🟥 Un’estate senza diritti
Il caso di Mattia accende i riflettori su un problema annoso
Nel pieno della stagione estiva, mentre per tanti bambini cominciano giornate di gioco, sport e socialità, per Mattia, un bambino con disabilità, l’estate si è trasformata in un’occasione mancata. La sua mamma ha lanciato un appello sui social, denunciando l’impossibilità di far partecipare suo figlio ai campi estivi per la mancanza di personale specializzato. Un episodio che ha commosso e indignato, facendo emergere una realtà che si ripete puntualmente ogni anno.
🟥 Fondi disponibili ma inutilizzati
La denuncia delle forze politiche: “Basta promesse, servono fatti”
A raccogliere e rilanciare l’appello sono stati Possibile Anagni, il Partito Democratico di Anagni, il Movimento 5 Stelle e Sinistra Italiana Anagni, che hanno diffuso una nota congiunta indirizzata all’opinione pubblica. “È inaccettabile – scrivono – che ogni estate si assista alla discriminazione sistematica dei bambini con disabilità, mentre i fondi per l’inclusione rimangono inutilizzati o sprecati”. La testata Alessio Porcu ha recentemente pubblicato un’inchiesta che documenta proprio la mala gestione della ripartizione delle risorse destinate ai Comuni.
🟥 Una proposta concreta per l’inclusione reale
Finanziare assistenti educativi nei campi estivi ordinari
Niente più progetti separati o iniziative “dedicate” che finiscono per isolare invece che includere: la proposta avanzata dalle forze politiche è chiara. Bisogna utilizzare i fondi esistenti per impiegare assistenti educativi specializzati all’interno dei campi estivi pubblici e privati. “L’inclusione vera si fa insieme – si legge nella nota – nei giochi comuni, nei gruppi misti, nella normalità delle esperienze condivise”.
🟥 L’inclusione non va in vacanza
I diritti non si sospendono d’estate
Durante l’anno scolastico, la presenza di figure educative per i bambini con disabilità è un diritto sancito per legge. “Perché dovrebbe venir meno in estate?” si chiedono i firmatari dell’appello. Lasciare le famiglie sole a gestire l’esclusione dei propri figli da momenti fondamentali di crescita e socializzazione rappresenta, secondo loro, un fallimento istituzionale e morale. L’estate non può e non deve essere una zona franca dai diritti.
🟥 Una comunità si misura dall’inclusione
Una chiamata all’azione per istituzioni, scuole e cittadini
L’appello finale è rivolto non solo all’amministrazione comunale, ma all’intera collettività: “Rendere possibile la partecipazione ai campi estivi non è un favore: è un dovere. Se vogliamo continuare a definirci una comunità civile, dobbiamo garantire il diritto alla socialità, al gioco e all’inclusione anche d’estate”. Mattia non è solo. La sua voce oggi è diventata quella di tanti.
🟥La nota integrale di Possibile Anagni, Partito Democratico Anagni, Movimento 5 Stelle e Sinistra Italiana Anagni
“Inclusione reale anche d’estate: basta promesse, servono scelte concrete per garantire il diritto alla partecipazione dei bambini con disabilità ai campi estivi”
Abbiamo appreso dai social l’appello accorato di una madre, che denuncia l’impossibilità per suo figlio Mattia, un bambino con disabilità, di partecipare ai campi estivi per la mancanza di personale specializzato. Non sappiamo se qualcuno delle istituzioni si sia degnato di rispondere, ma non possiamo restare in silenzio. È ora di passare dalle parole ai fatti.
Proprio ieri, la testata giornalistica Alessio Porcu ha pubblicato un articolo sulla ripartizione dei fondi destinati ai Comuni per promuovere l’inclusione dei bambini e degli adolescenti con disabilità nelle attività estive. Un’occasione che troppo spesso viene sprecata o gestita in modo inefficace.
Ci chiediamo: possibile che ogni estate si debba ripetere la stessa storia? Fondi disponibili, promesse di inclusione, e poi famiglie lasciate sole, bambini esclusi, diritti negati. È inaccettabile.
Proponiamo di utilizzare questi fondi non per iniziative parallele, separate, “dedicate” – che di inclusivo hanno solo il nome – ma per finanziare l’impiego di assistenti educativi nei campi estivi ordinari. Perché l’inclusione, se è vera, si fa insieme. Nei luoghi comuni, nei giochi comuni, nelle esperienze condivise.
Durante l’anno scolastico, i bambini con disabilità hanno diritto alla presenza di figure educative specializzate. Per quale motivo questo diritto dovrebbe sospendersi d’estate? L’estate non è una zona franca dai diritti.
Rendere possibile la partecipazione a esperienze di socialità, gioco e crescita non è un favore: è un dovere, per chiunque voglia ancora definirsi una comunità civile e realmente inclusiva.