Un’esecuzione a sangue freddo, in pieno centro, consumata come in un tragico regolamento di conti dal sapore antico. È accaduto nella tarda mattinata di oggi martedì 8 luglio nel cuore di Rocca di Papa, alle porte di Roma, dove un uomo di circa sessant’anni avrebbe sparato e ucciso un altro uomo, colpendolo con un solo colpo di pistola alle spalle.
La vittima si chiamava Franco Lollobrigida, aveva 35 anni ed era uscito dal carcere da un paio d’anni. In passato era stato accusato dell’omicidio del figlio del suo presunto assassino, avvenuto dopo una lite scoppiata per motivi futili in via di Frascati, non lontano dalle abitazioni di entrambi. Oggi, quel nodo irrisolto è riesploso in maniera irreparabile.
A premere il grilletto, secondo quanto ricostruito dai Carabinieri del Gruppo e della Compagnia di Frascati e della Stazione di Rocca di Papa, è stato Guglielmo Palozzi, operaio della raccolta differenziata per il Comune di Rocca di Papa e padre della vittima del delitto di qualche anno fa. L’uomo è stato fermato dai militari pochi minuti dopo l’accaduto, lungo via Roma, a poca distanza dal luogo dell’omicidio.
Il fatto è avvenuto nei pressi del capolinea Co.Tra.L., davanti agli occhi attoniti di numerosi passanti. Accanto al corpo senza vita di Lollobrigida, riverso sull’asfalto, un piccolo carrettino per la raccolta dei rifiuti, forse in uso allo stesso Palozzi. Un particolare che ha reso la scena ancora più surreale.
Sul posto sono giunti in pochi minuti i sanitari del 118 con diverse ambulanze, ma ogni tentativo di soccorso è risultato inutile: Franco Lollobrigida è deceduto praticamente sul colpo.
La zona è stata transennata per permettere i rilievi scientifici. Gli investigatori, coordinati dalla Procura di Velletri, stanno cercando di ricostruire nei dettagli la dinamica del fatto e le modalità con cui Palozzi è riuscito ad avvicinarsi a Lollobrigida senza destare sospetti.
L’omicidio ha scosso profondamente l’intera comunità di Rocca di Papa, da anni già turbata dalla tragica morte del giovane figlio di Palozzi. La vicenda, che all’epoca aveva destato profondo scalpore, sembrava chiusa con la condanna e la detenzione dell’aggressore. Ma oggi, il cerchio si è riaperto nel modo più tragico.