Il sindaco di Colleferro Pierluigi Sanna interviene nel dibattito sulla recente sentenza del Consiglio di Stato che ha stralciato i terreni AcsDobfar dal SIN Valle del Sacco, invitando tutte le parti a mantenere un approccio equilibrato e scientifico sulla delicata questione ambientale che da decenni interessa il territorio.
“Rifletto da qualche giorno sui toni coi quali si sta commentando la sentenza”, esordisce Sanna in una lunga riflessione pubblicata sui social. Il primo cittadino di Colleferro, al suo decimo anno di mandato, non mette in discussione la decisione giudiziaria – “la sentenza emessa, come tutte, si rispetta” – ma si dice preoccupato per “certi accenti da tifoseria” che rischiano di far perdere di vista la complessità della questione.
La posizione del sindaco appare lucida e pragmatica: da un lato riconosce la necessità di una riperimetrazione del SIN, dall’altro ribadisce l’importanza strategica dello strumento per la tutela ambientale e sanitaria del territorio. Una linea di equilibrio che Sanna e la sua amministrazione portano avanti da anni, sostenendo “in varie sedi che fosse necessaria una riperimetrazione, utile sia a non gravare di precauzioni inutili e burocrazia i proprietari dei terreni non inquinati e sia a concentrare le risorse economiche, destinate alla bonifica, nei luoghi ove è effettivamente necessario impiegarle”.
Il SIN Valle del Sacco rappresenta una ferita ancora aperta per questo territorio, eredità pesante dell’attività industriale del Novecento che “distrusse il molto più antico sistema agricolo, mettendo a rischio la salute umana ed animale”. Sanna non dimentica la battaglia condotta dalla sua amministrazione quando l’allora Ministro Clini tentò di declassare il sito da nazionale (SIN) a regionale (SIR): “difendemmo con forza” quella classificazione, ricorda, “poiché la questione della Valle del Sacco, per portata e gravità, non può essere declassata in nessun caso”.
Il sindaco rivendica poi il lavoro concreto svolto sul territorio: “A Colleferro, dove l’inquinamento purtroppo è nato, oggi collaboriamo attivamente con il Ministero, la Regione ed i privati per bonificare i terreni di Arpa2 che vanno ad aggiungersi a quelli già trattati”. Un approccio collaborativo che Sanna considera fondamentale per il futuro del territorio: “Se non ci fosse stato il SIN non ci sarebbe stata la bonifica e senza bonifica non c’è possibilità che riprenda positivamente uno sviluppo di quelle aree”.
Particolarmente toccante il richiamo alla memoria storica che ha portato all’istituzione del SIN: “Non ci fu nessuna furia ideologica alle origini”, sottolinea Sanna, ricordando “migliaia di capi bovini ed ovini abbattuti e decine di aziende agricole distrutte dopo la scoperta della Centrale del BHCH nel latte”. I dati dell’indagine epidemiologica condotta dal Dottor Forastiere per la ASL RM6 parlano chiaro: “campioni di popolazione analizzata che, per contaminazione da BHCH, superavano il 55 per cento”. Senza dimenticare il cromo esavalente ritrovato a Colle Sughero, “proprio sotto gli ex inceneritori”.
“La prudenza non può essere colpevolizzata mai”, ammonisce il sindaco, che però non tollera “l’inerzia” e “l’ignavia”. La strada tracciata dall’amministrazione di Colleferro è quella di un controllo costante: “ci adoperiamo, ogni giorno, per verificare lo stato della bonifica che è la cosa più importante poiché incide sul diritto alla salute, un diritto al quale è nostro dovere dare precedenza”.
La visione di Sanna per il futuro del territorio è chiara: “Lo sviluppo o è complessivamente armonico o non è sviluppo”. Una lezione appresa dalla storia: “quando non è armonico provoca proprio i danni che provocò negli anni nei quali fu ferita la nostra Valle del Sacco“.
Il messaggio finale del sindaco è un appello alla responsabilità collettiva: “Non esiste tifo sul tema bensì esistono dati scientifici e confronto sociale, istituzionale, amministrativo, politico, economico”. Un invito al dialogo costruttivo che Pierluigi Sanna rivolge a tutte le forze in campo, nella convinzione che solo attraverso la collaborazione si possa “tenere insieme ambiente, salute, lavoro e progresso”.