La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma ha concluso le indagini preliminari nei confronti di quattro persone coinvolte in una complessa vicenda di presunti reati commessi ai danni del Comune di Anagni. I fatti, che si sono svolti tra il 2021 e il 2023, riguardano accuse di accesso abusivo a sistemi informatici, falsificazione di documenti, sottrazione di atti pubblici e rivelazione di segreti d’ufficio.
I protagonisti dell’inchiesta
Gli indagati sono: Franco Fiorito, ex sindaco e ex consigliere provinciale e regionale, già coinvolto – in passato – in vicende giudiziarie; Enrico Trulli; Stefano Schirmenti, già segretario comunale e Simone Bonanni.
I capi d’accusa
Le accuse sono articolate in nove capi, che descrivono una trama di illeciti finalizzati a coprire presunte irregolarità nella nomina di Fiorito a Direttore Generale del Comune nel 2006. Tra i reati contestati:
- Accesso abusivo ai sistemi informatici del Comune: Fiorito, Trulli e Schirmenti avrebbero manipolato il sistema “S.I.C.I. Web Service” per sostituire una pratica legittima con una falsa, retrodatandola al 2006. Successivamente, Fiorito e Trulli avrebbero effettuato numerosi accessi illeciti al sistema “HYPERSIC.NET”, consultando documenti riservati.
- Falsificazione di documenti: Sono stati creati falsi curriculum, lettere e persino un documento intestato al “Department of State” degli USA, firmato da Condoleezza Rice, per supportare la posizione di Fiorito in un procedimento della Corte dei Conti.
- Sottrazione di atti pubblici: Fiorito avrebbe sottratto il registro delle sedute del Consiglio Comunale e l’elenco delle firme di sindaco, consiglieri e assessori, rinvenuti nella sua abitazione durante una perquisizione.
- Rivelazione di segreti d’ufficio: Trulli avrebbe condiviso con Fiorito, tramite messaggi WhatsApp, informazioni riservate sulle indagini della Corte dei Conti, inviandogli anche documenti interni del Comune.
Le conseguenze
Le falsificazioni avrebbero indotto in errore la Corte dei Conti Sezione Lazio, che inizialmente aveva dichiarato prescritta la richiesta di risarcimento per un danno erariale di 124.756 euro causato dalla nomina illegittima di Fiorito. La Procura Regionale della Corte dei Conti ha però presentato appello, contestando l’autenticità dei documenti prodotti.
La fase processuale
Gli indagati e i loro difensori hanno ora 20 giorni per prendere visione degli atti, presentare memorie o richiedere ulteriori indagini. Fiorito, difeso dall’avvocato Davide Bruni, è accusato anche con la circostanza aggravante della recidiva specifica e infraquinquennale.
Diritti degli indagati
Il documento ricorda agli indagati i loro diritti, tra cui la possibilità di nominare un difensore di fiducia, presentare prove a discarico e accedere a programmi di giustizia riparativa. Inoltre, viene specificato che l’indagato può chiedere il patrocinio a spese dello Stato se in possesso dei requisiti economici.
Conclusioni
La vicenda, che unisce abuso d’ufficio e cybercrimine, rappresenta un altro capitolo oscuro nella storia amministrativa di Anagni. Il procedimento, ora nella fase delle indagini preliminari, potrebbe portare a un processo che chiarirà definitivamente le responsabilità degli imputati. Si precisa che, considerato lo stato del procedimento, indagini preliminari, gli indagati devono intendersi innocenti fino ad eventuale accertamento di colpevolezza, con sentenza definitiva.