FINE DI UN PROCESSO LUNGO SEI ANNI
Il Tribunale di Frosinone mette la parola fine al caso Tac Ecologica
Il Tribunale di Frosinone, presieduto dal dott. Riuscito, ha emesso questa mattina, 14 maggio 2025, una sentenza che pone termine all’inchiesta giudiziaria che dal 2019 ha tenuto banco nella cronaca giudiziaria della provincia di Frosinone. L’indagine coinvolgeva la Tac Ecologica s.r.l., con sede a Veroli, e i suoi tre amministratori, i fratelli Alfredo, Santa e Daniela Coratti, accusati di traffico illecito di rifiuti.
Una vicenda giudiziaria complessa, avviata il 12 giugno 2019, quando per Alfredo Coratti si aprirono le porte del carcere, mentre le sorelle furono poste agli arresti domiciliari. Le accuse partivano da una pesante ipotesi d’accusa formulata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, che aveva portato all’emissione delle misure cautelari e al sequestro dell’impianto di stoccaggio di Piglio, in località Piagge.
I DUBBI DELLA PROCURA
Sospetti su smaltimenti non tracciati e autorizzazioni scadute
Secondo quanto ricostruito inizialmente dalla D.D.A. di Roma, l’azienda – operante in numerosi Comuni del Frusinate nella raccolta dei rifiuti solidi urbani – non avrebbe rispettato quanto previsto dall’art. 452 del codice penale, relativo alla gestione e tracciabilità dei rifiuti.
Al centro dell’indagine, il presunto smaltimento irregolare di grandi quantità di rifiuti che, secondo l’accusa, non sarebbero mai transitati dal sito di Piglio, né avrebbero raggiunto la discarica di Colfelice, come previsto. In realtà, come emerso successivamente, quelle ipotesi si sono rivelate infondate.
LA DIFESA RIBALTA IL QUADRO ACCUSATORIO
Dimostrata la regolarità dello smaltimento e la validità delle autorizzazioni
Nel corso di tre anni di indagini e tre anni di dibattimento, i difensori dei fratelli Coratti – gli avvocati Giampiero Vellucci, Mario Pinchera e Guarino Savino – hanno ribaltato completamente il quadro accusatorio. Gli avvocati hanno documentato che Tac Ecologica s.r.l. era perfettamente in regola e che ogni rifiuto raccolto era stato smaltito secondo legge, senza alcun elemento che potesse far sospettare irregolarità.
La società, inoltre, era dotata di tutte le necessarie autorizzazioni, e quelle in scadenza risultavano regolarmente prorogate tramite provvedimenti amministrativi. La sentenza odierna ha disposto anche il dissequestro del sito di Piglio, da oggi ufficialmente restituito alla famiglia Coratti.
LA VOCE DI CHI HA VISSUTO L’INFERNO
Alfredo Coratti: “Finisce oggi un incubo iniziato nel 2019”
Parole cariche di emozione quelle di Alfredo Coratti, che ha voluto rilasciare una dichiarazione a caldo dopo l’assoluzione:
“Per me, oggi, è finito un incubo iniziato il 12 giugno 2019, con la mia detenzione in carcere per tre mesi e il sequestro dell’impianto nel quale avevamo investito tutti i risparmi di famiglia”.
Il dolore personale si intreccia con quello imprenditoriale: “La Tac Ecologica s.r.l. dava lavoro a 130 famiglie ed era proprietaria di oltre 100 mezzi. La sua chiusura forzata ha causato un danno umano ed economico incalcolabile”.
Ora, come annunciato, l’avv. Vellucci è stato incaricato di promuovere un’azione legale per il risarcimento dei danni, sia per la detenzione ingiusta che per la perdita dell’azienda di famiglia. Una nuova battaglia, stavolta a ruoli invertiti, con la giustizia come obiettivo.