Trasferiti da Sora a Fiuggi: rifugiati ucraini in una struttura infestata e non accessibile
Un gruppo di 54 rifugiati ucraini, finora ospitato a Sora, è stato trasferito nella giornata di ieri l’altro – 3o giugno 2025 – presso il CAS (Centro di Accoglienza Straordinaria) di Fiuggi, nel pieno della provincia di Frosinone. La decisione è stata comunicata senza possibilità di replica e, secondo quanto riferito dai diretti interessati, accompagnata da minacce di esclusione dal programma di protezione temporanea nel caso avessero opposto resistenza.
Una sistemazione inaccettabile
Ad accoglierli, però, non è stata una struttura all’altezza del dramma che queste persone hanno già vissuto. Al contrario, l’edificio destinato alla loro accoglienza si è rivelato invaso da zecche e cimici del letto, con muffa alle pareti, infissi rotti e prese elettriche compromesse. Tra i rifugiati si contano dodici bambini, uno dei quali malato oncologico, alcuni neonati, diciassette adulti, molti dei quali con patologie gravi, e diversi anziani over 60.
In una delle situazioni più drammatiche, una donna in sedia a rotelle è rimasta impossibilitata ad accedere all’edificio per assenza di un ingresso accessibile e mancanza dell’ascensore. Diverse famiglie, impaurite dall’insalubrità delle stanze, hanno scelto di dormire all’esterno, per evitare il contatto con insetti e parassiti, temendo il rischio di infezioni.
Le reazioni della struttura
Dalla direzione del CAS di Fiuggi, la risposta è stata tutt’altro che rassicurante. Di fronte alle denunce dei rifugiati e delle associazioni che li seguono, la direzione ha minimizzato, sostenendo che “non tutte le stanze sono infestate”, come se ciò potesse in qualche modo attenuare la gravità di una situazione già al limite.
Questo atteggiamento ha provocato ulteriore malumore tra i rifugiati, molti dei quali erano già ben integrati a Fiuggi, dove avevano trovato una sistemazione stabile all’hotel Capri, legami con la comunità e servizi adeguati alle proprie esigenze sanitarie e familiari.
«In questo hotel – spiega una delle donne ospitate – già prima vivevano 32 ucraini, tra cui una nonna disabile a entrambe le gambe, che non poteva camminare, né uscire, e stava sempre seduta al primo piano perché non c’è un ascensore. C’è anche una ragazza disabile che si muove solo con l’aiuto di due stampelle.
Ci sono molti bambini malati, anche con il cancro. Tutte queste persone erano state portate qui dall’Hotel Capri di Fiuggi la mattina del 26 giugno.
Ieri sono arrivati altri ucraini, da Piglio e da Alatri, ma la situazione è peggiorata ancora: oggi hanno dovuto dormire nei letti messi nei corridoi, perché tutte le stanze sono infestate dalle cimici».
Una ferita alla dignità
A preoccupare è anche l’assenza di comunicazione istituzionale: il trasferimento è avvenuto senza coinvolgimento diretto delle famiglie, che si sono trovate, in poche ore, da una realtà dignitosa a un contesto disumano.
La domanda sorge spontanea: è questa l’accoglienza che l’Italia vuole riservare a chi fugge dalla guerra? La Direttiva 2001/55/CE, che regola la protezione temporanea dei rifugiati, parla chiaro: a ogni individuo dev’essere garantita una sistemazione adeguata, sicura e rispettosa della dignità umana.
In questo caso, i fatti sembrano dimostrare il contrario. In attesa di una risposta dalle istituzioni, resta l’urgenza di intervenire per ripristinare condizioni minime di vivibilità per queste 54 persone, tra cui bambini e anziani, che chiedono solo di vivere in pace, dopo aver già perso tutto.