di Patrizia Cucca
Si è tenuto il 5 giugno nella pinetina del paese, nei pressi della Magnolia della Pace, il terzo incontro di “Acuto per la Pace, lanciato in gennaio dalla Comunità bahá’í di Acuto e diventato nel giro di pochi mesi patrimonio di persone appartenenti a tutte le confessioni religiose presenti nel territorio. Questa volta in trentuno hanno raccolto l’invito a partecipare lanciato sui social, un appello sommesso, discreto, eppure significativo ed estremamente potente nella sua semplicità, rivolto, come sottolineano gli organizzatori, «a tutti coloro che ancora credono nella forza dei piccoli gesti». Che equivale a dire che la pace si costruisce ogni giorno, servendo uniti nelle piccole realtà di paese, con azioni solo in apparenza insignificanti, e che il testimone è di tutti, noi inclusi.
Ebrei, musulmani, cristiani ortodossi, cristiani cattolici, bahá’í e laici. Sì, perché a questi incontri partecipano anche i laici: la spiritualità è di tutti, anche di chi si dice non credente. Trentuno persone, chi da Acuto, chi da Fiuggi, chi da Frosinone e Roma hanno silenziosamente raggiunto la pinetina e in semicerchio hanno pregato in diverse lingue e ciascuno con i testi delle proprie Scritture; hanno poi conversato, cantato e giocato insieme, sono state lette delle poesie, qualcuno è intervenuto e infine tre minuti di silenzio totale: un silenzio di pace, dove anche le parole sono superflue.
Non c’è un modo standard per intervenire ad “Acuto per la Pace”, spiegano gli organizzatori che sottolineano il carattere interreligioso e devozionale dell’iniziativa, nata per avvicinare le persone alla spiritualità. «Si partecipa come si desidera. Chi con le proprie preghiere, chi semplicemente con la propria presenza, nel rispetto della diversità e dell’accoglienza dell’altro. Nella certezza che siamo tutti fratelli e sorelle e che il Dio a cui ci rivolgiamo in modi diversi e che ci guarda dall’alto è lo stesso per tutti». «Ognuno fa la sua parte» dichiarano, «come può e come sa fare. E lo facciamo perché siamo stanchi di assistere a tanta devastazione e tanto dolore. Siamo stanchi dell’orrore che ci circonda. Non possiamo stare in silenzio, basta guerre! Desideriamo la vita, non la morte». Ma esprimere semplicemente il dissenso non è sufficiente. «Occorrono unità e compassione e occorre testimoniarle e praticarle con i fatti, non a parole, queste qualità. Per questa ragione, uniti nella diversità, usciamo dalle nostre chiese, usciamo dalle nostre sinagoghe, usciamo dalle nostre moschee e dai nostri templi, superiamo divisioni e pregiudizi e offriamo, nel nostro piccolo, testimonianza di amore e unità al fratello che è diverso da noi».
“Acuto per la pace” non è, infatti, un luogo di dibattito, né uno spazio politico. «Non c’è chi ha torto e chi ha ragione, dove c’è chi vince e c’è chi perde» è stato precisato. «Non vi si alzano bandiere di alcun colore, se non quella dell’amore perché “Acuto per la Pace” è un incontro di unità, di preghiera, di silenzio, di testimonianza». Lo dimostra l’abbraccio fraterno che a fine incontro c’è stato tra i partecipanti ebrei e musulmani e che con gioia e commozione si sono parlati a lungo su ciò che sta accadendo oggi. Molto interessante e fiducioso l’intervento di Pino Pelloni, della comunità israelitica di Roma. Densa di luce e speranza la poesia di Monia Capobasso, poetessa acutina del gruppo di Sonora, che ha dedicato una poesia alla Magnolia della pace, sotto cui si è tenuto l’incontro, simbolicamente nutrita della terra dei cinque continenti.
La speranza e l’augurio è che il gruppo di preghiera cresca, che il numero dei partecipanti si allarghi ad altre confessioni religiose e coinvolga tutto il paese e le realtà territoriali limitrofe. Il prossimo appuntamento è per giovedi 10 luglio, con luogo e orario da definirsi in virtù del carattere itinerante dell’iniziativa, che resta comunque a cadenza mensile, salvo la pausa agostana.