Cinquantacinque anni fa, nel 1970, le stradine medievali di Piglio si trasformarono in un palcoscenico cinematografico d’eccezione, ospitando le riprese di “Brancaleone alle Crociate“, il capolavoro di Mario Monicelli che avrebbe segnato per sempre la storia del borgo. Un anniversario che merita di essere celebrato, non solo per il valore artistico dell’opera, ma per l’impatto duraturo che ebbe sul territorio.
La scelta del maestro Monicelli di ambientare parte delle sue riprese a Piglio non fu casuale. Il paese, già ricco di un notevole patrimonio culturale, dal celebre vino “Cesanese” alla raffinata gastronomia locale, dalle bellezze artistiche all’architettura medievale perfettamente conservata, offriva lo scenario ideale per ricreare l’atmosfera dell’epoca delle crociate.
Per i pigliesi fu un’esperienza indimenticabile vedere “de visu” alcuni dei più grandi nomi del cinema italiano calcare le strade del loro paese. Paolo Villaggio, Vittorio Gassman e Stefania Sandrelli nei panni della Principessa Boccadoro, divennero improvvisamente parte della quotidianità di un piccolo centro della provincia di Frosinone.
La zona prescelta dal regista fu quella di “Porcopoli“, nel suggestivo “Rione Arringo”, a due passi dal fosso dell’Arringo. Un’area che conservava intatto il fascino medievale necessario per le ambientazioni del film e che, per l’occasione, subì una trasformazione spettacolare.
Le riprese notturne rappresentarono uno degli aspetti più affascinanti della lavorazione. L’intero Rione Arringo venne illuminato a giorno con potenti riflettori cinematografici, creando un’atmosfera surreale che trasformava le antiche pietre in un teatro a cielo aperto. Gli abitanti del paese, molti dei quali divennero comparse locali del film, poterono assistere da protagonisti alla magia del cinema.
Secondo quanto riportato da Giorgio Alessandro Pacetti, studioso della storia locale, l’evento rappresentò un momento di svolta per la comunità pigliese, che si trovò improvvisamente al centro dell’attenzione nazionale grazie alla pellicola di Monicelli.
“Brancaleone alle Crociate” non fu solo un successo cinematografico, ma divenne un vero e proprio catalizzatore turistico per Piglio e l’intero Comprensorio del Nord Ciociaria. Il film contribuì a far conoscere le bellezze del territorio a un pubblico vastissimo, trasformando il paese in una meta turistica apprezzata da visitatori provenienti da tutta Italia.
L’impatto fu duraturo: ancora oggi, a distanza di oltre mezzo secolo, Piglio continua a beneficiare della notorietà acquisita grazie al film di Monicelli. I turisti arrivano attratti non solo dalle location cinematografiche, ma anche dalle eccellenze enogastronomiche locali, primo fra tutti il prestigioso vino Cesanese, e dal ricco patrimonio artistico e culturale del borgo.
La celebrazione del 55° anniversario di “Brancaleone alle Crociate” rappresenta un’occasione importante per riflettere su come il cinema possa diventare uno strumento di promozione territoriale di straordinaria efficacia. L’intuizione di Mario Monicelli di scegliere Piglio come location si rivelò vincente non solo dal punto di vista artistico, ma anche come investimento nel futuro turistico del territorio.
Il Rione Arringo, che allora si trasformò nel set del film, conserva ancora oggi il fascino che conquistò il grande regista, continuando ad attrarre visitatori curiosi di ripercorrere le orme di Brancaleone e della sua improbabile compagnia di crociati.
L’eredità di quelle notti illuminate a giorno nel 1970 continua a brillare, testimoniando come l’incontro tra arte cinematografica e bellezza territoriale possa generare benefici duraturi per un’intera comunità.