Un’onda di rumore e solidarietà attraversa ogni sera anche le strade di Anagni, quando cittadini di ogni età e provenienza si ritrovano davanti al Monumento ai Caduti di Piazza Cavour per partecipare all’iniziativa mondiale “Pot Banging for Gaza”. L’appuntamento è fissato per le ore 20.00 in punto di ogni sera, con il suono delle pentole che si alza dalla città per unirsi a quello di tante altre città del mondo.
La protesta a colpi di pentole per Gaza rappresenta una forma di manifestazione che affonda le radici nella tradizione del Cacerolazo, una modalità di protesta collettiva che ha trovato particolare risonanza durante i lockdown per il COVID, quando in molte città del mondo le persone hanno battuto pentole ogni giorno per rendere omaggio agli operatori sanitari o per protestare contro le restrizioni imposte.
Oggi questo potente strumento di protesta viene utilizzato per una causa diversa ma altrettanto urgente: chiedere la fine della fame a Gaza e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla carestia provocata dall’uomo che sta colpendo la popolazione palestinese. Un gesto simbolico ma significativo per “fare rumore per coloro che vengono ridotti al silenzio dalla fame“.
L’iniziativa anagnina vede la partecipazione di studenti, giovani e meno giovani, liberi professionisti, uomini e donne di diverse appartenenze politiche ma uniti nel dire basta allo scempio su Gaza. Una convergenza trasversale che testimonia come certi temi umanitari riescano a superare le divisioni ideologiche per creare momenti di condivisione civile.
“Partecipare a questa iniziativa significa dare voce a chi non può farsi sentire”, spiega un giovane universitario anagnino che ha partecipato alla mobilitazione che si è tenuta questa sera, 7 agosto 2025. “Il gesto di battere le pentole può sembrare simbolico, ma quando si moltiplica in centinaia di città del mondo diventa un messaggio potente che non può essere ignorato”.
“Ho vissuto molte proteste nella mia vita, ma questa ha qualcosa di particolare – ha aggiunto un’altra partecipante – è una forma di resistenza silenziosa ma rumorosa allo stesso tempo, che unisce persone di ogni età e condizione sociale per una causa di pura umanità”.
La mobilitazione mondiale del “Pot Banging for Gaza” si inserisce in un più ampio movimento di sensibilizzazione internazionale che utilizza forme di protesta creative e non violente per attirare l’attenzione su quella che viene definita una emergenza umanitaria senza precedenti. Il battere delle pentole diventa così un linguaggio universale di protesta che non conosce barriere linguistiche o culturali.
L’appuntamento in Piazza Cavour rappresenta quindi non solo un momento di mobilitazione locale, ma anche l’adesione di Anagni a un movimento globale che utilizza il rumore solidale come forma di resistenza civile e di richiamo alla coscienza collettiva.
La protesta pacifica si svolgerà, anche nelle prossime sere, nel rispetto delle normative vigenti e delle regole di convivenza civile, con l’obiettivo di sensibilizzare senza creare disturbo eccessivo alla cittadinanza, mantenendo il carattere simbolico e costruttivo dell’iniziativa.