Nuovi elementi nelle indagini dopo il tentato omicidio del 21 giugno
Una svolta significativa nel caso giudiziario che aveva scosso la provincia di Frosinone lo scorso mese di giugno. Il Gip presso il Tribunale di Cassino, dott. Domenico Di Croce, ha accolto l’istanza presentata dai difensori di fiducia e ha disposto la scarcerazione del 22enne di Arce accusato di tentato omicidio per aver colpito con una martellata alla testa un coetaneo di Roccasecca.
Il giovane, che dal 21 giugno 2025 si trovava in carcere, è stato posto agli arresti domiciliari grazie al lavoro investigativo dei suoi legali, gli avvocati Arturo Bongiovanni e Giampiero Vellucci, che hanno fatto emergere nuovi elementi a favore del loro assistito.
Il fatto di sangue che scosse la provincia
La vicenda risale alla sera del 21 giugno, quando una violenta aggressione aveva portato al ricovero presso una struttura specializzata della Capitale un giovane di Roccasecca, ridotto in coma farmacologico a causa delle gravissime lesioni personali riportate. Il giovane era stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio per aver sferrato il colpo con un martello.
Tuttavia, le indagini successive hanno rivelato una dinamica più complessa di quanto inizialmente emerso, offrendo una ricostruzione parzialmente diversa degli eventi che hanno portato al drammatico epilogo.
I nuovi elementi investigativi
Durante le indagini, i difensori del 22enne hanno sollecitato approfondimenti che hanno fatto luce su aspetti cruciali della vicenda. È emerso che il giovane colpito dalla martellata non si trovava da solo, ma faceva parte di un gruppo di tre persone che si erano recate sotto l’abitazione del 22enne di Arce a bordo di un’autovettura.
Il motivo della presenza del gruppo era legato a un regolamento di conti scaturito da un litigio avvenuto la sera precedente in un locale pubblico di Ceprano. Una situazione che, stando alla ricostruzione della difesa, aveva messo il 22enne in una condizione di particolare vulnerabilità.
La tesi della difesa: inferiorità numerica e legittima difesa
Gli avvocati Bongiovanni e Vellucci hanno messo in evidenza come, nonostante la reazione esagerata e la micidialità del mezzo utilizzato dal loro assistito, si fosse creata una situazione di pericolo per il giovane di Arce. La dinamica vedeva infatti il 22enne in inferiorità numerica rispetto ai tre arrivati sotto la sua abitazione, apparentemente muniti di strumenti idonei all’offesa.
Le testimonianze decisive
Un elemento determinante per la decisione del Gip è stata l’emersione di due testimoni che inizialmente non erano stati sentiti dai Carabinieri nell’immediatezza dei fatti. Questi testimoni, che si trovavano in un’attività commerciale situata nelle vicinanze del luogo dell’aggressione, hanno fornito un contributo testimoniale che ha rafforzato la tesi difensiva.
Le nuove testimonianze hanno permesso agli avvocati di presentare un’istanza di scarcerazione che ha ottenuto il parere favorevole del Giudice per le Indagini Preliminari, portando alla concessione degli arresti domiciliari per il 22enne.
La vicenda giudiziaria proseguirà ora con il 22enne che potrà affrontare il processo da casa, mentre continuano gli accertamenti per chiarire definitivamente la dinamica di quella drammatica serata di giugno che ha segnato profondamente la comunità locale.