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    Primo piano

    Fermare la violenza di genere si può: serve un impegno collettivo e continuo

    il caso di Michela riaccende i riflettori su un problema culturale profondo: servono educazione, prevenzione e reti di sostegno attive ogni giorno; la nota a questa redazione di Eleonora Campoli, consigliera comunale
    5 Giugno 20253 Mins Read
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    di Eleonora Campoli, consigliera comunale a Paliano

    Il contrasto alla violenza contro le donne in Italia sconta mancanze
    normative e politiche. Serve una strategia di lungo periodo per cambiare la
    società, a partire da interventi educativi e formativi, dentro e fuori
    dalle scuole.
    Le indagini statistiche e sociali ci riferiscono che sempre più giovani
    credono che dare  o ricevere uno schiaffo  sia normale , così come sentirsi
    dire cosa indossare e farsi controllare il telefono.

    Cosa spinge i nostri giovani a credere che il possesso e il controllo, e
    purtroppo anche la violenza siano sinonimi d’amore?

    Cosa è necessario fare?

    📌Serve sostenere ed implementare la rete dei centri antiviolenza.

    📌Educare donne e uomini alla non violenza e sconfiggere la cultura del
    possesso, in ogni ambito.

    📌Serve implementare i servizi socio- sanitari, a sostegno delle donne e
    dei soggetti a rischio fragilità : maggiori risorse per i consultori
    familiari  e sportelli di ascolto sempre attivi.

    📌Servono interventi che facciano capire che la violenza di genere , non è
    una questione solo delle donne, ma di tutti: percorsi di educazione
    affettiva e per l’abbattimento degli stereotipi di genere, rivolti a tutte
    le fasce di età .

    📌Serve dare il giusto peso alle parole, all’ interno di una società in cui
    il patriarcato la fa da padrone ed atteggiamenti sessisti e misogini
    vengono giustificati dalla collettività.

    🛑Per fermare questo fenomeno serve più di tutto l’impegno di tutti.

    Non basta più condannare,  dopo che il fatto è accaduto.

    🛑Serve una mobilitazione costante ed “antenne sociali e culturali” sempre
    accese.

    È bene essere consapevoli che il fenomeno della violenza, non è qualcosa
    lontano da noi.

    🆘 Purtroppo anche nelle nostra comunità nei mesi scorsi si è verificato un
    atto gravissimo, verso una  giovane ragazza investita dal compagno , la
    quale ha riportato ferite gravissime.
    A mesi di distanza e dopo il rinvio a giudizio del ragazzo, lo stesso pare
    abbia compiuto un’ ulteriore aggressione alla ragazza , ancora
    convalescente.

    🛑Tutto ciò non può vederci restare inermi, né in  silenzio.
    In attesa che la giustizia faccia il suo corso,  non possiamo non chiederci
    come poter aiutare i ragazzi e non solo, ad affrontare il disagio che li
    spinge verso tali gravi comportamenti.

    Le istituzioni cosa intendono fare per arginare e prevenire tale fenomeno?

    “È successo ancora una volta, quello che non doveva succedere.
    Queste sono notizie che non vorremmo mai ascoltare, ma purtroppo fanno
    parte della quotidianità e non possono essere ignorate, da nessuno, e in
    nessun luogo.

    Un simile atto di violenza non può non essere condannato.
    Troppo silenzio su ciò che è accaduto a Michela.

    Più volte come gruppo consiliare siamo intervenute, per richiamare
    l’attenzione sulla necessità di interrogarci su come, la comunità tutta e
    le istituzioni, possano avviare percorsi che facciano comprendere ai” più o
    meno” giovani, che la violenza non è mai la strada giusta.

    Questo è un impegno che richiede un esercizio costante da parte di tutti:
    istituzioni, famiglie ed autorità….ed antenne ” sociali e culturali”
    sempre accese e ricettive.

    In attesa che la giustizia faccia il suo corso, voglio esprimere piena
    solidarietà a Michela, al papà Roberto e a tutta la famiglia, per ciò che
    sono costretti a vivere da mesi, con l’auspicio che tali tragici eventi non
    si ripetano mai più.”

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