Presso l’Aula dei Gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati, si è svolto nei giorni scorsi il convegno “La salute passa anche attraverso l’osteopatia – Criticità e soluzioni sull’attività professionale degli osteopati nella nuova compagine sanitaria”, promosso dalla Confederazione Osteopati Italiani.
L’evento ha registrato una grande affluenza e ha visto la partecipazione di numerose personalità del mondo accademico, politico e sanitario. Tra i saluti istituzionali, gli interventi del Sen. Maurizio Gasparri, della Segretaria di Presidenza della Camera On. Anna Rita Patriarca e del Capogruppo alla Camera di Forza Italia On. Paolo Barelli hanno testimoniato l’attenzione crescente del Parlamento verso questa disciplina sanitaria emergente.
A rappresentare l’Accademia Bonifaciana di Anagni, una nutrita delegazione guidata dal Rettore Presidente, prof. Sante De Angelis, intervenuto anche in qualità di relatore. De Angelis ha illustrato la relazione dal titolo: “La medicina osteopatica, dopo il riconoscimento ufficiale, necessita di un inquadramento completo, giuridico e professionale”, evidenziando come, nonostante i recenti passi avanti, restino aperti nodi normativi e organizzativi cruciali per l’effettivo inserimento dell’osteopatia nel Sistema Sanitario Nazionale.

Dal 2017, la Bonifaciana è gemellata con l’Accademia di Medicina Osteopatica Alessandro IV di Castel Madama, rappresentata al convegno dal presidente e moderatore dell’incontro, prof. Francesco Manti, e dal prof. don Gaetano Maria Saccà, fondatore e direttore didattico-scientifico, noto per aver introdotto nella formazione osteopatica gli studi comportamentali e psicologici.
Nella sua articolata relazione, il prof. Sante De Angelis ha tracciato un quadro chiaro: “L’Osteopatia ha finalmente ricevuto un riconoscimento ufficiale in Italia, ma manca ancora un ordine professionale, percorsi universitari strutturati e una regolamentazione completa che dia piena dignità alla professione e garanzie ai pazienti”.

Ha poi lanciato un accorato appello: “È giunto il momento di completare il percorso normativo. L’Italia, come già accade in molti Paesi europei e negli Stati Uniti, deve includere l’osteopatia nel proprio sistema sanitario nazionale. Si tratta di una risorsa preziosa per il benessere dei cittadini”.
Oltre ai protagonisti già citati, hanno offerto contributi tecnici e scientifici le docenti Prof.sse Anna Colaianni e Rossana Checchi, arricchendo ulteriormente il dibattito con competenze specifiche nel campo osteopatico.
L’incontro ha rappresentato una tappa fondamentale per consolidare l’identità della professione osteopatica in Italia, segnando un passo avanti importante per chi opera nel settore e per i pazienti che ne beneficiano ogni giorno.
Il convegno ha ribadito con forza la necessità di procedere senza indugi verso l’istituzione dell’albo professionale degli osteopati e l’attivazione di corsi universitari riconosciuti su scala nazionale, colmando un vuoto normativo che da troppo tempo frena lo sviluppo di questa disciplina.

La medicina osteopatica non è solo una professione sanitaria, ma una vera e propria risorsa per la salute pubblica. Ora la palla passa alle istituzioni: è il momento di agire con decisione, per dare a questa disciplina il posto che merita all’interno del panorama sanitario italiano.




