di Eleonora Campoli, consigliera comunale a Paliano
Il contrasto alla violenza contro le donne in Italia sconta mancanze
normative e politiche. Serve una strategia di lungo periodo per cambiare la
società, a partire da interventi educativi e formativi, dentro e fuori
dalle scuole.
Le indagini statistiche e sociali ci riferiscono che sempre più giovani
credono che dare o ricevere uno schiaffo sia normale , così come sentirsi
dire cosa indossare e farsi controllare il telefono.
Cosa spinge i nostri giovani a credere che il possesso e il controllo, e
purtroppo anche la violenza siano sinonimi d’amore?
Cosa è necessario fare?
📌Serve sostenere ed implementare la rete dei centri antiviolenza.
📌Educare donne e uomini alla non violenza e sconfiggere la cultura del
possesso, in ogni ambito.
📌Serve implementare i servizi socio- sanitari, a sostegno delle donne e
dei soggetti a rischio fragilità : maggiori risorse per i consultori
familiari e sportelli di ascolto sempre attivi.
📌Servono interventi che facciano capire che la violenza di genere , non è
una questione solo delle donne, ma di tutti: percorsi di educazione
affettiva e per l’abbattimento degli stereotipi di genere, rivolti a tutte
le fasce di età .
📌Serve dare il giusto peso alle parole, all’ interno di una società in cui
il patriarcato la fa da padrone ed atteggiamenti sessisti e misogini
vengono giustificati dalla collettività.
🛑Per fermare questo fenomeno serve più di tutto l’impegno di tutti.
Non basta più condannare, dopo che il fatto è accaduto.
🛑Serve una mobilitazione costante ed “antenne sociali e culturali” sempre
accese.
È bene essere consapevoli che il fenomeno della violenza, non è qualcosa
lontano da noi.
🆘 Purtroppo anche nelle nostra comunità nei mesi scorsi si è verificato un
atto gravissimo, verso una giovane ragazza investita dal compagno , la
quale ha riportato ferite gravissime.
A mesi di distanza e dopo il rinvio a giudizio del ragazzo, lo stesso pare
abbia compiuto un’ ulteriore aggressione alla ragazza , ancora
convalescente.
🛑Tutto ciò non può vederci restare inermi, né in silenzio.
In attesa che la giustizia faccia il suo corso, non possiamo non chiederci
come poter aiutare i ragazzi e non solo, ad affrontare il disagio che li
spinge verso tali gravi comportamenti.
Le istituzioni cosa intendono fare per arginare e prevenire tale fenomeno?
“È successo ancora una volta, quello che non doveva succedere.
Queste sono notizie che non vorremmo mai ascoltare, ma purtroppo fanno
parte della quotidianità e non possono essere ignorate, da nessuno, e in
nessun luogo.
Un simile atto di violenza non può non essere condannato.
Troppo silenzio su ciò che è accaduto a Michela.
Più volte come gruppo consiliare siamo intervenute, per richiamare
l’attenzione sulla necessità di interrogarci su come, la comunità tutta e
le istituzioni, possano avviare percorsi che facciano comprendere ai” più o
meno” giovani, che la violenza non è mai la strada giusta.
Questo è un impegno che richiede un esercizio costante da parte di tutti:
istituzioni, famiglie ed autorità….ed antenne ” sociali e culturali”
sempre accese e ricettive.
In attesa che la giustizia faccia il suo corso, voglio esprimere piena
solidarietà a Michela, al papà Roberto e a tutta la famiglia, per ciò che
sono costretti a vivere da mesi, con l’auspicio che tali tragici eventi non
si ripetano mai più.”