Per ora, gli automobilisti italiani possono tirare un sospiro di sollievo. L’atteso aumento dei pedaggi autostradali, previsto a partire dal 1° agosto, è stato ufficialmente ritirato. Il Governo ha infatti deciso di eliminare l’emendamento al decreto Infrastrutture che introduceva un rincaro di un millesimo di euro a chilometro, motivato con la necessità di aumentare il canone annuo ad Anas.
La marcia indietro è arrivata dopo ore di pressing serrato da parte del Partito Democratico, che ha definito la misura una vera e propria “Tassa Meloni” sulle vacanze. È stata proprio la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ad annunciare con soddisfazione, nel primo pomeriggio, il ritiro ufficiale dell’emendamento: “Siamo riusciti a ottenerlo pochi minuti fa – ha dichiarato – dopo giorni di scaricabarile da parte della maggioranza”.
Secondo Schlein, il passo indietro del governo non cancella il tentativo di colpire i cittadini italiani in procinto di mettersi in viaggio per le ferie. “Ora chiediamo che Giorgia Meloni si impegni a non riproporre l’aumento dei pedaggi in nessun altro provvedimento futuro. Se ci riproveranno – ha aggiunto – li fermeremo di nuovo”.
Durissime le parole anche di altri esponenti dem, a cominciare dalla capogruppo alla Camera Chiara Braga, che ha parlato di un “emendamento di tutti e di nessuno” e ha suggerito di reperire i fondi per la manutenzione delle strade provinciali “dal Ponte sullo Stretto, piuttosto che dalle tasche degli italiani”.
Sulla stessa linea il componente della segreteria Pierfrancesco Majorino, che ha definito il governo “quello dei bugiardi”, mentre il vicepresidente della Commissione Trasporti Andrea Casu ha chiesto un impegno formale a Meloni e Salvini per escludere simili misure anche in futuro. Per il senatore Alessandro Alfieri, “di certo c’è soltanto che il governo Meloni ha provato a mettere una nuova tassa sugli italiani in partenza per le vacanze”.
Anche Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, ha commentato duramente la vicenda, parlando di “scaricabarile e teatrino indecente” e accusando l’esecutivo di essere stato colto “con le mani nel portafoglio dei cittadini”.
Nella maggioranza, intanto, si registrano tentativi di smarcarsi dalla responsabilità politica della misura. Il vicepremier e leader di Forza Italia, Antonio Tajani, ha dichiarato: “Mi pare un problema risolto, ma noi non siamo stati coinvolti”. Tenta di abbassare i toni anche il presidente di Noi Moderati, Maurizio Lupi, che definisce la polemica “una tempesta in un bicchiere d’acqua”.
Resta il fatto che, anche se l’aumento è scongiurato, il dibattito sul tema dei pedaggi e della gestione delle infrastrutture rimane vivo, e la questione potrebbe riaprirsi già nei prossimi mesi.