Un fiore per la memoria
Il ministro Tajani ricorda Don Giuseppe Morosini, partigiano e sacerdote ucciso nel 1944
Questa mattina, a Ferentino, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha deposto dei fiori sulla tomba di Don Giuseppe Morosini, sacerdote e partigiano originario della città gigliata, medaglia d’oro al valor militare, fucilato dai nazifascisti il 3 aprile del 1944.
Un gesto simbolico e profondo, che rinnova il legame tra istituzioni e memoria storica, tra la Repubblica nata dalla Resistenza e coloro che, come Don Morosini, sacrificarono la propria vita per la libertà.
Presenze istituzionali di rilievo
Al fianco del ministro anche rappresentanti del territorio ciociaro
Accanto al ministro Tajani, erano presenti alla cerimonia anche il prefetto di Frosinone, dott. Luigi Liguori, e il sindaco di Ferentino, dott. Piergianni Fiorletta. Due presenze che testimoniano non solo la partecipazione istituzionale all’evento, ma anche l’affetto e l’orgoglio di un territorio che riconosce in Don Giuseppe Morosini una figura simbolica, un riferimento etico e morale.
Ferentino non ha mai dimenticato il suo figlio più illustre, e continua a tramandarne la memoria anche attraverso la partecipazione a momenti solenni come quello di oggi.
Don Morosini, eroe della libertà
Una figura esemplare tra fede e coraggio
Nato a Ferentino nel 1913, Don Giuseppe Morosini è una delle figure più emblematiche della Resistenza romana. Sacerdote e cappellano militare, aderì alla lotta clandestina contro l’occupazione nazista, offrendo assistenza spirituale e materiale ai partigiani. Arrestato e torturato, fu infine fucilato a soli 31 anni, il 3 aprile 1944, nel piazzale delle esecuzioni di Forte Bravetta.
Il suo sacrificio è stato riconosciuto dallo Stato italiano con il conferimento della medaglia d’oro al valor militare, e la sua storia continua a ispirare generazioni di italiani nel segno della giustizia e della libertà.
Un gesto carico di significato
La memoria come impegno civile per il presente
La deposizione dei fiori da parte di Antonio Tajani assume un significato che va oltre il ricordo rituale. È un invito a non dimenticare, a difendere con forza i valori fondanti della nostra Repubblica: la libertà, la dignità della persona, la solidarietà. In tempi in cui la memoria rischia di sbiadirsi, gesti come questo ridestano la coscienza collettiva.
La cerimonia a Ferentino si inserisce nel contesto delle celebrazioni per il 25 aprile, giorno della Liberazione, riaffermando il valore della Resistenza come fondamento dell’identità democratica dell’Italia contemporanea.