🟥 La fine della relazione e l’inizio dell’incubo
La denuncia della donna ha fatto scattare l’intervento della Polizia
Era finita da nove mesi, ma per lui non era finita affatto. Un amore malato, ossessivo, che si è trasformato in una spirale di minacce, pedinamenti, messaggi persecutori e persino aggressioni fisiche. La vittima, una donna della nostra provincia, ha trovato il coraggio di rivolgersi alla Polizia di Stato, raccontando episodi inquietanti vissuti nelle settimane successive alla fine della relazione con il suo ex fidanzato.
La donna ha riferito agli agenti di aver subito vessazioni, insulti e addirittura di essere stata picchiata quando ancora la relazione era in corso. Dopo la rottura, l’uomo avrebbe iniziato una lunga campagna persecutoria per tentare, invano, di ricucire quel rapporto ormai finito.
🟥 Una persecuzione costante e pericolosa
Appostamenti, gomme tagliate e un tentato investimento
Non si trattava solo di messaggi su WhatsApp e TikTok, ma di un vero e proprio comportamento molesto e ripetuto: l’uomo la pedinava, cercava di ottenere informazioni da amici e familiari della donna, nel tentativo di indurli a fare da mediatori.
Le condotte si sono fatte via via più gravi. In uno degli episodi raccontati alla Squadra Mobile, l’indagato avrebbe forato appositamente gli pneumatici dell’auto della vittima, per poi appostarsi nelle vicinanze e sorprenderla. Non solo: all’arrivo della donna e di un suo accompagnatore, l’uomo avrebbe tentato di investirli con l’auto, sfiorando la tragedia.
🟥 Le indagini della Squadra Mobile
Un caso emblematico di atti persecutori secondo l’Art. 612 bis del Codice Penale
Gli agenti della Polizia di Stato, dopo un’attenta attività investigativa, hanno raccolto elementi concreti e coerenti con quanto denunciato. I comportamenti ripetuti e ossessivi dell’uomo rientrano, secondo l’Autorità Giudiziaria, nella fattispecie prevista dall’Art. 612 bis del Codice Penale, ovvero atti persecutori.
A convincere i magistrati è stata la reiterazione delle condotte, il loro carattere vessatorio e minaccioso, l’uso costante di strumenti digitali per il controllo e l’umiliazione psicologica della vittima. Un caso che – purtroppo – rappresenta un drammatico esempio di quanto le relazioni tossiche possano evolvere in veri e propri scenari di violenza psicologica e fisica.
🟥 La misura cautelare e il braccialetto elettronico
Divieto di avvicinamento con dispositivo di controllo a distanza per l’ex compagno
Nella giornata dell’11 giugno, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, è stata eseguita la misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, prevista dall’art. 282-ter del Codice di Procedura Penale.
Alla misura si è aggiunta l’applicazione del braccialetto elettronico, per garantire il controllo a distanza dell’indagato e impedire ulteriori contatti o tentativi di aggressione. Un provvedimento necessario per tutelare l’incolumità della donna e restituirle, almeno in parte, la serenità negata per troppo tempo.