Non soltanto un ente assistenziale, ma un vero e proprio pilastro sociale, tale da garantire a giovani colpiti dalla tragica perdita di un genitore le risorse necessarie per un futuro sereno e dignitoso; il suo operato, che si fonda su principi di solidarietà e sostegno, incarna lo spirito stesso dell’Arma dei Carabinieri, ovvero proteggere e servire, anche oltre la dipartita terrena dei suoi uomini e delle sue donne: è questo – anzi, molto di più – l’Opera Nazionale Assistenza Orfani Militari Arma Carabinieri (O.N.A.O.M.A.C.), istituita il 5 ottobre 1948 per volontà dell’allora Presidente della Repubblica Luigi Einaudi che oggi si distingue per il suo ruolo nobile e fondamentale e rappresenta un faro di speranza per tanti orfani dei militari dell’Arma dei Carabinieri, accompagnandoli nel loro percorso di crescita e di formazione fino al conseguimento della laurea.
A raccogliere l’onore di rappresentare e di incarnare tali profondissimi valori, è, con impegno incrollabile, dal novembre 2022, il Generale di Corpo d’Armata Ugo Zottin, militare di lungo corso e di straordinaria esperienza, oggi Presidente dell’Opera che ha sede in via Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa di Roma.
Zottin, dopo aver servito per quasi mezzo secolo l’Arma dei Carabinieri, ha scelto con il cuore di dedicarsi alla cura e al sostegno degli orfani dei Carabinieri, portando avanti, con immutata passione, quei valori di solidarietà, altruismo e spirito di servizio che hanno illuminato ogni passo della sua straordinaria carriera militare.
anagnia.com ha avuto il privilegio di incontrare il Generale Ugo Zottin nel suo ufficio nel centro della Capitale, non lontano dalle mura vaticane: “il nostro Ente – ci ha spiegato – nasce con l’obiettivo di fornire assistenza agli orfani dei militari dell’Arma dei Carabinieri di qualsiasi grado; il primo Consiglio di Amministrazione, insediatosi l’11 gennaio 1949, vide come presidente il Generale di Divisione Alfredo Ferrari e come vice presidente operativo il Generale di Brigata Romano dalla Chiesa; nel corso degli anni, l’O.N.A.O.M.A.C. ha ampliato la sua missione, estendendo l’assistenza anche ai figli dei militari dell’Arma in congedo ed in servizio rimasti orfani per decesso naturale del genitore. Grazie alle donazioni dei cittadini e al contributo volontario dei Carabinieri, l’Ente ha consolidato il proprio patrimonio, permettendo di offrire un supporto sempre più completo agli assistiti”.
Ancora oggi, sotto la sua guida e quella dei suoi valenti collaboratori, l’O.N.A.O.M.A.C. continua a segnare il cammino di migliaia di ragazzi e ragazze, trasformando il dolore in forza, la perdita in speranza.
L’operato di questo Ente è il segno tangibile di una comunità che non dimentica i suoi eroi, ma li onora con gesti concreti, trasformando la memoria in impegno e la gratitudine in azione. È un messaggio potente, un monito che risuona forte: nessun sacrificio sarà mai vano, nessun sogno sarà mai lasciato svanire nel silenzio.
Per il Presidente, dunque, “l’educazione è la chiave per il raggiungimento della realizzazione personale, ed è proprio su questo fronte che l’Opera interviene con determinazione e sensibilità. Attraverso borse di studio ed un accompagnamento costante, essa offre ai suoi assistiti non solo un aiuto materiale, ma anche un sostegno morale impagabile, testimoniando che nessun figlio di un Carabiniere sarà mai lasciato solo“.
L’affetto e la vicinanza dell’O.N.A.O.M.A.C. non si limitano alla mera assistenza economica: ciò che la rende unica è l’umanità che permea ogni suo intervento. Dietro ogni gesto c’è la consapevolezza che il dolore di una perdita può essere lenito solo con l’amore e la solidarietà. Le attività promosse dall’Opera permettono agli orfani di sentirsi parte di una grande famiglia, una comunità che non dimentica e che continua a onorare la memoria dei propri uomini e delle proprie donne garantendo ai loro figli un futuro di opportunità.
L’Opera, oggi, non riceve finanziamenti pubblici ma si sostiene esclusivamente attraverso le donazioni di privati cittadini e di migliaia di Carabinieri in tutta Italia che, ogni mese, rinunciano a una parte del proprio stipendio con un gesto carico di significato, un atto di profonda fratellanza e riconoscenza.
Lo fanno per onorare la memoria di quei colleghi che, come loro, hanno dedicato la vita alla sicurezza del Paese, affinché il loro sacrificio non venga mai dimenticato e il loro valore continui a vivere nel tempo: un modo per tendere una mano a chi ha bisogno e dimostrare che la grande famiglia dell’Arma dei Carabinieri non abbandona mai i suoi figli, perché dietro ogni uniforme c’è una storia, un cuore, una vita.
E dietro ogni orfano dell’Arma c’è un futuro che merita di essere scritto con dignità, amore e speranza.