Spazi ridotti e meno privacy per i pazienti
La riorganizzazione del Pronto Soccorso di Alatri preoccupa
Il Pronto Soccorso di Alatri sta attraversando un’importante trasformazione strutturale, ma non tutti vedono di buon occhio i cambiamenti in corso. Secondo quanto denunciato dal Sindaco di Fumone, Matteo Campoli, e dal Comitato San Benedetto di Alatri, le nuove soluzioni adottate rischiano di compromettere la privacy e la convivenza tra pazienti di genere diverso.
Se in passato le stanze erano separate, ora sono state accorpate in un unico ambiente con 7-8 posti letto. Questo tipo di sistemazione, pur migliorando apparentemente l’organizzazione dello spazio, comporta una serie di disagi, soprattutto per chi si trova a dover condividere la degenza con pazienti di sesso opposto.
Nuovo modello operativo: funzionale o problematico?
Il personale sanitario non è stato coinvolto nelle decisioni
Il rinnovamento non riguarda solo l’area di Osservazione Breve, ma potrebbe estendersi anche alla zona principale del Pronto Soccorso. Qui, dove attualmente operano due medici in stanze ben attrezzate, si prospetta un’unica area con soli tre posti letto. Questa scelta suscita interrogativi importanti: è possibile garantire interventi di emergenza senza un adeguato spazio separato? Come si assicura la dignità dei pazienti in un ambiente così limitato?
A destare ulteriore preoccupazione è il fatto che queste decisioni siano state prese senza consultare il personale medico. Il timore è che si possa arrivare a una gestione più complessa del lavoro, con ripercussioni sulla qualità dell’assistenza e sulla sicurezza operativa.
Un modello sanitario che ignora le lezioni del passato
Il rischio di peggiorare la qualità dell’assistenza
Il Comitato San Benedetto di Alatri sottolinea anche un altro problema: l’impossibilità di isolare i pazienti in caso di necessità. Le recenti esperienze legate alla pandemia di Covid-19 avrebbero dovuto insegnare l’importanza di avere stanze dedicate per chi necessita di cure particolari.
Oggi, invece, si sta andando nella direzione opposta, eliminando le separazioni e accorpando gli spazi. Una scelta che rischia di creare difficoltà sia per i pazienti sia per gli operatori sanitari, già provati da turni intensi e da un sistema ospedaliero in continua emergenza.
Una riforma che costa tanto e rende poco
La sfiducia del personale sanitario
Oltre ai problemi strutturali, cresce anche la frustrazione del personale medico. L’assenza di coinvolgimento nelle decisioni ha generato un forte scollamento tra chi lavora sul campo e chi prende le scelte a livello amministrativo.
La denuncia del Sindaco di Fumone e del Comitato San Benedetto di Alatri evidenzia una problematica ben più ampia: quando si avviano lavori senza consultare chi opera in prima linea, si rischia di ottenere un risultato inefficace, che comporta costi elevati ma benefici limitati.
La questione rimane aperta, e ci si chiede se verranno adottate soluzioni alternative per migliorare la situazione senza compromettere il diritto alla salute e alla dignità dei pazienti.