La Regione Lazio conferma l’emergere di due nuovi casi di West Nile Virus, portando a nove il bilancio complessivo del 2025 nella sola provincia di Latina. Un quadro che sta destando crescente attenzione tra le autorità sanitarie regionali, impegnate in una serrata battaglia contro la diffusione del virus trasmesso dalle zanzare.
I due pazienti recentemente identificati dall’ASL di Latina includono un uomo di 71 anni, già dimesso dall’ospedale, e una donna di 76 anni con comorbidità, attualmente ricoverata in reparto ordinario. La conferma diagnostica è arrivata dalle analisi condotte presso il prestigioso laboratorio di Virologia dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” IRCCS, punto di riferimento nazionale per le patologie infettive.
Il panorama epidemiologico nella provincia di Latina si presenta particolarmente critico. Degli otto casi precedentemente accertati, la situazione clinica varia significativamente: un paziente si trova attualmente in terapia intensiva, quattro sono ricoverati in reparti ordinari, due hanno potuto fare ritorno a casa dopo le dimissioni, mentre un altro paziente viene seguito attraverso cure domiciliari. Purtroppo, il bilancio include anche un decesso avvenuto la scorsa settimana presso l’ospedale di Fondi.
La risposta delle istituzioni sanitarie non si è fatta attendere. Una riunione operativa straordinaria ha coinvolto ben 290 medici, organizzata dall’Istituto Spallanzani in stretta collaborazione con l’ASL Latina e la Regione Lazio. L’incontro ha rappresentato un momento cruciale di confronto e aggiornamento professionale, vedendo la partecipazione di medici di medicina generale della provincia pontina, la Rete regionale di malattie infettive, i medici dei Pronti Soccorso e la rete Servizi Igiene e Sanità Pubblica (SISP) del Lazio.
Durante il tavolo tecnico, gli esperti hanno delineato con precisione il quadro dell’area pontina, dove sono stati intensificati gli interventi di bonifica e disinfestazione. Parallelamente, si è proceduto al potenziamento della formazione del personale sanitario e all’attivazione di una capillare campagna di comunicazione su tutto il territorio regionale, focalizzata sull’importanza cruciale di proteggersi dalle punture di zanzare.
Il West Nile Virus presenta caratteristiche cliniche peculiari che richiedono particolare attenzione diagnostica. Gli specialisti hanno illustrato come l’infezione sia generalmente asintomatica o poco sintomatica, ma quando sviluppa manifestazioni neurologiche assume un andamento bifasico particolarmente insidioso.
La fase iniziale si manifesta attraverso una sindrome febbrile acuta aspecifica, caratterizzata da sintomi come febbre, cefalea, nausea, vomito, diarrea e rash esantematico. In una piccola percentuale di casi, dopo alcuni giorni, l’infezione può evolvere verso una forma neurologica invasiva, particolarmente pericolosa per soggetti anziani e fragili.
La forma neurologica invasiva può presentarsi come meningoencefalite o paralisi flaccida, con una letalità che, pur rimanendo molto bassa nella popolazione generale, può raggiungere il 10% nei casi gravi. Per questo motivo, gli esperti hanno ribadito l’importanza fondamentale di considerare il West Nile Virus nella diagnosi differenziale e di ricorrere al teleconsulto per i pazienti sospetti.
La diagnosi definitiva richiede necessariamente analisi di laboratorio specialistiche, effettuate esclusivamente presso l’INMI Spallanzani, laboratorio regionale di riferimento per questo tipo di patologie.
Le direttive regionali attualmente in vigore sottolineano la necessità di un approccio multidisciplinare che prevede il potenziamento degli interventi di bonifica e disinfestazione nelle aree maggiormente interessate, l’intensificazione delle attività di informazione e sensibilizzazione della popolazione, l’aggiornamento costante dei professionisti sanitari e la segnalazione tempestiva dei casi sospetti di arbovirosi ai servizi competenti.