di Silvia Scarselletta
Reduce dai successi milanesi, la mostra è giunta nella splendida cornice romana di Palazzo Bonaparte – sotto l’organizzazione di Arthemisia – dove sarà possibile, fino al 2 giugno 2025, ammirare le oltre cento opere presenti, tra cui alcuni capolavori iconici come una delle versioni litografiche de L’Urlo (1895), Disperazione (1894), Malinconia (1900-1901), Vampiro Nella Foresta (1916-1918), La morte di Marat (1907), Danza sulla spiaggia (1904).
Sono passati decenni dall’ultima esposizione dedicata a Munch a Roma, difatti questa è stata definita una delle mostre più attese dell’anno; sebbene sia uno degli artisti più conosciuti e amati – l’unico ad aver “generato” un emoticon con la sua opera più nota, L’Urlo – è anche uno degli artisti più difficili da vedere rappresentato nelle mostre perché la quasi totalità delle sue opere sono custodite al Munch Museum di Oslo che, eccezionalmente, ha acconsentito ad Arthemisia un prestito senza precedenti.
La mostra è suddivisa in sette sezioni, con alcune installazioni immersive; ruota attorno al grido interiore dell’autore e racconta il suo intero percorso artistico, dai suoi esordi fino alle ultime opere, attraversando i temi a lui più cari, collegati gli uni agli altri dall’interpretazione della tormentata essenza della condizione umana, toccando questioni universali come la nascita, la morte, l’amore e il mistero della vita, ma anche i disagi psichici, le instabilità dell’amore erotico, il disagio prodotto dalle malattie fisiche e mentali e il vuoto lasciato dalla morte.
La mostra “Munch. Il grido interiore” è prodotta e organizzata da Arthemisia: “siamo onorati ed orgogliosi di aver potuto realizzare questo grandioso progetto – commenta Iole Siena, Presidente di Arthemisia – in collaborazione col Munch Museum di Oslo. Munch mancava da molti decenni in Italia e il grande successo riscosso nella prima tappa a Milano ci ha confermato quanto grande sia l’amore del pubblico verso questo artista immenso, capace di darci emozioni fortissime”.
La mostra, curata da Patricia G. Berman, una delle più grandi studiose al mondo dell’artista, con la collaborazione scientifica di Costantino D’Orazio, è realizzata in collaborazione col Museo MUNCH di Oslo. Main partner della mostra è Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, con Poema.
La mostra gode del patrocinio del Ministero della Cultura, della Regione Lazio, del Comune di Roma – Assessorato alla Cultura, della Reale Ambasciata di Norvegia a Roma e del Giubileo 2025 – Dicastero per l’Evangelizzazione.
Ad arricchire la mostra, è previsto un ricco palinsesto di eventi che coinvolgerà diverse realtà culturali della Città e che andrà ad approfondire la figura dell’artista e ad espandere i temi delle sue opere.