I circoli del Partito Democratico e di Sinistra Italiana, assieme a Possibile Anagni e al M5S agitano le acque alla Pro Loco di Anagni dopo che l’ente ha inviato avvisi di morosità via WhatsApp agli ex iscritti, con richieste di pagamento per quote associative arretrate relative anche ad anni in cui le persone non erano iscritte all’associazione. La vicenda ha scatenato le reazioni dei gruppi politici extraconsiliari, che annunciano un esposto all’UNPLI per quella che definisce una “paradossale problematica”.
La questione nasce dall’approvazione del nuovo Statuto e Regolamento dell’Associazione di Promozione Sociale avvenuta nei primi giorni di giugno 2025. Secondo le nuove norme, chi risulta “moroso” non può più iscriversi alla Pro Loco se non salda prima le presunte morosità arretrate, creando quello che i critici definiscono un “divieto perpetuo” di partecipazione.
Il meccanismo contestato funzionerebbe così: se una persona si iscrive un anno, non rinnova per i tre anni successivi e al quarto anno volesse reiscriversi, dovrebbe pagare tutte e cinque le quote associative, comprese quelle degli anni di non iscrizione. Una modalità che, secondo i detrattori, trasformerebbe la quota di iscrizione in una sorta di “bolletta monopolista” dell’acqua o dell’elettricità.
Le critiche più aspre arrivano – appunto – da Circolo PD di Anagni, Circolo Sinistra Italiana di Anagni, Possibile Anagni e Movimento 5 Stelle Anagni, che in una nota stampa congiunta denunciano quello che considerano un tentativo di controllo perpetuo dell’associazione. “Chi vuole impegnarsi gratuitamente per promuovere la vita sociale e culturale cittadina deve pagare le quote associative anche relativamente agli anni in cui non era iscritto”, accusano i partiti di opposizione.
Il riferimento normativo della controversia si trova nell’Articolo 3 del Regolamento e nell’Articolo 5 dello Statuto, che secondo i critici impedirebbero “in perpetuo” la reiscrizione a chi non salda le morosità. Una norma che, nelle intenzioni dei detrattori, metterebbe fine “per sempre alle dispute per il controllo” della Pro Loco a favore di chi attualmente “occupa le cariche” all’interno dell’associazione.
La Pro Loco di Anagni, che dovrebbe occuparsi di promozione del turismo, assistenza ai visitatori e valorizzazione della cultura di una città con una storia medievale di grande richiamo, si trova così al centro di dispute politiche che non sono una novità. Anche con l’Amministrazione Natalia le diatribe interne non sono mancate, ma questa volta la questione sembra aver assunto dimensioni più ampie.
Particolarmente contestato è il metodo utilizzato per notificare le presunte morosità: gli avvisi WhatsApp che, secondo i critici, farebbero apparire i destinatari come “cattivi pagatori”, scoraggiando la partecipazione alle iniziative dell’associazione. “Vedersi arrivare un messaggio sul telefone nel quale si insinua che il destinatario sia un cattivo pagatore non è proprio un incentivo a partecipare”, sottolineano i firmatari della nota.
L’opposizione ha annunciato un esposto all’UNPLI competente affinché intervenga sulla questione, richiamando anche l’attenzione degli organi comunali che finanziano annualmente l’associazione. Secondo i critici, una condotta del genere “mortifica le aspirazioni dei cittadini”, privandoli della possibilità di fare volontariato e partecipare alla vita di un’associazione che dovrebbe “incentivare la cultura” della città.
La vicenda solleva interrogativi più ampi sul funzionamento delle associazioni di promozione sociale e sui meccanismi di partecipazione democratica alla vita culturale locale. In attesa di chiarimenti dall’UNPLI e di eventuali interventi degli organi competenti, la Pro Loco di Anagni si trova a dover gestire una controversia che rischia di compromettere il suo ruolo di promozione turistica e culturale del territorio.