Desiree Spaziani, nostra giovanissima lettrice di Sgurgola, 23 anni appena, ci ha inviato questa lettera chiedendoci di pubblicarla sul nostro giornale per dare ad essa il massimo della visibilità.
Una lettera che è un grido urgente, appassionato e coraggioso, scritto con il cuore in mano da una giovane donna che sceglie di non restare in silenzio. Le sue parole non cercano consensi, ma coscienze sveglie, occhi aperti, orecchie attente. È la voce di chi non accetta più la passività di fronte a ingiustizie che si ripetono, alla violenza che si consuma ogni giorno sotto gli occhi di uno Stato che appare sempre più distante, muto, cieco.
Con forza e determinazione, l’autrice denuncia un sistema che sembra fallire proprio dove dovrebbe proteggere di più: nei confronti delle donne, dei diritti umani, della Giustizia vera. Non c’è spazio per mezze misure in questo scritto: è un appello diretto, crudo, autentico.
È la voce di chi ha deciso di parlare prima che sia troppo tardi, prima che un’altra vita venga spezzata. E forse, proprio per questo, è una voce che tutti – politici, cittadini, istituzioni – hanno il dovere di ascoltare.
anagnia.com ha scelto di pubblicare integralmente la lettera di Desiree Spaziani per dar voce a lei che è una giovane ragazza coraggiosa, ma anche a tutte quelle donne – vittime, sopravvissute, testimoni – che ancora oggi lottano per farsi ascoltare. In un’Italia in cui le manifestazioni si moltiplicano e le statistiche continuano a parlare di emergenza, le parole di Desiree non possono restare inascoltate.
Grazie a Desiree per aver voluto condividere questa lettera con la nostra redazione e con i lettori di anagnia.com.
Alle Istituzioni,
Allo Stato Italiano,
AI nostri politici che guardano in silenzio
Non mi sono fermata a riflettere, non ho pensato se sia giusto o sbagliato farlo, ma preferisco parlare adesso, piuttosto che aspettare che un’altra vita venga spezzata. E devo essere sincera non importa se l’argomento è troppo vasto, e potrei trattarlo in modo sbagliato data la mia giovane età ma,voglio parlare del problema, fare il punto della situazione e arrivare lì da voi, in quelle aule immense,voglio arrivare lì sulla cattedra delle istituzioni, voglio dare voce dove regna il silenzio. Voi adesso dovete spiegarmi perché in Italia le cose non vanno, perché in Italia per chi sbaglia non c’è pena, perché in Italia si pensa troppo e si agisce poco. Ecco,questo non capisco, ed è proprio per questo che oggi voglio dire la mia. Caro Stato, Cari politici… Invece di stare comodi sulle vostre sedie a chiedervi quante tasse i cittadini Italiani devono ancora pagare o a fare nuove proposte di legge che vedono le coppie omosessuali come sbagliate, e vietare loro di adottare bambini e crescerli in una famiglia solida e circondati d’amore, solo perché non è una famiglia “Tradizionale “ e per questo secondo la vostra logica, secondo la vostra mente a parer mio retrograda dovrebbe essere “disfunzionale” perché avere due mamme o due papà non è considerata la normalità nel 2025. (Cosa alquanto assurda).
Ecco invece di pensare a proposte di legge inappropriate che vanno a togliere la libertà ad esseri umani, degni di scegliere chi amare, con chi vivere e con chi avere bambini, invece di pensare a questa situazione che non vi riguarda minimamente,perchè non scendete nelle strade Italiane, dove i veri problemi sono altri?
Perché non vi mischiate con la gente comune che vive di sacrifici…
Da quelle sedie comode è facile distaccarsi da questa società che più passano gli anni e più va a rotoli.
Viviamo in una società in cui lo Stato cerca di creare una rete protetta, per un detenuto che dopo aver ucciso la sua fidanzata o compagna, ha paura di vivere tra le mura del carcere. Una società che ci obbliga a scendere in piazza macchiate di rosso per dire BASTA! Sono una Donna e so che se domani sarò io quella ad essere uccisa non sarò mai l’ultima. Perché lo stato non fa niente, perché la RETE PROTETTA PER NOI DONNE , non esiste.
Perché per la legge Italiana chi sbaglia non paga mai abbastanza, sono sempre le famiglie delle vittime a pagarne il prezzo più alto.
Noi Donne siamo stufe di sentirci dire che le cose si stanno muovendo, che le cose cambieranno, siamo stufe di accendere la televisione e capire che anche quella storia è finita come tutte le altre.
Siamo stufe di vedere questi esseri senza lume della ragione protetti di fronte alla legge, siamo stufe di uno stato che grazie a un certificato medico di infermità mentale o psicologica li trasferisce a casa, in quanto il loro posto è in Carcere. Perché dobbiamo vivere nella paura di essere noi le prossime?
perché dobbiamo cambiare strada quando siamo da sole? Perché non possiamo vestirci come vogliamo? Perché un NO non viene recepito e ascoltato? Sai perché ? Non c’è tutela e in questo paese si crede ( purtroppo) di avere potere decisionale sulla vita altrui, se io ti rifiuto tu stai al tuo posto, se io non voglio tu non puoi uccidermi farmi a pezzi e mettermi in una valigia, non puoi riempirmi di coltellate , non puoi farmi sparire, perché ho detto NO!
E la cosa che fa più orrore sapete qual è? Sapere che un giudice, colui che fa giustizia in sede di causa esclama “75 coltellate non sono segno di crudeltà ma di inesperienza!” Ma fate sul serio ? Stiamo giocando?
UNA VITA È STATA SPEZZATA, PER MANO DI UN UOMO CHE NON HA SAPUTO ACCETTARE UN NO!
Tutto questo cari politici purtroppo non vi tocca, perché non sono le vostre famiglie a piangere una perdita, perché non sono le vostre figlie, in quel caso sì che è fatta giustizia, siche il silenzio viene spezzato! Quante altre donne dovranno morire ? State fallendo come Stato,quando capirete sarà troppo tardi! A tutte le donne che hanno perso la vita per mano di un uomo!
Questa è la vostra voce. Questa è la nostra voce.