L’AGGRESSIONE CHE HA SCOSSO L’INTERA COMUNITA’ E NON SOLO
Dalla relazione tossica all’episodio più violento
Paliano, 24 maggio 2025 – Una storia d’amore trasformata in incubo, culminata con un gesto di inaudita violenza. Un 23enne di Paliano rischia il processo con l’accusa di lesioni gravi, stalking e omissione di soccorso dopo aver travolto la fidanzata con la propria auto, lasciandola sanguinante nel piazzale della chiesa di San Pietro, nota come dei Cappuccini.
A raccontarlo, sull’edizione odierna de “Il Messaggero” la collega giornalista Annalisa Maggi.
Quella del 23 febbraio scorso non sarebbe stata una lite qualunque, ma l’ultimo atto di una relazione segnata da soprusi e aggressioni. A ricostruire la dinamica è il pubblico ministero Rossella Ricca, che nel provvedimento di chiusura indagini dipinge un quadro agghiacciante: schiaffi, percosse, minacce e persino una testata che aveva già frantumato un dente alla vittima.
L’ESCALATION DI VIOLENZE
Dai primi segnali al ricovero in ospedale
Già a settembre 2024, dopo un’ennesima lite, la 19enne era finita al pronto soccorso di Colleferro con contusioni multiple: aggredita mentre parlava con il fidanzato attraverso il finestrino dell’auto, era stata trascinata sull’asfalto. Eppure, in quell’occasione, aveva scelto di non denunciarlo.
«Era un rapporto malato, fatto di umiliazioni e paure», raccontano fonti vicine alla giovane. Episodi avvenuti anche in luoghi pubblici, con un linguaggio volgare e un crescendo di violenza che nessuno era riuscito a fermare in tempo.
LA NOTTE DELL’ORRORE
L’investimento e la fuga senza soccorso
Tutto è precipitato quella sera di febbraio, quando la ragazza è stata ritrovata a terra, priva di sensi, da alcuni residenti della zona. Fratture al bacino, rottura della vescica e traumi psicologici: le conseguenze dell’investimento sono state devastanti.
Secondo l’accusa, il fidanzato l’avrebbe volutamente travolta, per poi allontanarsi senza chiamare aiuto. Una ricostruzione avvalorata dalle indagini dei Carabinieri di Anagni, che hanno raccolto testimonianze e prove schiaccianti.
LE INDAGINI E LE DIFESE
Dalla versione del 23enne alla richiesta di misure cautelari
Davanti agli inquirenti, l’indagato – difeso dall’avvocato Enrico Girolami – ha provato a sminuire i fatti: avrebbe sostenuto di non avere più una relazione con la vittima e di essersi limitato a farla scendere dall’auto dopo un litigio, «senza accorgersi» di averla investita.
Una tesi che non convince la Procura della Repubblica di Frosinone, tanto che le accuse iniziali si sono aggravate. Carla Parmeggiani e Filiberto Abbate, legali della giovane, chiederanno un divieto di avvicinamento e si costituiranno parte civile.
IL DOPO-TRAGEDIA
Una lunga riabilitazione e il coraggio di ricominciare
«Mia figlia è stata dimessa il 19 maggio, ma non è ancora autosufficiente». A parlare è Roberto Humber, padre della vittima, che descrive una quotidianità fatta di stampelle, sedute di fisioterapia al San Raffaele e sofferenze fisiche.
«Confidiamo nella Giustizia – afferma con voce ferma il padre – e ci aspettiamo una pena esemplare per quello che ha fatto. Non può esserci perdono per chi ha ridotto mia figlia in queste condizioni, dopo mesi di violenze. La nostra famiglia chiede che paghi per ogni singolo giorno di dolore che le ha inflitto».
«Spero che questa sentenza possa servire da monito – aggiunge – per evitare che altre ragazze vivano lo stesso inferno. Mia figlia ha perso due anni della sua vita, ma almeno ora ha trovato la forza di denunciare. E noi saremo al suo fianco fino all’ultimo giorno di questo calvario giudiziario».
La ragazza, reduce da due interventi chirurgici, affronta ora il percorso più difficile: guarire dalle ferite dell’anima. Mentre la giustizia fa il suo corso, Paliano si interroga su come sia potuto accadere tutto questo.