Una denuncia che squarcia il silenzio
Una studentessa accusa: atti molesti da parte di un docente
È bastata una sola voce, chiara e coraggiosa, per rompere un muro di silenzio e di omertà. A gennaio 2025, una giovane studentessa di un istituto scolastico superiore di Civitavecchia si è presentata presso la locale stazione dei Carabinieri per denunciare comportamenti molesti e atti a sfondo sessuale subiti da un professore in servizio presso l’istituto. Quelle parole, dense di coraggio e dolore, hanno avviato un’indagine che ora ha portato all’adozione di misure cautelari nei confronti di quattro insegnanti.
Un’indagine meticolosa e drammatica
Coinvolte altre sei studentesse: ricostruito un contesto inquietante
Le dichiarazioni della giovane non sono rimaste isolate. Altre sei studentesse hanno trovato la forza di confermare quanto emerso, descrivendo condotte ricorrenti e simili. In pochi mesi, da gennaio ad aprile 2025, i Carabinieri della Stazione di Civitavecchia, coordinati dalla Procura della Repubblica, hanno raccolto una significativa mole di elementi probatori.
Il risultato? Una ordinanza del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Civitavecchia che dispone una misura cautelare agli arresti domiciliari per il professore ritenuto responsabile principale e l’obbligo di dimora per tre colleghi indiziati di non aver fermato gli abusi. Come confermano fonti investigative direttamente contattate da questo giornale, il docente tratto in arresto dagli uomini agli ordini del Magg. Angelo Accardo, Comandante della Compagnia dei Carabinieri di Civitavecchia, è nativo di Frosinone ma da diversi anni è residente a Civitavecchia.
Il professore e gli abusi: il contesto scolastico sotto accusa
Palpeggiamenti, parole moleste e omissioni durante una gita
Secondo quanto emerso dalle indagini, l’insegnante oggi agli arresti domiciliari avrebbe abusato del proprio ruolo, improvvisandosi istruttore di arti marziali per avvicinarsi fisicamente a una studentessa e palpeggiarla nelle zone intime. Non solo. Le testimonianze parlano di condotte verbalmente moleste e di atteggiamenti sessualmente espliciti ripetuti all’interno della scuola.
Ma ciò che aggrava ulteriormente il quadro sono le accuse rivolte ai tre colleghi: non avrebbero fatto nulla per fermare gli abusi, addirittura durante una gita scolastica. Una mancanza di intervento che, secondo gli inquirenti, configura gravi condotte omissive.
Il ruolo delle istituzioni: fermezza e protezione delle vittime
La Procura di Civitavecchia e l’Arma dei Carabinieri in prima linea
In un momento così delicato, il lavoro svolto dalla Procura della Repubblica di Civitavecchia e dai Carabinieri si è dimostrato esemplare per precisione, tempestività e determinazione. La decisione del GIP di emettere provvedimenti restrittivi è un segnale chiaro: la tutela dei minori e il rispetto delle regole educative devono essere una priorità assoluta.
L’intera comunità scolastica di Civitavecchia è ora scossa e in cerca di risposte. Mentre le indagini proseguono, resta forte l’eco della domanda che tutti si pongono: come è stato possibile arrivare a tanto senza che nessuno intervenisse prima?