Violenza in pieno centro a Cecchina
Una 21enne aggredita brutalmente dall’ex compagno
La furia è esplosa in piazza XXV Aprile, nel cuore di Cecchina, quando i Carabinieri della Stazione locale, in servizio di pattuglia, hanno assistito a una scena sconcertante: un giovane sporto dal finestrino di un’auto stava prendendo a pugni una ragazza seduta al suo fianco, tappandole contemporaneamente la bocca con una mano e impedendole di chiedere aiuto, dopo averle distrutto il telefono.
L’intervento decisivo dei Carabinieri
L’aggressore fugge ma viene arrestato nella boscaglia
L’arrivo degli uomini dell’Arma ha interrotto l’aggressione. Alla vista dei militari, il ventenne – già noto alle forze dell’ordine per comportamenti violenti in ambito familiare – ha tentato la fuga a piedi, rifugiandosi nella boscaglia vicino alla stazione ferroviaria. Ma è stato rintracciato poco dopo e tratto in arresto. Sul giovane pendeva una misura cautelare di allontanamento da madre, sorella e nonna, anch’esse in passato vittime della sua violenza.
Una giovane vittima sotto shock
Dieci giorni di prognosi e un racconto di violenze psicologiche
La ragazza, 21 anni, ha riportato lesioni fisiche guaribili in dieci giorni. Ma il trauma più profondo è quello psicologico. Ha raccontato con voce flebile le violenze subite durante la relazione: un controllo continuo dei suoi profili social, dei messaggi scambiati con amici e parenti, una pressione ossessiva che l’aveva isolata e spaventata. Un dramma silenzioso, emerso solo grazie al tempestivo intervento dei militari.
L’indifferenza che fa male
Un gruppo di adolescenti ha assistito senza intervenire
A colpire, in questa storia, è anche il silenzio dei presenti: un gruppo di adolescenti ha osservato la scena senza muovere un dito. Una testimonianza inquietante di quanto sia ancora necessario promuovere una cultura del rispetto, della denuncia e della responsabilità collettiva.
Controllo del territorio e prevenzione
L’impegno costante dei Carabinieri a tutela della comunità
L’episodio dimostra l’importanza della presenza costante delle pattuglie dei Carabinieri nei luoghi di aggregazione giovanile. Un’attività non solo repressiva, ma profondamente preventiva, che può fare la differenza, come accaduto a Cecchina. E salvare vite, anche quando tutto sembra avvenire nel silenzio e nell’indifferenza.