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    Home » Maurizio Cocco: ancora detenuto in Costa d’Avorio, Orfini e Porta interrogano il Ministero
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    Maurizio Cocco: ancora detenuto in Costa d’Avorio, Orfini e Porta interrogano il Ministero

    il caso dell'ingegnere fiuggino, arrestato nel 2022, sempre in primo piano
    27 Marzo 20254 Mins Read
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    Un caso giudiziario controverso
    L’odissea giudiziaria di Maurizio Cocco, cittadino italiano detenuto in Costa d’Avorio, continua a sollevare interrogativi e preoccupazioni. Arrestato nel maggio del 2022 con accuse di traffico internazionale di stupefacenti, associazione a delinquere e percosse, ha visto decadere queste imputazioni nel corso del processo. Tuttavia, è stato condannato per frode fiscale, una sentenza che avrebbe dovuto garantire la sua scarcerazione nel maggio 2024. Ciò non è avvenuto e l’italiano resta dietro le sbarre.

    Le condizioni critiche di detenzione
    Le condizioni di detenzione di Maurizio Cocco sono state definite particolarmente preoccupanti. Secondo quanto riferito dall’avvocato italiano Cicchetti, Cocco ha subito un grave deterioramento fisico, perdendo metà del suo peso corporeo, contraendo la malaria e altre malattie tropicali poco conosciute in Europa, fino ad arrivare a un ictus. Il carcere della capitale ivoriana, noto per il sovraffollamento e le difficili condizioni igienico-sanitarie, ha messo ulteriormente a rischio la sua salute.

    Il ruolo della giustizia ivoriana e il ricorso dei legali
    Nonostante la condanna per frode fiscale e la previsione di scarcerazione, la giustizia ivoriana ha rilanciato una nuova accusa di riciclaggio, impedendo il rientro in Italia di Maurizio Cocco. I suoi avvocati ivoriani hanno presentato ricorso per dimostrare l’innocenza dell’ingegnere, ma il sistema giudiziario locale si è dimostrato estremamente lento. Anche la possibilità di libertà su cauzione è stata minata da dinamiche poco chiare, come riportato da alcune fonti di stampa.

    L’interrogazione parlamentare e il ruolo della Farnesina
    **Il caso di Maurizio Cocco è arrivato in Parlamento grazie all’iniziativa dei deputati Matteo Orfini e Fabio Porta, che hanno presentato un’interrogazione parlamentare al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, chiedendo quali iniziative intenda assumere per garantire assistenza al connazionale. Il Ministero ha seguito il caso attraverso l’ambasciata italiana ad Abidjan, che ha effettuato visite consolari e partecipato come osservatore alle udienze. Tuttavia, l’italiano resta ancora in carcere, senza la possibilità di scontare la pena ai domiciliari.

    L’appello per un processo equo
    I parlamentari chiedono che Maurizio Cocco abbia diritto a un processo rapido e a condizioni di detenzione dignitose, nel rispetto dei diritti umani. La sua vicenda è un monito sulle criticità di alcuni sistemi giudiziari e solleva interrogativi sul trattamento riservato agli stranieri detenuti in Costa d’Avorio. L’attesa per una decisione definitiva continua, mentre la sua famiglia e i suoi legali invocano giustizia.

    “Desidero ringraziare l’onorevole Matteo Orfini primo firmatario dell’interrogazione alla Commissione Affari Esteri, presentata con l’onorevole Fabio Porta, in merito alla drammatica vicenda di Maurizio Cocco, nostro connazionale e cittadino di Fiuggi detenuto in condizioni critiche in Costa d’Avorio. È fondamentale che il Governo italiano continui a seguire da vicino questa situazione per garantire a Maurizio un giusto processo e condizioni di detenzione rispettose dei diritti umani”.

    Lo dichiara in una nota Sara Battisti, consigliera regionale del Lazio del Partito Democratico, sul caso Maurizio Cocco, ingegnere di Fiuggi detenuto in Costa D’Avorio.

    “La sua storia – prosegue Battisti – desta grande preoccupazione: dopo due anni di detenzione e la caduta delle accuse iniziali, continua a restare in carcere a causa di nuove contestazioni, con un iter giudiziario che si sta dimostrando estremamente lento e complesso. È inaccettabile che, nonostante la sentenza che ne aveva disposto la scarcerazione, si trovi ancora dietro le sbarre in condizioni di salute molto precarie. Mi auguro che questa interrogazione sia un ulteriore stimolo affinché il Ministero degli Affari Esteri intensifichi gli sforzi diplomatici per ottenere risposte chiare e concrete dalle autorità ivoriane. Continueremo a tenere alta l’attenzione su questa vicenda fino a quando Maurizio non tornerà a casa dai suoi familiari, esasperati da una situazione drammatica. Trattandosi di un cittadino di Fiuggi, mi appello al Sindaco e a tutto il Consiglio Comunale, che ha fatto già approvare una mozione, alle concittadine ed ai concittadini, per continuare mobilitarci insieme e per far sentire che la nostra comunità è al fianco di Maurizio e della famiglia Cocco in questa vicenda assurda che auspichiamo termini presto nel migliore dei modi”.

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