Il video-denuncia che scuote Anagni
Un video che ha fatto il giro dei social e che ha scosso la coscienza civica di Anagni. La Coalizione civica di LiberAnagni ha deciso di rompere il silenzio e di mostrare senza filtri la realtà drammatica che circonda la Badia di Santa Maria della Gloria, uno dei beni culturali più importanti della città dei Papi. Le immagini, pubblicate sulle pagine social del movimento, documentano un sopralluogo che ha rivelato una situazione di degrado che fa male al cuore di chi ama il patrimonio storico cittadino.
Il video ha ottenuto un’eco straordinaria, diventando uno strumento di denuncia civica che ha risvegliato l’attenzione su un problema troppo a lungo ignorato dalle istituzioni locali.
Un quadro di abbandono totale
Le immagini parlano da sole e raccontano una storia di incuria che ferisce l’orgoglio anagnino. Recinzioni divelte, coperture crollate, vegetazione incolta che avanza inesorabile trasformando quello che doveva essere un polo culturale in una giungla urbana. Materiali di cantiere abbandonati e impianti non funzionanti completano un quadro desolante che stride con l’importanza storica del sito.
Ma il colpo di grazia arriva dalla presenza di un deposito incontrollato di rifiuti a pochi metri dal complesso, quasi un sigillo definitivo su una situazione che LiberAnagni definisce “documentata incuria”. Un’immagine che ferisce la sensibilità di chi conosce il valore di questo patrimonio identitario.
Le promesse tradite dell’Amministrazione
La Coalizione civica non ha agito d’impulso. Già ad aprile, a seguito delle numerose segnalazioni dei cittadini, LiberAnagni aveva presentato un’interrogazione consiliare per sollecitare interventi urgenti sulla Badia. La risposta della Giunta comunale era stata netta: “a breve riprenderanno i lavori”. Parole che oggi, a distanza di mesi, suonano come una beffa di fronte alla realtà documentata dalle immagini.
“Un silenzio inaccettabile di fronte alla documentata incuria”, tuona la Coalizione civica, evidenziando come non sia seguita “alcuna azione concreta da parte dell’Amministrazione“. Un immobilismo che contrasta drammaticamente con l’urgenza di interventi che il sito richiede.
La voce dei cittadini rompe il silenzio
Ma se l’Amministrazione tace, i cittadini parlano. La pubblicazione del video ha scatenato una valanga di commenti e messaggi che testimoniano quanto sia forte il legame tra Anagni e uno dei suoi beni più significativi. LiberAnagni sottolinea come “cittadine e cittadini affezionati a questo luogo” abbiano dimostrato che il patrimonio storico, culturale e identitario della città vive ancora nei cuori delle persone.
Le loro parole sono un grido d’allarme che non può essere ignorato: la Badia di Santa Maria della Gloria rappresenta un pezzo dell’anima anagnina che rischia di andare perduto per sempre se non si interviene tempestivamente.
Un patrimonio di inestimabile valore
La Badia non è un edificio qualunque. Si tratta di un bene vincolato, acquisito dal Comune nel 1995 grazie all’allora assessore alla Cultura prof. Giovanni Stella, che ha già beneficiato di restauri parziali finanziati con fondi pubblici. Il complesso è inoltre inserito nella Rete delle Dimore Storiche del Lazio, un riconoscimento che ne certifica l’importanza storica e culturale a livello regionale.
Lo stato attuale rappresenta quindi, come denuncia LiberAnagni, “non solo un danno culturale e patrimoniale, ma anche un pericolo per l’incolumità pubblica“. La struttura risulta oggi non accessibile a causa dell’incuria e delle sterpaglie presenti, mentre mancano completamente informazioni sullo stato di sicurezza dell’area.
La cancellazione dai piani comunali
Ancora più grave è quanto emerge dall’analisi del Documento Unico di Programmazione 2024-2027 dell’attuale Amministrazione. La Coalizione civica denuncia come siano “scomparsi interventi utili alla valorizzazione o al completamento del sito“. Nessuna traccia della riprogrammazione dei lavori sospesi, della messa in sicurezza dell’area, dei collaudi, delle destinazioni d’uso, dei piani di gestione o della verifica degli impianti.
Una cancellazione che LiberAnagni legge come un abbandono programmato, accanto alla mancata manutenzione ordinaria che sta condannando lentamente ma inesorabilmente questo gioiello del patrimonio anagnino.
Un’occasione perduta per la città
Il dramma della Badia assume contorni ancora più amari se si pensa a quello che avrebbe potuto rappresentare per Anagni. LiberAnagni sottolinea come si tratti “di un luogo che avrebbe potuto essere un polo di cultura, turismo e socialità“, capace di attrarre visitatori e di offrire ai cittadini uno spazio di aggregazione e bellezza.
Invece, oggi rappresenta “l’ennesimo esempio di incuria amministrativa“, un simbolo di come l’indifferenza istituzionale possa trasformare un tesoro in un problema. Una ferita aperta nel cuore della città che grida vendetta verso chi avrebbe dovuto custodirla.
L’appello finale della Coalizione civica
La conclusione della Coalizione civica di LiberAnagni è un appello accorato ma fermo: “Il patrimonio di Anagni va custodito, curato, valorizzato. Non dimenticato”. Un messaggio che suona come un ultimatum morale alle istituzioni locali, che non possono più nascondersi dietro il silenzio amministrativo.
“Nessun silenzio amministrativo potrà cancellare dalla mente dei cittadini un bene così importante”, avverte LiberAnagni, ricordando che la Badia vive nella memoria collettiva della città e che i cittadini non sono disposti a dimenticare. Il video-denuncia è solo l’inizio di una battaglia civica che promette di non fermarsi finché la Badia di Santa Maria della Gloria non tornerà a splendere come merita.
Anagni aspetta una risposta. I cittadini hanno alzato la voce, le immagini hanno documentato il degrado, le promesse sono state tradite. Ora tocca all’Amministrazione dimostrare che il patrimonio storico della città non è solo un peso da sopportare, ma una risorsa da valorizzare e un’eredità da custodire per le future generazioni.
La nota integrale della coalizione civica di LiberAnagni
TANTA BADIA, POCA GLORIA: UN PATRIMONIO ABBANDONATO
Con il video pubblicato nei giorni scorsi sulle nostre pagine social, abbiamo voluto documentare gli esiti dell’ultimo sopralluogo alla Badia di Santa Maria della Gloria. A seguito delle numerose segnalazioni dei cittadini, avevamo già presentato ad aprile un’interrogazione consiliare. La Giunta aveva risposto con la frase “a breve riprenderanno i lavori”, ma ad oggi non è seguita alcuna azione concreta da parte dell’Amministrazione. Un silenzio inaccettabile di fronte alla documentata incuria in cui versa il complesso: recinzioni divelte, coperture crollate, vegetazione incolta ovunque, materiali di cantiere abbandonati e impianti non funzionanti. Addirittura, a pochi metri, è presente un deposito incontrollato di rifiuti.
Questo silenzio, però, è oggi coperto dalla voce di cittadine e cittadini affezionati a questo luogo, che con commenti e messaggi ricevuti dopo la pubblicazione del video hanno dimostrato quanto sia forte il legame tra Anagni e uno dei suoi beni più significativi, sotto il profilo storico, culturale e identitario.
La Badia è un bene vincolato, acquisito dal Comune nel 1995, restaurato in parte con fondi pubblici e inserito nella Rete delle Dimore Storiche del Lazio. Il suo stato attuale rappresenta non solo un danno culturale e patrimoniale, ma anche un pericolo per l’incolumità pubblica. Ad oggi, la struttura non è accessibile a causa dell’incuria e delle sterpaglie presenti, e mancano informazioni sullo stato di sicurezza. Accanto alla mancata manutenzione ordinaria, emerge chiaramente come nell’ultimo Documento Unico di Programmazione 2024-2027 dell’attuale Amministrazione siano scomparsi interventi utili alla valorizzazione o al completamento del sito: nulla si sa sulla riprogrammazione dei lavori sospesi, sulla messa in sicurezza dell’area, sui collaudi, sulle destinazioni d’uso, sui piani di gestione o sulla verifica degli impianti.
Nessun silenzio amministrativo potrà però cancellare dalla mente dei cittadini un bene così importante, oggi in completo abbandono. E questo abbandono pesa doppiamente, perché si tratta di un luogo che avrebbe potuto essere un polo di cultura, turismo e socialità, e invece oggi rappresenta l’ennesimo esempio di incuria amministrativa. Il patrimonio di Anagni va custodito, curato, valorizzato. Non dimenticato