La Delegazione degli studenti e docenti, ricevuti dal Rettore Presidente della Bonifaciana Sante De Angelis e dal Sindaco Daniele Natalia. Passaggio della Porta Santa in San Pietro con il vescovo Enrico dal Covolo e catechesi alla Chiesa degli Artisti con monsignor Antonio Staglianò.
Grande successo per il Giubileo degli Universitari dell’Università della Calabria con sede a Rende (Cosenza), che accompagnati da alcuni docenti, nei giorni scorsi hanno fatto tappa ad Anagni, a Roma e a Città del Vaticano.
A riceverli, è stato il Rettore Presidente dell’Accademia Bonifaciana prof. Sante De Angelis, che gli ha fatto visitare i monumenti più significativi della città dei Papi, la sede dell’Istituzione e non poteva manca l’incontro presso la Sala Gialla del Palazzo di Iseo con il Sindaco avv. Daniele Natalia.
“Ho avuto il piacere di accogliere nella Sala della Giunta il Cav. Sante De Angelis, che ha accompagnato un gruppo di studenti universitari di Cosenza in visita al nostro splendido Palazzo della Ragione, prima della loro partenza per Roma e per il Vaticano. È sempre motivo di orgoglio vedere Anagni – ha detto il Primo Cittadino – come punto di riferimento culturale e storico, nonché crocevia di esperienze e conoscenze. Sono occasioni che rafforzano i legami tra le comunità e aprono nuove prospettive di collaborazione”.
“È stato un evento significativo – ha aggiunto il Rettore Presidente – con l’obiettivo di promuovere un nuovo umanesimo all’interno delle università. Durante questo Giubileo, si sono tenuti convegni scientifici su temi come la persona umana, la società, la cultura e la propagazione del turismo. Le conclusioni di questi dibattiti, sono state influenzate dagli insegnamenti di Papa Benedetto XVI e di Papa Francesco, evidenziando la necessità di una pastorale universitaria rinnovata. Questi eventi mirano, naturalmente, a creare un dialogo tra fede e cultura, promuovendo un’educazione che risponda alle sfide contemporanee”.
De Angelis ha evidenziato, durante l’incontro nella sede della Bonifaciana, dove ha consegnato ai presenti anche alcuni attestati di benemerenza, come “l’ignoranza possa portare alla paura e, di conseguenza, all’intolleranza e ha invitato gli studenti a studiare “facendo squadra”, in un contesto di allegria e condivisione”. E citando Papa Francesco, ha aggiunto: “la conoscenza cresce quando viene condivisa, e lo studio non è solo un percorso personale ma un’esperienza di crescita collettiva e dialogo”. Non sono mancati durante i due giorni a Roma, infatti, interessanti scambi di opinioni e di incontri anche a carattere diplomatico, tra cui con l’ambasciatore del Brasile presso la Santa Sede S.E. il Signor Henrique da Silveira Sardinha Pinto, con quello dell’Ucraina presso la Santa Sede e l’Ordine di Malta S.E. il Signor Andrii Yurash, e della Tanzania presso la Santa Sede S.E. il Sig. Hassan Iddi Mwamweta.
Punto cruciale del pellegrinaggio è stato naturalmente il passaggio alla Porta Santa presso la Basilica papale di San Pietro in Vaticano, preceduto dalla celebrazione della messa nella Pontificia parrocchia di Sant’Anna, presieduta dal Vescovo Enrico dal Covolo, Assessore del Pontificio Comitato di Scienze Storiche e Presidente del Comitato Scientifico dell’Accademia Bonifaciana, che ha esordito: “Sono contento di rivolgermi a voi: vi saluto, vi auguro un buon incontro giubilare e vorrei incoraggiarvi a portare avanti con entusiasmo i vostri progetti. Parlo sempre volentieri con i giovani studenti, perché tra i periodi più belli e importanti della mia vita conservo senz’altro le esperienze scolastiche, sia come studente, sia come insegnante che come Magnifico Rettore della Lateranense. Ma non sono ricordi nostalgici! In realtà, lungo tutto il percorso della vita possiamo continuare ad apprendere e a condividere quanto abbiamo assimilato…”. Il messaggio di mons. dal Covolo è stato chiaro: “incoraggiare i giovani a essere amanti della verità e sempre aperti all’ascolto e al confronto”. Il Presule ha sottolineato l’importanza di “essere disposti a cambiare e ad accettare opinioni diverse in tutto ciò che non è essenziale”. La sua esortazione riflette “un approccio educativo che valorizza il dialogo e la crescita personale attraverso la condivisione delle conoscenze”.
Molto interessante il convegno che si è svolto nella Curia Generalizia della Compagnia di Gesù (Gesuiti), dove è stata presentata l’Idea-progetto “Culturitalia: dalla Reputazione al Sistema di Destinazione” è stata trasposta nell’art. 31 legge 206 del 27/12/2023 a fronte delle audizioni di Federcomtur in X Commissione ‘Attività Produttive e Turismo’ della Camera dei Deputati, utili alla formulazione sia del decreto Made in Italy sia in riferimento al Piano Strategico del turismo. Il modello Cultuitalia è depositato agli atti della Camera dei Deputati da Federcomtur. “La cultura e la creatività, unitamente alle bellezze del territorio sono elementi costitutivi dell’identità di un popolo e accrescono il valore sociale, economico e reputazionale del Sistema Paese. Partendo da questo assunto – ha dichiarato il presidente dott. Claudio Pisapia – una comunità che diventa “destinazione”, tende a valorizzare, promuovere, dare prestigio e conoscenza della cultura dei luoghi che fanno “sistema” per tutte le sue componenti, pubbliche e private. Da qui, nasce l’idea-progetto “CulturItalia” che assume la fisionomia di soggetto di promozione culturale con finalità turistica comprendendo l’accoglienza e la valorizzazione di aree vaste e parti di territorio che rispondono alla vocazione di destinazione turistica”.
Il prof. De Angelis, tra i relatori ha voluto poi aggiungere parole a favore del turismo religioso “che è la forma di turismo che ha come principale obiettivo la fede e quindi la visita ai luoghi religiosi (come santuari, chiese, conventi, abbazie, eremi e luoghi sacri), per costatarne non solo il Genius loci (l’entità naturale e soprannaturale legata a un luogo) ma anche apprezzarne la loro bellezza artistica e culturale. Proprio per la diversità relativa all’oggetto della visita, il Turismo Religioso può essere considerato come un movimento valorizzatore di tutto il patrimonio storico-culturale e naturalistico, molto più di quello generalista e culturale; ad esempio l’andare a visitare un eremo o un luogo sacro come quello di una apparizione comporta non solo un atteggiamento diverso da un punto di vista di rispetto del luogo, ma anche una visione a 360 gradi di tutto ciò che sta intorno a quel luogo, come la Natura e altri monumenti.
La caratteristica principale del Turismo Religioso – ha continuato – è comunque la volontà di andare a visitare quello specifico posto per ragioni trascendenti al posto stesso; facendo un parallelismo un turista entra in una chiesa e ne ammira l’architettura e le opere in essa contenuta dopodiché esce per poter andare a visitare qualche altra cosa mentre un turista religioso per prima cosa si ferma in raccoglimento e prega e solamente dopo ne contempla le bellezze artistiche.
Le motivazioni per incominciare un viaggio verso un luogo spirituale sono quindi l’incipit fondamentale per il turista religioso, sono varie ma soprattutto esse sono strettamente personali ed assolutamente prioritarie rispetto al contorno del luogo stesso, al contrario di quelle classiche del turista standard che vuole principalmente svago e divertimento o relax. Nell’ultimo decennio si è assistito ad una vera e propria evoluzione del Turismo Religioso; ai classici visitatori o pellegrini si sono aggiunti quelli che vengono definiti i Turisti della Fede; questi optano, per i loro soggiorni o per le loro vacanze, di alloggiare in luoghi religiosi come conventi e monasteri, principalmente, ma anche in santuari od eremi se attrezzati per questo tipo di esigenza”. E qui, non è mancato il chiaro riferimento alle quattro città fortificate di Anagni, Alatri, Veroli e Ferentino, che non hanno nulla da invidiare per storia e tradizione religiosa alle più affermate cittadine “da turismo religioso” toscane, umbre, campane e pugliesi.
Ultimo incontro Giubilare per gli studenti e i docenti dell’Unical, è stato alla Chiesa degli Artisti in piazza del Popolo, con S.E. mons. Antonio Staglianò, Presidente della Pontificia Accademia di Teologia e Rettore della stessa Basilica, che ha poi consegnato a tutti i partecipanti il “Testimonium”, l’attestato a firma di mons. Rino Fisichella, che certifica l’avvenuta celebrazione dell’Anno Santo, con il passaggio alla Porta Santa. “È il tempo di un Giubileo nuovo, nel quale spalancare ancora la Porta Santa per offrire l’esperienza viva dell’amore di Dio, che suscita nel cuore la speranza certa della salvezza in Cristo”, ha affermato Staglianò. Punto centrale della riflessione è stata l’affermazione di un «cristocentrismo giubilare», che diventa “il fondamento dell’annuncio di speranza per tutta l’umanità e giustifica l’ottimismo cristiano come giudizio e sguardo della fede sulle vicende storiche. È questa la speranza che non illude e non delude, perché è passata attraverso la testimonianza di un amore incarnato che spinge il dono della vita fino alla morte”.
Molto gradevole anche l’incontro con mons. Guillermo Karcher, cerimoniere pontificio, stretto collaboratore di Francesco, Officiale presso la Segreteria di Stato di Sua Santità e Vice Rettore della Chiesa degli Artisti, che ha raccontato la sua esperienza accanto a Bergoglio: “In tutti questi anni l’ho sempre ammirato con affetto figliale, dalla sua ordinazione episcopale, dove lo assistii durante la cerimonia tenutasi nella Cattedrale di Buenos Aires nel giugno 1992 (prima che partissi per Roma allo scopo di fare la tesina e poi il dottorato in Liturgia), fino a quel 13 marzo 2013, in cui ebbi la fortuna e la gioia di assisterlo nuovamente, reggendogli il microfono sul balcone centrale della Basilica Vaticana, e successivamente fino ai giorni d’oggi col mio servizio nell’Ufficio del Protocollo della Segreteria di Stato”.
Viva soddisfazione è stata espressa dagli organizzatori, docenti e studenti che hanno partecipato a questo evento unico: il prof. Elia Fiorenza, il prof. Tullio Romita, don Guido Quintieri, l’avv. Rosario Federico, Antonio Fiorenza, Antonella Perri, Fortunata Frontera, Angela Maria Spadafora, Maria Florio, Simone Leonetti, Emilia Le Pera, Luca Critelli, Francesco Perrone, Andrea Spezzano, Alessandro Metallo, Giusy Unale, Francesco Valeriano, Gianluca Molinaro, Salvatore Cicalese, Letizia Battaglia, Annamaria Rende, Gerardo Rende, Christian Parise, Annunziato Samarro, Emilia Federico, Maria Teresa Guaglianone, Maria Biscardi, Davide Minò, Antonio Nuzzolo, Rebecca Lupinacci, Giovanna Ruffolo, Giampiero Pacifico, Francesca Mirabelli, Valentina Mascali e Chiara Perrelli.
“Il passaggio attraverso la Porta Santa che abbiamo effettuato in San Pietro – ci ha voluto dire in rappresentanza degli studenti Unical, Antonio Firenza – ha avuto un forte valore simbolico. Ci ha indicato il superamento di un soglia, di un limite che consente a ogni cristiano di lasciarsi alle spalle il passato per immergersi in un futuro diverso e più vicino a Dio. Il Giubileo che la nostra Università ha voluto organizzare è stata un’esperienza di fede e spiritualità che si è svolta ad Anagni, in Vaticano e a Roma. È stata un’occasione per noi giovani rinnovare la propria fede in Dio, condividere momenti di preghiera e celebrare insieme la perdonanza bonifaciana”.
Per molti, desiderosi di allontanarsi dalla confusione della capitale, in occasione del Giubileo del 2025 altre mete del Lazio potranno presentarsi all’orizzonte, dove sarà possibile ritrovare atmosfere ricche di sacralità all’interno di architetture storiche e maestose. È questo il caso della Diocesi di Anagni-Alatri che dal 29 dicembre 2024 sta accogliendo i fedeli presso le chiese giubilari: in primis la Cattedrale di Santa Maria Annunziata di Anagni, il santuario della Trinità a Vallepietra (dal 1° maggio) e la Concattedrale di San Paolo ad Alatri.
“In questo panorama di iniziative e luoghi per vivere il Giubileo – ha concluso De Angelis – anche i più giovani trovano posto. Infatti siamo tutti pellegrini e il messaggio del papa si rivolge anche alle famiglie e ai più piccoli. Nel caso dei ragazzi il pellegrinaggio può diventare un’esperienza di gruppo e di viaggio in territori a loro ancora sconosciuti. Il ruolo degli adulti come mediatori risulta fondamentale per far comprendere al piccolo pellegrino il vero significato del giubileo”.