Cosa sta succedendo davvero a Sgurgola? È la domanda che si pongono i rappresentanti del Movimento Sgurgola Viva, dopo che la Giunta Comunale ha approvato una delibera per affidare un incarico legale finalizzato a verificare il periodo di prova del nuovo Responsabile dell’Area Tecnica, entrato in servizio lo scorso marzo.
Una scelta amministrativa, certo. Ma che – secondo i promotori della nota inviata alla nostra redazione – merita una riflessione più profonda. E, soprattutto, pubblica.
Al centro del caso c’è un evento ben preciso: la chiusura della Casa della Cultura, disposta proprio dall’architetto tecnico comunale ora finito sotto esame. La struttura è stata dichiarata inagibile per motivi di sicurezza e normativa edilizia vigente. Una decisione che ha suscitato malumori in paese, ma che – se fondata su elementi tecnici concreti – avrebbe dovuto trovare pieno sostegno da parte dell’amministrazione.
E invece, poche settimane dopo, la stessa Giunta Comunale ha deciso di incaricare un avvocato per approfondire l’operato del tecnico, citando “segnalazioni di cittadini” e “osservazioni critiche di alcuni Consiglieri”, senza però mai chiarire in cosa consistano.
“Se il ‘vero peccato’ del tecnico è stato quello di far rispettare la legge, siamo davanti a una questione molto grave”, affermano i rappresentanti del Movimento Sgurgola Viva, che accusano l’amministrazione di avere intrapreso una strada costosa e poco trasparente. “Punire chi applica le norme? Isolare chi agisce con rigore e professionalità? Se si riteneva che la chiusura della Casa della Cultura fosse immotivata, si potevano utilizzare strumenti amministrativi – spiegano – ma non è accettabile che tutto si svolga nel silenzio e senza fornire spiegazioni alla cittadinanza”.
L’incarico legale, peraltro, comporta una spesa di oltre 3.300 euro, a carico del bilancio comunale. Una somma non indifferente per un Comune delle dimensioni di Sgurgola e che, secondo l’opposizione, avrebbe meritato un dibattito pubblico prima di essere autorizzata.
“Oggi ci troviamo con una Casa della Cultura chiusa, un tecnico comunale sotto verifica, una spesa legale importante e – soprattutto – nessuna spiegazione chiara ai cittadini. È questa la gestione trasparente che si prometteva?”, chiedono i consiglieri del Movimento Sgurgola Viva.
Il Movimento chiede di fare piena luce su tre aspetti fondamentali: il contenuto delle segnalazioni ricevute, gli atti concreti che si stanno esaminando e l’eventuale legame diretto tra la chiusura della Casa della Cultura e la decisione di mettere sotto osservazione il tecnico.
“La trasparenza non è un’opzione – concludono – ma un dovere verso tutti i cittadini. E chi ha rispettato le norme non può essere trattato come un colpevole”.
In attesa di una risposta ufficiale, a Sgurgola resta il silenzio. E una comunità che chiede solo chiarezza.