Con umiltà e orgoglio, il Tufano Calcio – militante nel girone C della Terza categoria – sta scrivendo una delle pagine più intense della sua recente storia sportiva. Un percorso fatto di scelte coraggiose, rinnovamento societario e soprattutto una ritrovata unità di intenti che ha restituito entusiasmo e risultati. Tra i protagonisti di questa trasformazione, al fianco della brillante presidente Monica Testani c’è anche Enrico Passa, Direttore sportivo e punto di riferimento di un progetto che mette al centro l’identità del gruppo, la valorizzazione dei talenti e una visione che guarda oltre il semplice risultato del campo.
In un’intervista a cuore aperto concessa ad anagnia.com, Passa ci accompagna dietro le quinte della rinascita: dal tributo a figure fondamentali come Gianni Versi e Gianfranco Imperia, fino all’importanza della nuova presidenza e del lavoro dello staff tecnico guidato da Federico Imperia, passando per le scelte difficili, il ricambio generazionale e i sogni ancora tutti da inseguire. Un racconto sincero, che rivela la forza silenziosa di una squadra che ha deciso di credere nel cambiamento.
Il Tufano Calcio sta vivendo una stagione storica. Qual è il segreto di questo successo?
“Successo è una parola grande. Diciamo rinascita. Il nostro percorso è stato costruito con impegno, sacrificio e scelte difficili. Se oggi siamo qui, è anche grazie a chi ha gettato le basi in passato. Due nomi su tutti: Gianni Versi, dirigente, mentore e grande motivatore, oltre che rifondatore di questa squadra, insieme a Gianfranco Imperia, figura storica e di grande importanza per il suo carisma e la sua professionalità. Anche se Versi ha poi preso altre strade, il suo contributo è stato fondamentale. I risultati che oggi stiamo ottenendo sono frutto di una progettualità, del lavoro quotidiano e della determinazione di tutti, sia di chi è qui oggi sia di chi ha fatto parte del Tufano in passato.”
La società ha vissuto un cambio di presidenza e una riorganizzazione dirigenziale. Come ha influito sulla squadra?
“Ogni cambiamento porta con sé delle incognite, ma anche nuove energie. Il nuovo presidente Monica Testani e i nuovi dirigenti (Andrea Cantagallo, Giordano De Carolis, Alessandro Passa) hanno subito dimostrato di avere idee chiare, grande serietà e soprattutto una passione genuina per il Tufano. Hanno dato stabilità e continuità a un progetto che aveva bisogno di essere rilanciato, mettendo al centro il lavoro, la programmazione e il senso di appartenenza. Questo ha creato un ambiente solido, condiviso con i dirigenti già presenti, Emiliano Testani e Daniele Finocchio, in cui tutti si sentono parte di qualcosa di più grande. Il loro impegno è un valore aggiunto e sta facendo la differenza per la crescita del club.”
Quanto è stato difficile rinunciare a giocatori di spessore avuti in passato?
“Non è mai facile fare certe scelte, soprattutto quando si parla di giocatori importanti come i fratelli Gatto, il bomber Costa, il tuttocampista Proietti, che hanno dato tanto alla squadra nel corso di varie stagioni. Però, nel calcio, come in altri settori, la motivazione è fondamentale. Quando senti che questa può iniziare a diminuire, anche per dinamiche naturali dopo anni nello stesso ambiente, è giusto prendere decisioni condivise nell’interesse di tutti. Questi giocatori hanno lasciato il segno e resteranno sempre parte della storia del Tufano, ma era il momento giusto per un cambiamento che facesse bene a loro e a noi.”
Qual è stata la partita simbolo di questo cambiamento?
“La partita contro Picus della scorsa stagione è stata un po’ lo spartiacque tra il passato e il presente: andammo lì senza otto giocatori che avevano scelto di intraprendere un’altra avventura e con il timore che la stagione potesse prendere una piega negativa… Poi, man mano, arrivarono i nuovi acquisti, prima Cesari e Paravani, Lami, Fiorletta, via via gli altri Piacentini, Bottini, Trenta e con loro la consapevolezza di poter ancora lottare. Da lì in poi è stato un crescendo di emozioni e risultati incoraggianti. Concludemmo la stagione al terzo posto.”
Quali sono gli obiettivi per il futuro?
“Andare avanti con la stessa determinazione. Ogni partita è una battaglia e vogliamo affrontarle tutte con il massimo impegno. Il nostro obiettivo è chiudere al meglio questa stagione e costruire un futuro sempre più solido per il Tufano Calcio.”
Quanto è stato importante lo staff in questa stagione?
“Lo staff tecnico è il cuore pulsante di questa squadra. Il mister Federico Imperia sta facendo un lavoro straordinario: è giovane, preparato, sempre motivato e i numeri parlano per lui – 13 vittorie, 5 pareggi e due sconfitte finora. Ha saputo dare un’identità forte alla squadra, creando un gruppo unito e competitivo. Al suo fianco c’è Daniele Finocchio, allenatore in seconda e colonna storica del Tufano, un punto di riferimento sia in campo che fuori.
Un contributo fondamentale lo sta dando anche il preparatore tecnico Santino Imperia, che ha portato una nuova mentalità negli allenamenti con esercizi stimolanti e innovativi, facendo crescere la squadra sotto ogni aspetto anche con l’aiuto del suo assistente Stefano Testani. E poi ci sono i due preparatori dei portieri, Mauro Passa e Slim Megdiche, lavoratori instancabili, sempre attenti ai dettagli, che stanno contribuendo alla crescita e alla sicurezza del nostro reparto arretrato. Tutti loro sono una parte fondamentale di questo progetto e il loro impegno quotidiano è alla base dei risultati che stiamo ottenendo.
Anche se non fa parte dello staff tecnico, un elogio speciale va al nostro magazziniere, Sergio Finocchio, vera anima dello spogliatoio. Il suo lavoro spesso passa inosservato, ma è fondamentale per la squadra: si occupa di ogni dettaglio con dedizione, garantendo ordine, supporto e un ambiente sempre pronto per i giocatori. È molto più di un semplice addetto alla gestione del materiale: è un punto di riferimento, una presenza costante e un vero collante del gruppo.”
Cosa rappresenta per te il ruolo di direttore sportivo del Tufano?
“È una responsabilità grande, ma anche una sfida stimolante. Questo ruolo significa gestire non solo gli aspetti tecnici e organizzativi, ma anche quelli umani. Devi saper leggere le dinamiche dello spogliatoio, capire quando è il momento di cambiare, quando è il momento di dare fiducia. Il Tufano non è solo una squadra, è una famiglia sportiva, e il mio compito è far sì che questa famiglia cresca, restando fedele ai suoi valori.”
Qual è stata la decisione più difficile che hai dovuto prendere da direttore sportivo?
“Ce ne sono state tante, ma sicuramente la scelta di rinnovare profondamente la rosa. Rinunciare a giocatori che avevano fatto la storia recente del Tufano non è stato facile, ma era necessario per dare nuova linfa alla squadra. Alcune decisioni sono state impopolari, qualcuno non le ha capite subito, ma il tempo ci sta dando ragione. Il nostro dovere è guardare sempre avanti.”
C’è un giocatore tra i nuovi che ha sorpreso più degli altri in questa stagione?
“Difficile fare un solo nome, perché il nostro punto di forza è sempre stato il collettivo. Ma se devo citare qualcuno, direi Cataldi, Paladini, Cortina che hanno subito dimostrato di avere personalità e attaccamento alla maglia. Poi Iuvara, Piermattei, Ercoli, Hanoura, Scarselletta, Minotti son ragazzi fantastici, collaborativi e ricettivi. Mi ha sorpreso la rapidità e la naturalezza con cui si sono integrati nel progetto. Ci sono ragazzi che magari all’inizio erano meno considerati e che invece si stanno rivelando fondamentali. Il calcio è anche questo: dare occasioni e vedere chi le sa cogliere.”
Cosa diresti ai tifosi che vi seguono sempre?
“Che sono una parte fondamentale di questa realtà. Vederli a seguito anche su trasferte distanti dalle mura amiche ti da coraggio e meritano rispetto. Il loro sostegno si sente, sia nei momenti difficili che in quelli esaltanti. Questa squadra gioca anche per loro. E spero che, insieme, possiamo continuare a scrivere pagine importanti della storia del Tufano.”
Come descriveresti il Tufano in tre parole?
“Sacrificio, appartenenza, crescita.”