🟥 UNA MATTINATA DI LOTTA E DIGNITÀ
Adesione altissima allo sciopero LIDL: in tanti davanti ai cancelli di Anagni
Con cartelli alzati e sguardi determinati, le lavoratrici e i lavoratori dello stabilimento LIDL di Anagni hanno dato vita, nella mattinata di venerdì 30 maggio, a un presidio di protesta partecipato e compatto. Un’astensione dal lavoro che, in linea con quanto avvenuto nel resto d’Italia, ha registrato un’altissima adesione, ben oltre l’80%. Davanti ai cancelli, non solo bandiere e striscioni, ma anche parole forti e tanta solidarietà reciproca: il messaggio lanciato è stato chiaro, forte e determinato.
«Senza lavoratori, nessun marchio cresce»: questo lo slogan che ha echeggiato con forza nel piazzale antistante lo stabilimento. Una frase che ha racchiuso lo spirito di una mattinata intensa, in cui a dominare non è stata solo la protesta, ma anche il desiderio collettivo di riscatto e di ascolto.
🟥 SCIOPERO NAZIONALE RIUSCITO
Mobilitazione compatta in tutta Italia: chiusi decine di punti vendita
Lo sciopero, indetto a livello nazionale dalle sigle Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, ha avuto un impatto molto significativo su tutta la rete commerciale LIDL in Italia. In molte zone del Paese, le serrande sono rimaste abbassate o aperte solo grazie alla presenza di pochi responsabili. Anche i lavoratori a tempo determinato e a chiamata, spesso percepiti come più esposti, hanno partecipato in massa, mandando un segnale inequivocabile di unità e di disagio condiviso.
Ad Anagni, il presidio si è trasformato anche in un momento di socialità: caffè portati da casa, qualche dolce condiviso tra colleghi, e perfino un paio di ombrelli usati per ripararsi da un sole timido ma implacabile. Una mattinata diversa, animata dalla consapevolezza che il cambiamento parte dal basso.
🟥 UNA TRATTATIVA IN STALLO
Dopo mesi di dialoghi, LIDL propone solo buoni spesa
L’origine della protesta va ricercata nel fallimento della trattativa del 14 maggio scorso a Bologna, quando la direzione aziendale di LIDL ha presentato una proposta definita “offensiva” dai sindacati. Dopo mesi di incontri, l’azienda ha messo sul tavolo soltanto un aumento in buoni spesa, rifiutando ogni apertura verso un miglioramento sostanziale del Contratto integrativo aziendale.
Per le sigle sindacali si è trattato di una rottura netta, che ha acuito il malcontento e spinto verso una mobilitazione che oggi appare più che legittima. «È inaccettabile che il valore del lavoro venga tradotto in bonus invece che in salario vero», hanno ribadito i rappresentanti dei lavoratori.
🟥 LE RIVENDICAZIONI SONO CHIARE
Più salario, orari certi e rispetto per la vita privata
Nel cuore della protesta ci sono due richieste fondamentali: un adeguato aumento in busta paga e una maggiore chiarezza e stabilità negli orari di lavoro. Secondo Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, il sistema attuale – basato in larga parte su contratti part-time con orari flessibili e imprevedibili – rende quasi impossibile conciliare lavoro e vita personale.
Un quadro definito insostenibile, in cui i lavoratori non riescono a programmare una visita medica o un pomeriggio con i figli. «Vogliamo orari coerenti con la normativa e con la dignità umana», ha dichiarato un delegato sindacale. Dietro la protesta, c’è quindi anche una richiesta di rispetto, oltre che di equità.
🟥 UN MESSAGGIO POTENTE ALL’AZIENDA
Il presidio di Anagni chiede un vero ritorno al dialogo
La mobilitazione di Anagni si inserisce in un contesto nazionale ampio, ma assume una valenza simbolica forte: la voce delle lavoratrici e dei lavoratori del Frusinate è chiara. LIDL deve tornare a trattare sul serio, accogliendo le proposte sindacali con spirito costruttivo e non paternalistico.
Il presidio si è concluso nella tarda mattinata, ma ha lasciato un segno profondo. Come ha sottolineato un partecipante: «Oggi non abbiamo solo scioperato. Abbiamo detto che ci siamo, che valiamo, che meritiamo rispetto». Ed è proprio da questo sentimento che, forse, potrà ripartire il confronto.