Il programma regionale da 60 milioni di euro
La Regione Lazio ha dato il via libera a un ambizioso programma di riqualificazione energetica che coinvolge 39 Comuni con più di 20.000 abitanti. Si tratta del Programma FESR Lazio 2021-2027, finanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, che destina 60 milioni di euro per l’efficientamento energetico degli edifici pubblici. Un investimento che punta dritto al cuore della transizione ecologica, in linea con l’Agenda 2030, il Green New Deal e il Next Generation EU.
I numeri parlano chiaro: 75 progetti di riqualificazione che interesseranno 41 edifici scolastici, 24 impianti sportivi e 10 edifici del patrimonio pubblico comunale. Un’operazione che promette di ridurre significativamente i consumi energetici e di modernizzare le strutture pubbliche del territorio laziale.
Anagni e la scelta dell’impianto sportivo
Anche Anagni figura tra i beneficiari di questo corposo finanziamento. Ma è proprio sulla destinazione dei fondi che si accende il dibattito politico locale. L’Amministrazione comunale ha infatti scelto di dare priorità all’impianto sportivo comunale, attualmente gestito da privati, seguendo quella che il Circolo di Anagni “Sinistra Italiana” definisce “la linea che ha tenuto finora”.
Una decisione che, seppur comprensibile nell’ottica di efficientare complessi energivori, solleva interrogativi sulla scala delle priorità. L’impianto sportivo rappresenta certamente un punto di riferimento per le società sportive del territorio e per i giovani che praticano attività fisica, ma la scelta ha scatenato le critiche dell’opposizione di sinistra.
Le critiche di Sinistra Italiana
Il Circolo di Anagni “Sinistra Italiana” non usa mezzi termini nel definire la scelta dell’amministrazione. In un comunicato ufficiale, il gruppo politico parla di una “scelta discriminatoria” nei confronti dei bambini che frequentano la scuola dell’obbligo.
“Pensiamo che sarebbe stato opportuno dedicare quei fondi all’efficientamento delle nostre scuole, vale a dire i luoghi in cui i nostri figli passano la maggior parte del loro tempo”, si legge nel documento. Una posizione che, pur riconoscendo il ruolo essenziale dello sport per lo sviluppo psicomotorio, l’inclusione e il contrasto al disagio giovanile, mette al centro il diritto all’istruzione.
La questione economica e sociale
Ma le critiche non si fermano agli aspetti etici e sociali. Sinistra Italiana evidenzia anche le implicazioni economiche della scelta comunale. L’efficientamento energetico degli edifici scolastici avrebbe infatti garantito un risparmio diretto per l’ente pubblico, grazie a una significativa riduzione delle bollette di gas e luce. Un risparmio che si sarebbe tradotto in maggiori risorse da investire in servizi per i cittadini.
La questione assume contorni ancora più drammatici se si considera la situazione attuale delle aule scolastiche anagnine. “I nostri ragazzi sono costretti spesso ad aule invivibili in tarda primavera per l’assenza, ad esempio, di coibentazione termica“, denuncia il circolo di sinistra, dipingendo un quadro preoccupante delle condizioni in cui studiano i bambini della città.
Il dibattito sul futuro energetico di Anagni
Il caso di Anagni riflette una problematica più ampia che coinvolge molti comuni italiani: come conciliare le diverse esigenze del territorio in un contesto di risorse limitate? La transizione ecologica e l’efficientamento energetico rappresentano sfide cruciali per il futuro, ma la definizione delle priorità resta un tema politicamente sensibile.
Il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) indica chiaramente la strada da seguire, ma ogni amministrazione locale deve fare i conti con le proprie specificità e le proprie scelte politiche. Nel caso anagnino, la decisione di privilegiare l’impianto sportivo rispetto alle scuole ha aperto un dibattito che va oltre la semplice gestione dei fondi europei, toccando temi fondamentali come il diritto all’istruzione e la qualità della vita dei più giovani.
La discussione è appena iniziata e probabilmente accompagnerà la città dei Papi nei prossimi mesi, mentre i lavori di riqualificazione energetica prenderanno il via. Una partita che si gioca tra sostenibilità ambientale, equità sociale e scelte politiche, con al centro il futuro delle nuove generazioni anagnine.
La nota integrale del Circolo di Sinistra Italiana Anagni
La Regione Lazio ha sottoscritto le convenzioni con 39 Comuni beneficiari delle risorse del Programma FESR Lazio 2021-2027 per interventi di efficientamento energetico degli edifici pubblici (Azione 2.1.1 e Azione 2.2.1). Si tratta di 75 progetti di riqualificazione energetica di immobili per un totale di 60 milioni di euro, di cui 41 edifici scolastici, 24 impianti sportivi e 10 edifici del patrimonio pubblico comunale. Beneficiari dell’Avviso sono i 39 Comuni del Lazio con più di 20.000 abitanti.
Anagni ovviamente è tra questi.
Il Programma Regionale (PR) cofinanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) per il periodo 2021-2027 promuove azioni in coerenza con lo scenario delineato dall’Agenda 2030, dal Green New Deal, da Next Generation EU e dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC). Una delle Linee strategiche affronta il tema della transizione ecologica includendo interventi per l’efficientamento energetico di edifici al fine di ridurre i consumi di energia. I Comuni avranno quindi la possibilità di intervenire sulle loro strutture migliorandone l’efficienza energetica, con una particolare attenzione ai progetti che sono mirati agli impianti sportivi e agli edifici scolastici. Nel caso di Anagni, in conformità alla linea che ha tenuto finora, l’Amministrazione ha dato la priorità all’impianto sportivo comunale, attualmente gestito da privati. Per quanto sia chiara la volontà di efficientare complessi energivori e sebbene riconosciamo l’importanza degli spazi dedicati allo sport, che siano però a disposizione di tutte le società sportive sul territorio e dunque di tutti ragazzi di questa città, pensiamo che sarebbe stato opportuno dedicare quei fondi all’efficientamento delle nostre scuole, vale a dire i luoghi in cui i nostri figli passano la maggior parte del loro tempo. Dunque, pur riconoscendo il ruolo essenziale dello sport per i nostri ragazzi, per il loro sviluppo psicomotorio, l’inclusione e il contrasto al disagio giovanile, quella dell’Amministrazione resta una scelta discriminatoria nei confronti dei bambini che frequentano la scuola dell’obbligo. Peraltro, i vantaggi della scelta delle scuole anziché degli impianti sportivi sarebbero evidenti anche sul lato economico: l’efficientamento energetico degli edifici scolastici avrebbe consentito un risparmio di soldi pubblici per l’Ente, grazie a un rilevante sgravio dalle bollette di gas e luce, con la possibilità di investire le risorse risparmiate in maggiori sevizi per i cittadini. Pertanto, investire negli impianti sportivi è sicuramente positivo, tuttavia farlo a scapito delle scuole evidenzia criticità dal punto di vista etico, sociale ed economico: il diritto all’istruzione non può prescindere da ambienti sicuri, moderni ed efficienti, soprattutto alla luce del fatto che i nostri ragazzi sono costretti spesso ad aule invivibili in tarda primavera per l’assenza, ad esempio, di coibentazione termica.