Il cuore della seduta consiliare del 23 giugno 2025, svoltasi nella suggestiva Sala della Ragione del Palazzo Comunale, ha battuto attorno a un tema decisivo: il futuro dell’ex Polveriera, l’area che costeggia la stazione ferroviaria di Anagni, simbolo del passato militare e oggi al centro di una visione di sviluppo ambiziosa. Il Consiglio comunale ha infatti approvato un pacchetto di progetti che mirano a riconvertire i 170 ettari del sito in un polo d’eccellenza per energia, sanità, istruzione e sport.
Energia, salute, innovazione e sport: la nuova Anagni
Il piano approvato prevede la realizzazione di un grande parco fotovoltaico e agrovoltaico, la costruzione di uno dei principali data center italiani, e un policlinico con annesso centro universitario. A questi si aggiungono progetti a vocazione culturale e sociale: un’area per eventi e concerti, una pista di motocross per gare internazionali, e una nuova Città dello Sport con il supporto del CONI.
Una visione ampia, definita “concreta e solida” dal sindaco Daniele Natalia, che ha commentato: “L’area della storica Polveriera è pronta a trasformarsi nel più grande progetto di sviluppo per Anagni e il suo territorio”. Il primo cittadino ha sottolineato come questa visione sia frutto di “anni di lavoro, studio e promozione nei più importanti consessi economici”, e che, rispetto al passato, “ciò che mancava era la solidità economica e progettuale dei proponenti”.
Il plauso di Forza Italia
Entusiasta il commento del segretario cittadino di Forza Italia, Rodolfo Mastroianni, che ha definito la delibera “uno strepitoso sviluppo per tutto il territorio”. Mastroianni ha parlato del progetto come “il più grande sviluppo sostenibile e innovativo mai realizzato ad Anagni”, esprimendo “grande plauso per l’iniziativa e l’operato dell’amministrazione”, che ha saputo “guardare al futuro con una visione innovativa”.
Le critiche di LiberAnagni: “Affari mascherati da masterplan”
Tutt’altra la posizione di Luca Santovincenzo, consigliere comunale di LiberAnagni, che ha espresso voto contrario e forti riserve sulla trasparenza e sull’impatto reale del progetto. “Non si è approvato alcun masterplan, ma tre progetti privati che occupano quasi interamente l’ex Polveriera con pannelli fotovoltaici, capannoni e una pista da motocross”, ha dichiarato Santovincenzo.
Il consigliere denuncia “una svendita di 40 ettari nel cuore della Polveriera” e “130 ettari concessi a prezzo irrisorio per un valore stimato in 500 milioni di euro”. Secondo Santovincenzo, il progetto comporterebbe una perdita per il Comune fino a 70 milioni, oltre a bloccare per 35 anni un’area strategica, senza produrre benefici concreti per cittadini, sviluppo o occupazione.
Un’area strategica contesa tra promesse e dubbi
LiberAnagni chiede che la priorità torni ad essere “salute, istruzione e lavoro”, con un progetto chiaro e pubblico. “Il masterplan è solo fumo negli occhi”, ha detto Santovincenzo, aggiungendo: “Abbiamo proposto un polo ospedaliero vero, con studio e crescita, che generi indotto per la città. In otto anni, questa amministrazione non è andata oltre al fotovoltaico”.
E l’unico elemento positivo, per l’opposizione, è stato che “l’amministrazione ha finalmente ammesso che l’ospedale è una possibilità reale”. Un segnale, secondo Santovincenzo, che rappresenta un punto di svolta: “Da oggi, su questo, non si torna più indietro”.
Una sfida politica aperta
La discussione sull’ex Polveriera di Anagni si rivela così una delle più complesse e delicate degli ultimi anni: tra ambizioni di rilancio, dubbi sul ritorno economico, e la battaglia politica tra maggioranza e opposizione, si gioca il futuro di un’area che potrebbe diventare il simbolo della rinascita o della perdita di un’occasione irripetibile.
I dubbi sulla fattibilità e sui tempi restano legittimi
Accanto all’entusiasmo per la visione ambiziosa tracciata dall’amministrazione comunale, non mancano perplessità da parte di una fetta consistente dell’opinione pubblica. I timori che questo progetto possa trasformarsi in un’eterna attesa, simile ad altre grandi opere locali mai decollate o rimaste a metà, non sono affatto infondati. La complessità burocratica, l’intreccio di autorizzazioni regionali e nazionali, la necessità di fondi certi e vincolati, nonché le tempistiche edili per un intervento di tale portata, sono elementi che possono allungare notevolmente i tempi di realizzazione. In un contesto in cui anche interventi minori – come la messa in sicurezza di infrastrutture o la semplice manutenzione stradale – hanno richiesto anni di lavoro, è comprensibile che molti cittadini accolgano con scetticismo l’idea di una rapida trasformazione dell’area della Polveriera. La sfida, ora, sarà non solo quella di garantire che il progetto sia concretamente realizzabile, ma anche di rendere trasparenti e verificabili tutte le fasi del percorso, dimostrando nei fatti che visione e realismo possono, finalmente, camminare insieme.