Il Consiglio comunale di Ferentino è stato teatro di un acceso confronto politico durante la seduta del 31 luglio, quando la discussione su una mozione pro-Palestina ha scatenato polemiche tra maggioranza e opposizione, in particolare con il Movimento 5 Stelle locale.
La controversia è nata dalla proposta presentata dal consigliere Bernardini, definita dai tre consiglieri di maggioranza Maurizio Berretta, Angelo Picchi e Ugo Galassi come “sicuramente lodevole” ma presentata “in modo poco consono” secondo le procedure istituzionali.
Nel comunicato stampa diffuso dai consiglieri di maggioranza, vengono mosse pesanti critiche al M5S di Ferentino, accusato di “enfatizzazione, inesperienza e mancanza di rudimenti di diritto amministrativo”. Particolarmente duro l’attacco al segretario locale Caruso, descritto come “poco obiettivo e lucido, forse preso dalla bramosia per il momento di pubblicità personale”, in riferimento a quanto dichiarato dallo stesso Caruso nella nota inviata ieri alla nostra redazione.
I consiglieri di maggioranza rivendicano la conoscenza dei tre normamenti giuridici che regolano le attività consiliari: il Testo Unico degli Enti Locali (267/2000), lo Statuto del Comune e il Regolamento comunale. Una competenza che ritengono mancare agli esponenti pentastellati.
Nonostante la mozione non fosse inizialmente prevista nell’ordine del giorno della seduta del 31 luglio, tutti i gruppi consiliari l’hanno accolta anticipandola ad altre proposte in attesa di discussione. Tuttavia, Berretta, Galassi e Picchi hanno tentato di presentare una proposta alternativa per due motivi specifici.
Il primo obiettivo era ottenere l’unanimità considerando le diverse identità politiche presenti in consiglio, mantenendo l’aspetto fondamentale della parola “Aiuti”. Il secondo prevedeva il coinvolgimento delle associazioni cittadine per la raccolta di beni di prima necessità come alimenti e medicinali.
La proposta originale di Bernardini è stata approvata “per un pelo” grazie al voto del sindaco, che secondo la maggioranza si è trovato in una posizione “imbarazzante” dovendo scegliere tra due proposte condivisibili provenienti da gruppi di maggioranza.
Il comunicato non risparmia critiche personali, sottolineando come il segretario Caruso, che alle elezioni ha ottenuto “circa 60 voti”, abbia invitato il consigliere Galassi, eletto come primo della sua lista con “quasi 400 preferenze”, a lasciare il gruppo consiliare. Una disparità di consensi che viene utilizzata per evidenziare la scarsa rappresentatività del M5S locale.
I consiglieri di maggioranza invitano ironicamente il giovane Caruso a “impegnarsi di più sul diritto amministrativo, magari con lo stesso impegno che mette nelle esibizioni canore su tutte le piazze della città”.
Al di là delle polemiche politiche, la vicenda ha prodotto un risultato concreto. Diverse associazioni locali hanno mostrato interesse a collaborare per una rete di aiuti tangibili, decidendo di avviare una raccolta fondi su tutto il territorio comunale con un conto corrente dedicato agli aiuti pro-Palestina.
“La politica deve essere concretezza, risultato e aiuto concreto, non solo chiacchiere da social per un like di conforto”, concludono i consiglieri di maggioranza, sottolineando come l’iniziativa abbia comunque generato una mobilitazione operativa che va oltre le divisioni consiliari.
La vicenda evidenzia le tensioni politiche presenti nel Consiglio comunale di Ferentino, dove le divisioni non riguardano solo i contenuti delle proposte ma anche le modalità procedurali e la gestione istituzionale. Il confronto sulla mozione pro-Palestina ha messo in luce divergenze più ampie sulla concezione del ruolo consiliare e sull’approccio alla politica locale.
Nonostante lo scontro dialettico, la nascita di una rete di solidarietà con le associazioni cittadine dimostra come anche dalle controversie politiche possano emergere iniziative concrete a beneficio delle cause umanitarie, trasformando il dibattito istituzionale in azione sul territorio.
La nota integrale dei tre consiglieri:
E’ bene dire la verita’ sul punto “Pro Palestina”, “una mozione, e/o risoluzione, e/o ordine del giorno” presentata dal Consigliere Bernardini.
L’enfatizzazione, l’inesperienza e la mancanza di rudimenti di diritto amministrativo del M5S di Ferentino, un movimento relegato elettoralmente allo “zerovirgola”, ha dato una ricostruzione errata, una segreteria quella del giovane “Caruso”, poco obiettiva e lucida, forse presa dalla bramosia per il momento di pubblicita’ personale ibrida tra spettacoli di piazza e politica.
Chi da lezioni di diritto amministrativo, dovrebbe aver conoscenza dei 3 normamenti giuridici che regolano le attivita’ del Consiglio comunale, ossia la 267/2000 Il Testo Unico degli Enti Locali, lo Statuto del Comune ed il competente Regolamento comunale.
Poi ci sono le regole di vita, quelle di convivenza nella societa’ civile, l’educazione, il rispetto altrui, quelle che regolano le alleanze politiche, il rispetto sopratutto delle idee diverse (sono le basi della democrazia). Per quanto attiene la proposta Bernardini, e’ sicuramente un’iniziativa lodevole dello stesso ma come replica di tanti altri comuni, seppur presentata nei canali istituzionali, in modo poco consono.
Seppur non prevista nella discussione dell’assise del 31 luglio, la proposta è’ stata comunque da tutti accolta nell’ordine dei lavori, come era stato stabilito nella Capigruppo propedeutica ai lavori di consiglio, eppure tutti i gruppi consiliari di maggioranza e minoranza non solo l’hanno accolta ma anche anticipata ad altre mozioni ancora in attesa di discussione.
Sul punto chiariamo, nessuno e diciamo nessuno, si e’ espresso ed e’ contro la Palestina, anzi si e’ tentata la mediazione su un punto molto identitario da un punto di vista politico.
Il punto da un rapido consulto è risultato per i Consiglieri Berretta Galassi e Picchi poco attento alle azioni operative che potevano essere messe in atto sul territorio comunale ed è sembrata una proposta “copia/incolla” di altri comuni, pertanto hanno cercato di fare due cose
1) presentare una proposta che potesse passare all’unanimità considerando anche le varie identità politiche presenti in consiglio, lasciando l’aspetto importante e fondamentale delle proposta ovvero la parola “Aiuti”;
2) coinvolgere associazioni della città di Ferentino per la raccolta di beni di 1″ necessita’ (alimenti, medicinali ecc ecc).
Ogni gruppo si e’ espresso nei modi previsti dalla normativa succitata e lo “scritto” di Bernardini e’ stato approvato per un pelo grazie al voto del Sindaco, costretto ad un voto imbarazzante.
In tutto cio’ i 5S locali si sono enfatizzati in una caccia al piccione senza precedenti, attaccando frontalmente in modo ipocrito non solo partiti storicamente rappresentativi della maggioranza ma lo stesso sindaco che ha dovuto scegliere tra due proposte sicuramente condivisibili ma di provenienza di gruppi di maggioranza.
La massima ironia poi si raggiunge quando, il Segretario dei 5 Stelle Caruso, candidato alle elezioni con un risultato di circa 60 voti, invitava il consigliere Galassi eletto come primo della sua lista, con quasi 400 preferenze a lasciare il gruppo consiliare.
Al giovane Caruso diciamo di impegnarsi di piu’ sul diritto amministrativo, magari con lo stesso impegno che mette nelle esibizioni canore su tutte le piazze della Citta’.
Anche se la proposta di Maurizio Berretta e’ stata bocciata è successo qualcosa di emozionante post consiglio ovvero diverse associazioni hanno mostrato interesse a collaborare ad una rete di aiuti tangibili e concreti infatti si è già deciso di avviare una raccolta fondi, su tutto il territorio comunale e oltre, per gli aiuti “Pro Palestina” con un c/c dedicato.
La politica deve essere concretezza, risultato e aiuto concreto non solo chiacchiere da social per un “like” di conforto-