INIZIA IL PROCESSO A RIZZI A FROSINONE
Prima udienza per le manifestazioni non autorizzate del 2023
Nella mattinata di martedì 20 maggio 2025, si è aperto presso il Tribunale di Frosinone il processo a carico di Enrico Rizzi, 36enne noto influencer animalista, accusato di diffamazione aggravata e continuata. Al centro del procedimento giudiziario, due manifestazioni svoltesi senza autorizzazione, una ad Anagni e l’altra a Fiuggi, lo scorso 3 settembre 2023.
CORTEI SENZA AUTORIZZAZIONE
Rizzi guidava la protesta contro il minore accusato di maltrattamento animale
Secondo l’accusa, Rizzi, insieme a un gruppo di attivisti provenienti da diverse associazioni animaliste, avrebbe organizzato e condotto due cortei pubblici nonostante il divieto formale imposto dalla Questura di Frosinone. Durante le manifestazioni, i partecipanti brandivano cartelli riportanti il volto, il nome e il cognome di un minorenne, definendolo pubblicamente “assassino”. Il ragazzo era stato indicato come presunto responsabile dell’uccisione di una capretta in un agriturismo nei pressi di Anagni.
«Il prossimo 21 ottobre – spiega Enrico Rizzi ad anagnia.com – sarò finalmente ascoltato dal Giudice e avrò modo di raccontare la mia versione dei fatti e far emergere la verità, dopo le menzogne che sono state diffuse. Insieme al mio legale – aggiunge – sto anche valutando la possibilità di denunciare la madre del giovane, la quale, ad oggi, non ha speso una sola parola per condannare il gesto indegno compiuto dal figlio, per il reato di calunnia, a causa delle false informazioni sul mio conto contenute nella denuncia».
UN PANNELLO DIVENTA CORPO DI REATO
Le immagini incriminate e le conseguenze sul giovane coinvolto
Tra gli elementi più discussi in aula, un pannello riproducente l’immagine del giovane e la dicitura “assassino”, poi sequestrato e acquisito agli atti come corpo di reato. Copie dello stesso cartello erano visibili nelle mani di numerosi manifestanti. L’esposizione pubblica del minore ha causato gravi disagi sia a livello personale che familiare, al punto che, su segnalazione della Procura della Repubblica, le forze dell’ordine – Polizia di Stato e Carabinieri – sono state costrette a presidiare costantemente l’abitazione e l’istituto scolastico frequentato dal giovane, per scongiurare eventuali ripercussioni.
LA TESTIMONIANZA DEL COMMISSARIO
Il dirigente conferma in aula: le manifestazioni erano vietate
Durante l’udienza, durata diverse ore, ha testimoniato il commissario della Polizia di Stato incaricato del caso, che ha confermato l’assenza di autorizzazione per entrambi gli eventi. Il funzionario ha inoltre ribadito come Rizzi e i suoi sostenitori fossero perfettamente consapevoli della presenza di cartelli offensivi, esibiti in luogo pubblico, con conseguente violazione della privacy e della reputazione del minore coinvolto.
PROSSIMA TAPPA IN AUTUNNO
L’influencer sarà ascoltato personalmente il 21 ottobre 2025
Al termine della testimonianza, il giudice ha disposto il rinvio del processo al 21 ottobre 2025, quando sarà lo stesso Enrico Rizzi a essere interrogato in aula. La famiglia del giovane ha scelto di costituirsi in giudizio, pur senza formalizzare la parte civile, chiedendo tuttavia il risarcimento dei danni e la condanna dell’influencer. A rappresentarla in tribunale, il legale di fiducia l’avv. Giampiero Vellucci. La difesa di Rizzi è invece affidata all’avvocato Alessio Borgese del Foro di Roma.