Dura critica del CSA all’accordo firmato da CGIL e CISL: “Solo 4 su 34 i veri beneficiari”. I firmatari replicano: “Primo passo per tutti”
Il Comune di Ceprano è il primo ente della provincia di Frosinone ad applicare, seppur parzialmente, il decreto legge n. 25/2025, che consente un incremento del fondo del personale destinato agli enti locali. Ma l’intesa raggiunta ha sollevato più di una polemica.
Secondo il CSA, rappresentato da Paolo Pandolfi, le risorse disponibili – pari a 25.092 euro – saranno destinate esclusivamente a incrementare la retribuzione di posizione di soli quattro dipendenti comunali, lasciando gli altri trenta con un aumento medio annuo di appena 169,33 euro lordi. “Una scelta che rappresenta uno schiaffo alla dignità dei lavoratori”, ha denunciato il sindacalista.
La critica: “Aumenti solo per pochi eletti”
Nel comunicato diffuso dal CSA, si sottolinea che l’orientamento adottato dall’Amministrazione comunale è “iniquo” e “parziale”, poiché ignora la possibilità – prevista dallo stesso decreto – di distribuire in maniera più equa le risorse incrementando il fondo complessivo. Il cuore della critica risiede nel fatto che gli unici veri beneficiari saranno i 4 dipendenti con incarichi di elevata qualificazione, ai quali andrà un aumento annuo lordo di 5.000 euro ciascuno.
“La nostra Organizzazione Sindacale ha abbandonato la trattativa ritenendo la proposta inaccettabile e provocatoria”, si legge nella nota a firma di Paolo Pandolfi, che aggiunge: “È assurdo che CGIL e CISL abbiano sottoscritto un accordo che penalizza 30 dipendenti su 34”.
La replica: “Accordo responsabile per tutti”
Ma la visione è completamente diversa da parte delle sigle firmatarie. CGIL FP e FP CISL, infatti, hanno definito l’intesa “il frutto di una contrattazione seria e responsabile”, spiegando che si tratta solo di un primo step. Secondo quanto dichiarato dalle segreterie territoriali, l’accordo prevede infatti un incremento del fondo già nel 2025, e soprattutto un impegno dell’Amministrazione a un ampliamento significativo nel 2026, con l’obiettivo di “valorizzare il personale in modo più strutturato ed equo”.
Scegliere il muro contro muro, secondo CGIL e CISL, avrebbe solo portato al blocco della contrattazione e al mancato riconoscimento di qualsiasi incremento economico, anche per coloro che da tempo attendono un segnale concreto.
Assemblee e malumori tra i lavoratori
La tensione resta però alta. Il CSA ha già convocato un’assemblea interna durante la quale è emerso un forte dissenso nei confronti della scelta dell’Amministrazione comunale di Ceprano, accusata di “aver destinato solo briciole” alla maggior parte dei dipendenti. “Chi doveva difendere tutti i lavoratori – si chiedono i presenti – perché ha condiviso un accordo così penalizzante?”.
In una fase in cui il tema della valorizzazione del personale pubblico è centrale anche a livello nazionale, il caso di Ceprano diventa un esempio concreto di come le interpretazioni della norma possano generare divergenze profonde.
Conclusione aperta
L’accordo, almeno formalmente, è stato siglato. Ma la vicenda potrebbe non essere chiusa: resta da vedere se, nei prossimi mesi, si riuscirà davvero a trasformare questo primo passo in un percorso di valorizzazione più inclusivo, che riconosca concretamente l’impegno di tutti i dipendenti comunali, non solo dei ruoli apicali.