La grande distribuzione torna al centro delle tensioni sindacali con una protesta che coinvolge 550 lavoratori del Gruppo Orizzonte. Due giorni di sciopero stanno interessando i punti vendita nelle province di Latina, Frosinone e Roma, in una mobilitazione che ha già fatto registrare momenti di alta tensione e l’intervento delle forze dell’ordine.
La disparità salariale al centro della controversia ammonta a circa 200 euro mensili per dipendente, una cifra che secondo i calcoli della Uiltucs genera una perdita complessiva stimata intorno ai 7 mila euro per l’intera forza lavoro coinvolta. Una differenza retributiva che i lavoratori non sono più disposti a tollerare, soprattutto considerando che si tratta di colleghi dello stesso gruppo aziendale che operano in centri commerciali diversi.
L’epicentro della protesta si è concentrato sulla Via Pontina, all’altezza di Terracina, dove circa 40 dipendenti hanno incrociato le braccia per un turno completo di otto ore, replicando l’azione anche nella giornata successiva. I manifestanti hanno dato vita a una mobilitazione visibile e rumorosa, distribuendo migliaia di volantini e gridando le motivazioni dello sciopero per sensibilizzare clienti e opinione pubblica.
Gianfranco Cartisano della Uiltucs Latina ha guidato le trattative sindacali che si trascinano da mesi, culminate con la rottura e il mancato accordo presso l’Ispettorato del Lavoro di Latina. “Continueremo a sostenere le ragioni di questi lavoratori oggi forzatamente condannati a percepire un salario al ribasso, a causa di un contratto pirata applicato ai 550 lavoratori del Gruppo Orizzonte“, ha dichiarato il rappresentante sindacale.
La giornata di sabato ha fatto registrare i momenti di maggiore tensione, con la massima concentrazione di manifestanti durante le ore mattutine. L’escalation ha reso necessario l’intervento della Polizia, che ha dovuto allontanare rappresentanti della proprietà dopo che questi avevano lanciato frasi offensive nei confronti della Uiltucs. Un episodio che ha ulteriormente inasprito i rapporti tra le parti, evidenziando la profonda spaccatura esistente.
Dal versante aziendale, la proprietà del Gruppo Orizzonte mantiene una posizione di chiusura, affermando di rispettare i termini del contratto di lavoro riconosciuto dal CNEL. L’azienda sostiene inoltre di non aver mai ricevuto delegazioni ufficiali da parte dei lavoratori, posizione che il sindacato contesta fermamente.
I dipendenti in protesta rivendicano un adeguamento retributivo basato anche sulla crescita del marchio, alla quale sostengono di aver contribuito attivamente nel corso degli anni. La richiesta centrale rimane la disapplicazione del contratto attualmente in vigore e l’immediata applicazione del contratto nazionale del terziario maggiormente rappresentativo, per garantire quello che definiscono un “contratto subito dignitoso equo con il giusto salario“.
La battaglia sindacale si inserisce in un contesto più ampio di rivendicazioni nel settore della grande distribuzione, dove le disparità contrattuali continuano a rappresentare un nodo critico. La Uiltucs ha annunciato che la mobilitazione proseguirà fino al raggiungimento di un accordo soddisfacente, mantenendo aperta la richiesta di confronto con la proprietà aziendale.