Dal 19 agosto 2025 l’Italia compie un passo decisivo contro una delle forme più insidiose di truffa telefonica degli ultimi anni: lo spoofing. Grazie a una delibera dell’AGCOM – Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni – pubblicata lo scorso 19 maggio, gli operatori telefonici avranno l’obbligo di bloccare tutte quelle chiamate in entrata che utilizzano numeri fissi italiani falsificati, ma che provengono in realtà da reti estere.
Cos’è lo spoofing e perché è pericoloso
Chiunque abbia ricevuto una chiamata da un numero apparentemente familiare – come quello di una banca, della polizia o di un semplice prefisso italiano – potrebbe essere stato vittima di uno spoofing. Si tratta di una tecnica di manipolazione che consiste nel camuffare l’identità del chiamante per ingannare il destinatario e fargli credere che si tratti di una comunicazione ufficiale o urgente.
Dietro queste chiamate possono celarsi call center aggressivi, ma anche veri e propri truffatori, pronti a carpire dati sensibili o ad accedere al conto bancario delle vittime con la scusa di un’emergenza. Il trucco ostacola inoltre i sistemi anti-spam installati sugli smartphone e rende più difficili i controlli da parte delle autorità.
La risposta dell’AGCOM: due scadenze per fermare lo spoofing
Già nel 2023, l’AGCOM aveva sollecitato gli operatori a intervenire, ma in mancanza di imposizioni formali i risultati erano stati del tutto insoddisfacenti. A fine 2024, la svolta: l’Autorità ha convocato un tavolo tecnico con gli operatori per definire una strategia condivisa. Il risultato è un piano d’azione in due fasi:
- Dal 19 agosto 2025 scatterà il blocco delle chiamate che utilizzano numeri fissi italiani falsificati ma che partono da reti estere. È una forma di spoofing tra le più comuni, facilmente identificabile perché – ad esempio – non è tecnicamente possibile che una chiamata con prefisso 06 (Roma) o 02 (Milano) parta fisicamente da Tunisia o Hong Kong.
- Dal 19 novembre 2025, invece, entrerà in funzione un filtro più sofisticato, capace di rilevare anche lo spoofing sui numeri mobili. Qui la questione si complica: una chiamata da un numero mobile italiano potrebbe essere del tutto lecita se effettuata in roaming dall’estero. Il sistema dovrà quindi verificare in tempo reale se il numero è in roaming e solo in caso contrario bloccare la chiamata.
Il ruolo degli operatori telefonici
Alcuni operatori, come WindTre, avevano già introdotto una forma elementare di blocco nel 2023, agendo sui numeri inesistenti. Tuttavia, per contrastare in modo efficace lo spoofing più sofisticato – quello che utilizza numeri realmente esistenti appartenenti a terzi – era necessario un intervento più sistemico. Il nuovo sistema non si basa su intelligenza artificiale, ma su tecniche di analisi delle chiamate già note dagli anni ’90, ora perfezionate per essere applicate su larga scala.
Una misura attesa da milioni di utenti
Con l’entrata in vigore del primo filtro il 19 agosto e del secondo il 19 novembre, l’Italia si allinea finalmente ad altri Paesi europei che da tempo hanno adottato misure simili. Il risultato atteso è una drastica riduzione delle chiamate truffaldine, un incremento della sicurezza telefonica e un segnale chiaro: la tutela dei cittadini e della loro privacy non può più essere rimandata.
I dubbi del Codacons
Il Codacons manifesta forti perplessità sull’effettiva utilità delle misure predisposte dall’Agcom contro il telemarketing aggressivo. Secondo i dati diffusi dall’associazione, il comparto delle chiamate commerciali in Italia muove un volume d’affari di circa tre miliardi di euro all’anno, con oltre duemila strutture operative e quasi ottantamila addetti. A fianco delle realtà regolari, tuttavia, esiste un mondo parallelo di call center situati all’estero che operano senza alcun controllo, ignorando le normative vigenti e mettendo a rischio la riservatezza dei cittadini.
Dal 19 agosto entrerà in vigore la nuova disciplina contro lo spoofing, che mira a ridurre il fenomeno delle telefonate indesiderate. Ma la domanda resta aperta: sarà davvero la soluzione al problema o solo un primo passo?
Nonostante siano già 32 milioni gli utenti iscritti al Registro Pubblico delle Opposizioni, il bombardamento di chiamate non accenna a diminuire. Ogni persona riceve in media dalle cinque alle otto telefonate pubblicitarie a settimana, per un totale che supera i quindici miliardi di contatti l’anno. Non si tratta solo di fastidio: in molti casi – avverte il Codacons – queste chiamate sono veicolo di offerte ingannevoli o proposte di investimenti finanziari che possono mettere a rischio i risparmi delle famiglie.
L’associazione sottolinea come i filtri predisposti dall’Agcom non siano ancora in grado di garantire una protezione completa. Il sistema, infatti, si limiterà inizialmente a bloccare i falsi numeri fissi italiani, mentre le numerazioni mobili contraffatte continueranno a raggiungere i consumatori almeno fino a novembre. Restano inoltre escluse le chiamate provenienti da prefissi internazionali e quelle effettuate da operatori che, pur operando dall’Italia, utilizzano tecniche sofisticate per mascherare la propria identità.
Un terreno in continua evoluzione, dove la tecnologia rischia di favorire i call center illegali più di quanto non riescano a farlo le regole.