Un giovane trentenne dona cuore, fegato, pancreas e reni. Il gesto di generosità reso possibile grazie alla rete trapianti coordinata dalla ASL Frosinone
C’è una linea invisibile che collega il dolore più profondo alla speranza. All’Ospedale Spaziani di Frosinone, questa linea è diventata realtà concreta attraverso la donazione multiorgano di un ragazzo di appena trent’anni, la cui morte – accertata con criteri neurologici – ha permesso a quattro persone di tornare a vivere.
Il gesto generoso della famiglia del giovane, che ha acconsentito al prelievo di cuore, pancreas, reni e fegato, è stato possibile grazie all’efficienza della rete coordinata dalla ASL Frosinone e all’impegno di un’équipe multidisciplinare altamente specializzata.
Il coordinamento della rete trapianti
A guidare l’intero percorso è stata la dott.ssa Giuditta Paliani, supportata dal personale dedicato della UOS Coordinamento Trapianti, ovvero le dott.sse Tiziana Ceccarelli e Lucia Capoccetta. Fondamentale anche la sinergia con il Centro Regionale Trapianti Lazio, che ha permesso l’attivazione della procedura su scala nazionale, donando speranza concreta a pazienti in attesa in tutta Italia.
“Il nostro grazie va alla famiglia del donatore – ha dichiarato il dr. Fabrizio Apponi, referente per le donazioni della ASL Frosinone – che, senza esitazioni, ha scelto la via della generosità. Una scelta che dimostra come, anche nel dolore, possa esserci la possibilità di far rinascere la vita”.
Un lavoro silenzioso ma fondamentale
L’attività della struttura dedicata ai trapianti nella ASL Frosinone non nasce oggi: dal 2000, la UOS Coordinamento Trapianti svolge un lavoro quotidiano e scrupoloso. Le procedure iniziano spesso nei Pronto Soccorso, monitorando pazienti con lesioni cerebrali acute, fino all’accertamento di morte cerebrale, passaggio obbligatorio per poter procedere alla donazione.
Nel solo 2024, sono stati effettuati 21 accertamenti di morte cerebrale: tra questi, 5 pazienti sono risultati idonei per la donazione multiorgano. Numeri che parlano di una macchina organizzativa delicata, che richiede competenze, prontezza e grande rispetto per il dolore delle famiglie coinvolte.
Il processo: rigore e competenza
La valutazione dell’idoneità alla donazione dura sei ore, durante le quali intervengono anestesisti, neurologi esperti in elettroencefalografia, medici legali e tecnici di neurofisiopatologia. A questa fase si aggiungono esami strumentali come TAC, coronarografia, ecografia e broncoscopia, per garantire la perfetta funzionalità degli organi da trapiantare.
Tutto ciò avviene in costante contatto con il Centro Regionale Trapianti Lazio e grazie all’intervento dell’ufficio di coordinamento locale, che assicura che ogni fase sia eseguita nel pieno rispetto delle normative e della volontà espressa.
Un atto d’amore che dà speranza
Il cuore, il fegato, i reni e il pancreas del giovane donatore sono ora la possibilità concreta di vita per altre persone. Un gesto che risuona ben oltre le corsie dell’Ospedale Spaziani, testimoniando la forza della solidarietà sanitaria e l’importanza di una rete trapianti che funziona.
Un gesto che, come ricorda il dr. Apponi, “conferma che la vita, a volte, può rinascere dal dolore. E farlo nel corpo e nell’anima di chi era in attesa”.