contro la Reggiana, una partita fondamentale per il cammino verso la salvezza che i ciociari hanno steccato evitando un ko terribile solo nei minuti di recupero. Quella contro gli emiliani e la successiva a Salerno erano (e lo sono ancora) i due match che avrebbero dovuto dare ai giallazzurri quei punti che servono come il pane per rialzare la testa. Il pareggio casalingo non può bastare. Da salvare c’è solo l’orgoglio e la volontà di non perdere ancora, armi che hanno consentito ai canarini di riacciuffare la gara. Per il resto, si sono palesati i difetti di sempre, a cominciare dalla scarsa vena realizzativa e la qualità bassa di un reparto offensivo che va in gol con il contagocce.

    C’è stata la virata a 360 gradi su Canotto che, dopo aver giocato (e bene) nel mese di Dicembre, era stato di nuovo escluso dai piani tecnici del Frosinone nonostante la pochezza degli altri attaccanti in rosa.

    In molti, anche tra i tifosi, si erano chiesti i motivi della stessa scelta che era effettuata anche ad inizio stagione ma che, questa volta appariva incomprensibile. Detto, fatto: Greco, riavuta la possibilità di disporre di nuovo di Canotto, lo ha inserito dal 1’ nel tridente d’attacco, assieme ad Ambrosino e Kvernadze.

    Questa la grande novità della formazione schierata contro gli emiliani che, per il resto, ha ricalcato quella messa in campo contro il Catanzaro. Difesa a quattro davanti a Cerofolini, composta da Anthony Oyono, Lusuardi, Monterisi e Di Chiara; centrocampo a tre con Bohinen, Koutsoupias e Darboe (al posto dell’acciaccato Kone) e avanti, come detto, il tridente nuovo per 2/3 (confermato il solo Ambrosino).

    “Lottate per lo stemma che portate sul petto, solo così avrete il nostro rispetto”, questo lo striscione con cui la Nord ha accolto i calciatori al loro ingresso sul campo, un appello a non mollare, in un momento decisivo per la stagione.

    La Reggiana, consapevole di avere due risultati utili sui tre a disposizione, ha atteso, per tutta la prima parte del tempo il Frosinone nella propria metà campo, facendo molta densità in mezzo, e portando tanti uomini dietro la linea del pallone. Un assetto tattico che ha reso difficile la vita ai giallazzurri che hanno faticato a trovare gli spazi giusti per impensierire l’ex di giornata, il portiere emiliano Bardi.

    Gli ospiti, con aggressività, hanno recuperato sistematicamente il pallone a centrocampo riuscendo a rendersi pericolosi con una serie di sortite che hanno spaventato i ciociari a tal punto da renderli timidi e impacciati per tutti i primi 45’.

    Kvernadze, devastante nello spicchio di partita giocato contro il Catanzaro, non pervenuto per tutto il primo tempo, così come il resto del tridente d’attacco.

    E allora la Reggiana ha cercato di approfittare dello smarrimento dei giallazzurri mettendo a segno la rete del vantaggio al 42’ con Sersanti, complice anche una corta respinta in piena area di rigore di Lusuardi proprio sui piedi del centrocampista granata.

    La mossa d’inizio ripresa di Greco è stata inevitabile: sotto di un gol, il tecnico ha inserito Pecorino al posto di Darboe, passando ad un assetto tattico più offensivo, una sorta di 4-2-4, inevitabile quanto pericoloso per gli equilibri della squadra.

    Con grande impeto il Frosinone ha aggredito l’avversario guadagnando calci d’angolo in serie, rischiando qualcosa, andando vicino al pareggio con una punizione di Di Chiara al 55’.

    Con il tempo tiranno i giallazzurri hanno provato a non sgonfiarsi, perdendo per un pò la verve iniziale, nonostante gli ingressi anche di Ghedjemis e Begic sulla trequarti. Di Ambrosino il tiro più pericoloso arrivato soltanto al 74’ con Bardi che ha respinto con i pugni.

    Greco le ha provate tutte per rianimare la squadra, passando al terzo modulo di giornata, il 3-4-1-2 dopo aver inserito anche Partipilo al posto di Di Chiara.

    Nel recupero il Frosinone è tornato a respirare. Al 91’ Begic ha chiamato ad un grande intervento Bardi che ha tolto dalla porta il pallone del possibile pareggio che è arrivato, dal corner successivo, grazie a Koutsoupias.

    I giallazzurri hanno almeno evitato la sconfitta e l’uscita dal campo tra i fischi che, altrimenti, sarebbero stati assordanti.

    LE PAROLE DEL TECNICO DEL FROSINONE LEANDRO GRECO

    Per me il primo tempo è inspiegabile, faccio fatica a capire, dobbiamo farci domande dal punto di vista personale, ci può stare di sentire la partita ma non è giustificabile. Non ho avuto segnali di difficoltà alla vigilia, non mi aspettavo l’approccio così e mi sento responsabile di tutto. La reazione c’è stata, non riesco a tirare fuori dai calciatori grande continuità e mi dispiace per l’ambiente. Oggi non è una questione di singoli per me, è un problema di collettivo, non ho preclusioni per nessuno. Tra il primo e secondo tempo, in maniera non cordiale, ho detto ai ragazzi che non sono questi, stanotte non dormirò per questo, non capisco perché non riescano ad esprimere le loro potenzialità. Forse non sono riuscito a trasmettere serenità, cattiveria, voglia di vincere, ma l’impegno dei ragazzi non è in discussione. Non mi arrenderò mai, ovviamente, ci credo più di prima, lavoro tutti i giorni con questi calciatori e il mio rammarico è non essere riuscito a trasmettere loro la carica giusta. Ripartiamo dal finale, dal pareggio, qualcosa comunque di positivo.

    LE PAROLE DEL CENTROCAMPISTA ILIAS KOUTSOUPIAS

    Dobbiamo prendere tutti insieme le responsabilità, non siamo entrati bene in partita, forse perché la sentivamo come una finale, non siamo stati all’altezza. Alla fine l’abbiamo ripresa, mancano ancora 12 partite, il pareggio ci permette di non aver perso nulla per continuare a crederci. Stiamo migliorando, sotto di un gol diventa tutto più difficile, il punto ti fa muovere la classifica. L’unica strada che vedo è quella di lavorare, siamo un gruppo sano e possiamo crederci ancora.

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